Una rondine non fa primavera?
Inizio ad abituarmi a parlare con gaudio di questa Ferrari e dei loro piloti. Ok, se vogliamo essere precisi, fino ad ora ho parlato così soltanto del giovane e spietato monegasco. Oggi è anche il turno di Vettel, finalmente. Era da tempo che ripetevo sempre lo stesso mantra, e cioè che il tedesco avrebbe dovuto reagire… finalmente l’ha fatto. Partiamo dal principio: il GP asiatico, ci lascia sgomenti e a bocca aperta (positivamente), poiché la realtà ci diceva che la “pacchia rossa” doveva essere finita con Monza. Ormai è noto che la SF90 è progetto che domina in piste prive di curve e, ritornando in budelli come quello di Singapore, saremmo ritornati alla dura realtà… ovvero (ricordando una metafora popolare) ad un matrimonio di schiaffi, dove la Ferrari sarebbe stata lo sposo.
Si sapeva che il team capitanato da Binotto avrebbe portato un pacchetto evolutivo, che avrebbe dovuto adattare la monoposto alle esigenze della pista e anche per capire cosa si poteva migliorare in chiave futura. Poiché il popolo ferrarista (e soprattutto il sottoscritto) ormai entra e esce regolarmente dal centro grandi ustioni, a causa delle troppe illusioni che ogni anno, dopo l’estate, sopraggiungono dopo aver visto l’esito dei sempre non funzionanti aggiornamenti portati ecco che, personalmente parlando, ho cercato di mantenere una certa cautela.
Il fatto è che, rispetto all’anno scorso, il vento è decisamente cambiato, e lo si vede da tanti piccoli aspetti… a cominciare dall’unità di squadra, proseguendo nell’assenza di polemiche ed accuse a l’uno o all’altro reparto ai microfoni delle varie emittenti tv, fino all’assunzione ferma di responsabilità nel prendere decisioni anche impopolari. Fino all’anno scorso infatti, tutto questo non c’era, semmai il contrario, e purtroppo questo clima velenoso si è ritorto sulle energie profuse per il progetto 2019, il quale è partito veramente male mentre ora, invece, sembra prendere una piega decisamente diversa.
Enorme è lo stupore e tanta è la gioia nel vedere che, finalmente, in quel di Maranello hanno le idee chiare e che il tanto lavoro svolto nel cercare di migliorare la monoposto e raddrizzare una stagione decisamente amara, stia portando i suoi frutti. Gli sviluppi hanno funzionato cosi bene che hanno permesso alla Rossa di riuscire in una impresa laddove non era mai riuscito nessuno prima d’ora: finire con tutte e due le macchine sui gradini più alti del podio.
Nel gergo popolare si dice che una rondine non fa primavera e, sebbene ci affacciamo all’autunno, fa lo stesso; perché ora bisogna correre subito in quel di Sochi, per cercare immediatamente conferme. Il buon Binotto a dire il vero, non vede l’ora, in quanto la pista russa presenta delle analogie con quella asiatica (se non altro le tante curve da trazione) e sarà molto interessante, non che cruciale ai fini del progetto futuro, vedere come la SF90 si comporterà. Questa fantastica doppietta ripaga tutti gli sforzi fatti dal team principal, che tanto ha dovuto lottare per essere dov’è. La F1 non si basa su magie o miracoli, solo sul duro lavoro, sulle competenze e soprattutto sulla reale voglia di vincere.
Questa doppietta va a zittire anche coloro (e sono tanti) che chiedevano la sua testa già in quel d’Australia. Su queste pagine l’ho scritto più volte, cambiare sempre non è bene. Applicare le regole calcistiche ad uno sport come la F1 è deleterio. Un team vincente ha per caratteristica principale la stabilità (in Mercedes le uniche persone che sono state “rimosse” dal tempo o per normali avvicendamenti sono state Niki Lauda e Aldo Costa, il che la dice lunga sulla lezione che bisogna imparare dai teutonici) e in Ferrari da troppo tempo questa virtù è una sconosciuta. La strada sembra quella giusta, la Russia ci dirà.
Cosi come chi dovrà dimostrare che la “primavera” sia ritornata davvero è Sebastian Vettel. Quella di domenica scorsa è stata una vittoria molto importante, di certo non ai fini della classifica, sia chiaro. Vettel, ormai da tempo, navigava in un limbo che pareva non avere fine. E tante sono state le illazioni sul suo prossimo futuro. Questa vittoria fa bene al cuore e soprattutto alla testa… perché se il primo è vuoto e non ti porta a nulla, la seconda se non funziona non ti fa fare nulla.
La conferma che Sebastian deve dare, a mio giudizio, non è tanto in una nuova vittoria, semmai nella “cattiveria”. Perché, diciamocela tutta: il tedesco in qualifica le sta prendendo di santa ragione dal compagno di box e soprattutto, sebbene il suo undercut sia stato sacrosanto al fine di coprire Verstappen, è anche vero che è stato anche un grossissimo aiuto da parte del muretto capitanato da Binotto. Il TP con quel “punto” detto (via radio) in maniera perentoria a Charles, ha fatto capire innanzitutto che finalmente c’è qualcuno che comanda in squadra e nel contempo sta facendo “da padre” al monegasco.
Charles, durante tutto il week end non ha sbagliato nulla, come ho già detto precedentemente, il ragazzo è in “zona wow” e non lo ferma più nessuno. Giusto che sia contrariato, giusto che non si accontenti; solo che era anche giusto aiutare Vettel a uscire da quel pantano nel quale era finito da oltre un anno. Ecco perché anche per il tedesco una rondine non fa primavera, ed ecco perché è importante che dia un segnale chiaro vincendo di prepotenza e forza come ha fatto Charles in Belgio e in Italia.
Binotto poteva tranquillamente portare la doppietta a casa (solo a piloti invertiti), ordinando lo switch durante la gara e giustizia (nei riguardi di un Leclerc perfetto) sarebbe stata fatta. E’ anche vero, che il team principal ha voluto “lavare” lo sgarbo monzese (facendo quindi giustizia nei riguardi di Seb… sebbene il tedesco ha la sua responsabilità nella mancata pole italiana) e nel contempo mettere le cose in chiaro, facendo capire chi comanda.
La strada imboccata dalla scuderia Ferrari sembra proprio quella giusta. Hanno la coppia di piloti più forti e soprattutto tanta, tanta fame, La Russia è dietro l’angolo come si suol dire, e presto avremo le nostre conferme; presto sapremo se a Maranello sarà arrivata la primavera; oppure ci siamo solo illusi tutti quanti.
Una rondine non fa primavera?
Autore: Vito Quaranta – @quaranta_vito