Anteprima GP Messico 2019: Fra i due contendenti il terzo gode?
Campioni. Ancora loro. Per ben 6 volte di fila. Tutti i record sgretolati. Parliamo di Mercedes AMG, dominatrice assoluta della scena ibrida. I successi non si costruiscono in 2 giorni. Il trionfo è fatica, notti insonni, dure battaglie, dubbi, momenti di sconforto, critiche, insicurezze, rifiuti ed avversioni. Grazie alle dure battaglie, alla “persistenza” ed a quella “sublime” disciplina, tutto arriva. Poi, il silenzio. Il “non rumore” di chi non deve aggiungere nulla più alla meraviglia dei fatti. Doverosa, da parte mia, la sviolinata. Altrettanto necessaria, anche se in toni contrari, la tirata d’orecchie al Cavallino, oramai più simili a quelle di un asino dietro la lavagna.
Si, perché alla fine girano. Le palle. Tremendo il fastidio, per ferraristi e non, di dover “sopportate” un altro trionfo Mercedes. L’ennesimo. Negli ultimi anni l’unica scuderia che veramente ha saputo impensierire l’armata grigia è stata la Ferrari. Le armi non le sono certo mancate. Credo di non sbagliarmi dicendo che non le hanno sapute usare. Peccato. Red Bull, cambiando bersaglio, non è certo più giustificata. Basta dire: “ Eh..se avesse un motore potente come Ferrari e Mercedes se la giocherebbe”. Bene, anzi benissimo. Che lo costruiscano invece di pensare a cambiare il nome a Toro Rosso. AlphaTauri? Una macchina spaziale? Ah no… è un marchio di moda. Vabbè…
Esauriti i convenevoli, si parte.
Anteprima GP Messico 2019: Orari Italiani
Venerdì – FP1: 17.00 – FP2: 21.00
Sabato – FP3:17.00 – Qualifiche:20.00
Domenica – Gara: 20.10
Anteprima GP Messico 2019: Layout
Il tracciato Hermanos Rodriguez è composto da 17 curve (11 a destra e 6 a sinistra) che si srotolano lungo un percorso orario di 4.304 km. L’Autodromo messicano è collocato ad oltre 2 km sul livello del mare. Tutto ciò rende il giro di 4,3 km un’esperienza “senza fiato”. La pista, nonostante le modifiche subite durante gli ultimi anni, segue tuttavia lo schema originale del 1959. La differenza principale ha visto “l’eliminazione” della curva parabolica stile Monza, creando una serpentina che entra nel cuore dello spettacolare scenario dello stadio. Il resto della pista si snoda attraverso il vecchio stadio di baseball del Foro Sol, offrendo uno dei panorami più singolari della F1.
Le curve più importanti, collocate nell’ultimo settore, faranno la differenza sul giro. In questa zona, trazione meccanica e gestione temperatura degli pneumatici, saranno alla base del buon rendimento della vettura. Un eccessivo scivolamento del retrotreno, provocato dall’ over-heating delle gomme posteriori, risulterebbe assai nocivo.
Uno dei punti chiave del tracciato è la partenza. Il via, cruciale in ogni Gran Premio, qui aumenta la sua importanza visti i 948 metri previsti per arrivare alla prima staccata. Le velocità, in media sui 340 Km/h, rende la frenata dopo lo start molto complicata per via degli pneumatici non ancora in temperatura. In uscita da curva 3 ecco l’altro rettilineo, dove i piloti potranno utilizzare la seconda zona DRS. La successiva decelerazione, zona dove effettuare molti sorpassi, risulta la seconda più severa del giro.
Anteprima GP Messico 2019: Aerodinamica
Data la peculiare ubicazione del tracciato messicano, che prevede un’altitudine di 2.286 metri, anche a livello aerodinamico le cose cambiano. Vista la minore densità dell’aria, spinta verticale e resistenza all’avanzamento diminuiscono il propio valore. Per dare due numeri, parliamo di circa il 20-25%. L’assetto della vettura pertanto risulta molto più complicato del previsto. Sensazioni del pilota a parte, formare un angolo maggiore tra asfalto e diffusore sarà utile per gestire nella maniera corretta il carico al posteriore. A livello sospensivo, “alleggerire” la monoposto utilizzando molle più morbide aiuterà non poco nella gestione della downforce.
Anteprima GP Giappone 2019: Power Unit e Trasmissione
Malgrado la presenza di lunghi tratti rettilinei, il raffreddamento del propulsore resta comunque molto importante. La criticità, creata dalla rarefazione dell’aria, mette sotto notevole stress il turbo, dovendo lavorare molto di più per raggiungere i livelli di sovralimentazione dei circuiti con altitudine pari a zero. Per questa semplice ragione, le vetture che dispongono di un turbo più grande troveranno giovamento. Da tenere sotto controllo il range di erogazione. I motoristi faranno la vorare gli endotermici tra i 6000 e i 9000 rpm.
In Messico, la parte elettrica della power unit, pur non producendo dati tali da ritenerla fondamentale, resta comunque molto importante. Il recupero dell’energia cinetica e dell’entalpia dei gas di scarico in eccesso, ottenuta tramite il sistema MGU-H, ha un valore pari a 2481 kj. Sommandoli ai 977 kj ottenuti dall’MGU-K si raggiunge un totale di 3458 kj per ogni tornata. In termini cronometrici l’energia prodotta fornisce un vantaggio di circa 2,5 secondi al giro, offrendo 15 chilometri in più nella velocità punta.
Anteprima GP Giappone 2019: Carburante
Fattore importante, sopratutto nell’era moderna della F1, è il consumo. In questo caso, tenendo in conto delle caratteristiche peculiari del layout messicano, possiamo dire che l’esigenza dei *** sui carburanti è poco sensibile all’effetto peso. Risultano “solo” 0,12 i secondi spesi in più per ogni 10 kg di carburante imbarcato. Al contrario risulta molto più interessante il dato legato alla potenza. Ogni 10cv disponibili consentono un miglioramento prestazionale al giro di 0,25 secondi.
Anteprima GP Giappone 2019: Impianto frenante
Delle 10 frenate dell’Autodromo Hermanos Rodríguez 3 sono classificate dai tecnici Brembo come impegnative per i freni, nessuna è di media difficoltà e 7 sono light. La più impegnativa in assoluto è la frenata alla prima curva dopo il traguardo perché la velocità delle monoposto passa da 362 km/h a 110 km/h in appena 145 metri. Per percorrerli i piloti esercitano un carico di 177 kg sul pedale del freno per 2,52 secondi durante i quali subiscono una decelerazione di 5,4 g. Alla curva 4, anch’essa posta dopo un rettilineo in cui è possibile usare il DRS, servono invece 2,43 secondi per non arrivare lunghi.
Le monoposto vi arrivano a 338 km/h e sono rallentate fino a 105 km/h grazie ad un carico di 166 kg sul pedale di freno. Bastano invece 1,93 secondi e 114 metri alla curva 12 in salita per abbattere la velocità da 324 km/h a 137 km/h. I 4,6 g di decelerazione dimostrano che anche questa frenata non può essere sottovalutata, così come i 114 kg di carico sul pedale del freno. Nel tratto di pista compreso fra le curve 5 e 7 invece i piloti usano i freni per spazi sempre inferiori ai 65 metri. D’altro canto in tutte e 3 queste frenate il gap di velocità non raggiunge in nessun caso gli 85 km/h .
Anteprima GP Giappone 2019: Previsioni
Le parole, armi invincibili nelle mani della persona giusta, sanno spesso nascondere, al contempo, incertezze e garanzie. I dubbi, quelli di Toto, ci sono: “L’elevata altitudine della pista presenta alcune sfide piuttosto insolite poiché la bassa densità dell’aria influisce sulla deportanza della monoposto, sul raffreddamento e sulle prestazioni del motore. E’ una combinazione che non si adatta particolarmente alla nostra macchina”. Le certezze, quelle di Binotto, anche: “Dopo due gare nelle quali avremmo potuto fare meglio, ci presentiamo in Messico con la voglia di portare a casa il massimo risultato. Cercheremo di conquistare la sesta pole position consecutiva, per poi puntare alla vittoria”.
Nient’altro da aggiungere direi. A sto giro, il brillante manager austriaco dice la verità. Anche se non ci vuole credere. Mentre il tecnico svizzero, raccontando quello in cui crede, non ha certezze sulla verità. Una cosa è certa comunque. Drag e downforce riducono il loro effetto in Messico. Questo dato, comunque importante, vale per tutti. Mentre invece le cose cambiano parlando di Power Unit. Quella italiana, ultimamente “più famigerata che mai”, sembra avere un paio di vantaggi in Messico. Oltre alla potenza extra in qualifica, dispone di una migliore refrigerazione abbinata ad un turbina più efficiente. Questo fatto spaventa Toto, esaltando Mattia.
Tra i due litiganti il terzo gode? Eh si… a volte succede. Se dovessi scommettere un dollaro, io, lo farei sul team austriaco. Non necessariamente li vedo favoriti, anche se, tenendo in conto le vecchie edizioni, le vetture con più carico sono sempre andate fortissimo in Messico. Insomma…nella bagarre, il team di Milton Keynes, lo metto.
Autore: Alessandro Arcari – @BerrageizF1
Foto: Ferrari – F1