Anteprima GP Stati Uniti 2019: Sfida a tre per la vittoria…
Oramai ci siamo. Sono quattro i punti di vantaggio che mancano a Lewis Hamilton e la festa è servita. Per laurearsi campione del mondo per la sesta volta, l’ottavo posto sarà più che sufficiente. Malgrado ciò, la voglia di vincere del pilota di Stevenage non si placa. La sete di record non è mai doma. Bene cosi. Meglio per lo spettacolo. Ferrari, d’altra parte, vuole immediatamente voltar pagina. L’ennesima prova mondiale buttata al vento, malgrado la partenza in prima fila, fa male. La strategia non perfetta e una gestione di gara alquanto discutibile hanno relegato Charles Leclerc, scattato in pole, addirittura al quarto posto. Mentre Sebastian, autore di una Gran Premio praticamente perfetto, non è mai stato in grado di impensierire la vittoria del attuale leader del campionato. Francamente non può e non deve essere un risultato soddisfacente.
Poi c’é Red Bull. Probabilmente, l’occasione d’oro, l’hanno sprecata. In Messico tutto sembrava essere dalla loro parte. Max, però, ancora una volta sbaglia. La quantomeno “stravagante” personalità dell’olandese esce ancora una volta fuori. In un week-end in teoria tutto in discesa, si erige a sommo protagonista. In negativo, però. Dopo la “brutta figura” rimediata durante la qualifica, “giocando” con la sicurezza in pista, in gara si ripete. Troppa la foga utilizzata in partenza. Certamente esagerata la voglia di dare tutto subito alla prima curva. Nonostante Verstappen sia cresciuto a livello caratteriale, sotto questo aspetto il lavoro è ancora lungo.
Anteprima GP Stati Uniti 2019: Orari Italiani
Venerdì 1 novembre: FP1: 17.00-18.30 – FP2: 21.00-22.30
Sabato 2 novembre: FP3: 19.00-20.00 – Qualifiche: 22.00-23.00
Domenica 3 novembre: Gara: 20.10
Anteprima GP Stati Uniti 2019: Layout
Il Circuit of The Americas è composto da 20 curve (9 a destra, 11 a sinistra) che si srotolano lungo un percorso di 5.513km. Il circuito americano è stato progettato insieme a Hermann Tilke, che ha collaborato con lo studio di architettura americano HKS. La prima volta ad Austin risale alla stagione 2012. A poche tornate dalla fine, Lewis Hamilton sferra l’attacco decisivo a Sebastian Vettel, vincendo la prima edizione del Gran Premio americano. Molte curve del COTA risultano piuttosto familiari. La serpentina 3-4-5 ricorda le mitiche Maggotts/Becketts di Silverstone, o perché no, il famoso snake di Suzuka nel primo settore, mentre la 12 e la 15 sono una copia dello stadio di Hockenheim. Analizzando il layout troviamo molti spunti interessanti per capire le caratteristiche della pista. Curva 1, con un raggio molto stretto, possiede una pendenza veramente notevole. Questo fattore peculiare rende la prima staccata “cieca”. L’imbuto che si forma, soprattuto al via, crea spesso situazioni particolari e difficili da gestire, malgrado le ampie via di fuga presenti sul tracciato.
Successivamente, ecco le curve in rapida successione 3-4-5, fondamentali per realizzare un buon tempo nel primo settore. Importante la staccata di curva 11 che immette nel lungo rettilineo. Qui, la giusta trazione permetterà di raggiungere le velocità di punta migliori. La successiva frenata, curva 12, è la più severa del tracciato, teatro della maggior parte dei sorpassi. Poi, nel terzo settore, ecco la zona che comprende le curve 16-17-18, che ricordano il tracciato di Istanbul. Qui, il pilota non deve assolutamente alzare il piede ma, bensì, parzializzare l’acceleratore per poi andare a “full throttle” in uscita. Le vetture che godono di un spinta verticale superiore, generata da corpo vettura e fondo scalinato, avranno un cospicuo vantaggio in questa parte del tracciato.
Anteprima GP Stati Uniti 2019: Aerodinamica
Il lungo rettilineo presente nel secondo settore del tracciato americano risulta cruciale ai fini di una buona riuscita del giro. Un buon coefficiente di penetrazione aerodinamica è pertanto fondamentale per sfruttare questa zona. La pista consiglia un “atteggiamento aerodinamico” da medio-basso carico. In questo senso, un bilanciamento adeguato, capace di garantire giusta velocità e downforce nelle parti più lente, sarà alla base della corretta performance della monoposto. Nelle due zone DRS, previste per l’edizione 2019, l’impatto dell’ala mobile sara mediamente influente. Secondo le simulazioni effettuate, il delta creato dall’utilizzo del sistema prevede un incremento di velocità di circa 10 km/h.
Anteprima GP Stati Uniti 2019: Power Unit
Il Circuit of The Americas possiede delle peculiarità parecchio interessanti. In Texas, Il “power effects” sul lap time, risulta molto alto. Anche a livello di gestione di energia, il tracciato statunitense presenta caratteristiche interessanti. Per via del lungo rettifilo, infatti, il sistema ibrido deve essere in grado di garantire un buon recupero di energia, per “sostenere la performance” nel lungo tratto rettilineo.
Il motore endotermico delle differenti vetture di Formula Uno sarà messo piuttosto sotto torchio. I piloti infatti dovranno avvalersi della massima potenza generata dal propulsore per il 60% circa del giro. Nell’era moderna non possiamo cerco dimenticare l’estrema importanza delle parti ibridi. Negli Stati Uniti, l’influenza sul rendimento si attesta su valori medio-alti. Il recupero dell’energia cinetica e dell’entalpia dei gas di scarico in eccesso, ottenuta tramite il sistema MGU-H, ha un valore pari a 3187 kj. Sommandoli ai 1112 kj ottenuti dall’MGU-K si raggiunge un totale di 4299kj per ogni tornata. In termini cronometrici l’energia prodotta fornisce un vantaggio di circa 3 secondi al giro, offrendo 18 chilometri in più nella velocità punta. Pertanto, stilando una percentuale, il sistema ibrido avrà un’influenza pari al 3% del computo totale del giro.
Anteprima GP Stati Uniti 2019: Lubrificanti
Altro aspetto importante, assolutamente da non trascurare, sono i lubrificanti. I sali-scendi del tracciato americano “centrifugano l’olio” cambiandone la pressione. Il sistema di pescaggio del serbatoio è pertanto molto sollecitato, andando a “scoprire” il pescante. Per questa ragione, alcune parti del propulsore endotermico, potrebbero patire carenze a livello di lubrificazione delle parti meccaniche.
Anteprima GP Stati Uniti 2019: Consumi e trasmissione
Il consumi sono un fattore da tenere sempre sott’occhio durante un Gran Premio di Formula Uno. Analizzando la conformazione del tracciato statunitense, possiamo definire il COTA come un circuito dai consumi contenuti. La configurazione da medio-basso carico aerodinamico aiuterà i piloti, che non dovranno dedicare troppo tempo al fuel saving.
I 100Kg previsti per disputare l’evento saranno pertanto facilmente gestibili, pensando ai 105 kg massimi imbarcabili. Il numero delle cambiate che le monoposto devono effettuare ad Austin, durante un giro, sono tra i valori più alti dell’intera stagione. Per questo fattore, parlando di trasmissione, il cambio sarà piuttosto sollecitato nel corso del finse settimana,
Anteprima GP Stati Uniti 2019: Impianto frenante
I piloti di Formula Uno utilizzano i freni solo in corrispondenza di 9 delle 20 curve del tracciato, cioè 3 in meno di quanto non facciano i piloti della MotoGP. Grazie all’aderenza garantita dai 4 pneumatici, le auto non hanno infatti bisogno di frenare alle curve 3, 6 e 16. In un giro completo della pista di Austin i freni di ciascuna vettura sono in funzione per 17 secondi circa. In media, nel GP Stati Uniti, le monoposto usano i freni per 16 minuti, equivalenti al 19 per cento della durata della gara.
La decelerazione media sul giro è di 3,8 g, ma sono ben 4 le curve in cui si raggiungono almeno i 4,7 g. L’energia dissipata in frenata nel corso dell’intero GP da una monoposto è elevata: 220 kWh, quasi come al GP Bahrain. Invece, il carico esercitato da ciascun pilota dalla partenza alla bandiera a scacchi sul pedale del freno, non è tra i più alti del mondiale: 51,3 tonnellate, ossia un quarto in meno del GP di Singapore. In altre parole, ciascun pilota è chiamato ad uno sforzo di circa 546 kg per ogni minuto di guida.
Anteprima GP Giappone 2019: Previsioni
Mancano oramai tre gare alla chiusura della stagione 2019, ed i giochi sono fatti. La voglia di lottare però sembra essere ancora intatta per tutti. Il team da battere, se non altro per gli strepitosi risultati che ancora una volta sta ottenendo, ha un nome ben preciso. Mercedes AMG. La scuderia di Brackley ha superato brillantemente la difficile prova del Messico, portando a casa, in un Gran Premio sulla carta problematico, addirittura il bottino pieno. L’ottima gestione degli pneumatici, la configurazione aerodinamica del cofano motore per smaltire le altre temperature di esercizio, ed il solito harakiri Ferrari hanno fatto bingo. Il team di Maranello, in questo senso, ha tanta voglia di riscatto. Come quasi sempre del resto.
Dopo le sei pole position consecutive, la SF90 punta alla settima. Sembrerebbe, secondo fonti raccolte da FUnoAT, che per il prossimo round mondiale, il tecnici di Maranello stiano studiato un differente approccio al fine settimana. L’obbiettivo è quello di concentrarsi di più sulla comprensione della vettura, cercando un assetto che possa soddisfare maggiormente i piloti in configurazione da Gran Premio. Vedremo se, a giochi fatti, per realizzare tale volontà, la qualifica sarà in qualche modo “penalizzata”. D’altronde si sa… i punti si fanno la domenica.
Anche in America, seppur per fattori differenti, non dobbiamo assolutamente sottostimare la Red Bull. La vettura austriaca, capace di produrre un valore di downforce molto elevato, si troverà a suo agio soprattutto nel terzo settore. Inoltre, il propulsore Honda, è pronto a sbloccare ulteriori cavalli, giocandosi il tutto per tutto in questo finale di stagione. Se il team di Milton Keynes, a differenza del Messico, saprà gestire meglio la situazione del week-end, massimizzando le prestazioni della propria monoposto, la sfida a tre sembrerebbe servita…
Autore e foto: Alessandro Arcari – @BerrageizF1