Gli appassionati di F1 ben sanno che le parole di Flavio Briatore raramente passano sotto traccia, sia perché il manager piemontese è da sempre uno che non che non le manda a dire, sia a causa della considerazione di cui gode per i suoi successi sportivi nella massima serie automobilistica.
Qualche giorno fa, nell’ambito di un’intervista a “La politica nel pallone” a Rai Gr Parlamento, Briatore si è espresso senza mezzi termini sulla coppia di piloti Ferrari, incensando Leclerc e degradando Vettel.
“La Ferrari deve puntare tutto su Leclerc se vuole vincere il Mondiale: è più veloce di Vettel ed è pronto a vincere. Se io fossi il team principal, lo sceglierei come primo pilota. Vettel è uno bravo e può rimanere però come secondo, ma non si deve sacrificare Charles per lui.”
Dichiarazioni che arrivano in un momento storico delicato per Ferrari sull’equilibrio fra i due alfieri del Cavallino. Tanto si è detto e scritto a proposito, personalmente permettetemi di dire, forse anche troppo, specialmente dopo l’estate. Dalla scuderia e dai diretti interessati, si è cercato di spegnere un incendio che può esistere a livello di competizione, come è sacrosanto che sia, ma che di certo (e lo confermano le immagini pre podio del GP del Giappone) finora non ha prodotto alcuna ostilità a livello personale fra i due. Briatore affonda consapevolmente il coltello in un punto dolente a Maranello, non solo da oggi: la gestione piloti. Quest’anno, complice anche il debutto di Binotto nelle vesti di team principal e, soprattutto, la repentina esplosione di Leclerc che è andato crescendo fulmineamente, trasformando (vedasi l’approccio alla Q3) debolezze in forze, non è stato semplice calibrare e preservare gli equilibri stabiliti da palmares ed esperienza a favore di Vettel. Ci si è trovati, insomma, con le carte in tavola a cambiare valore e ordini di grandezza a partita in corso. La confusione c’è stata, si veda la partenza a Sochi o la qualifica del GP d’Italia, ma ora esiste anche l’esperienza per evitarla.
L’ex capo sportivo della Benetton ha indubbiamente un fiuto di pregio per i campioni (due su tutti lanciati da lui sono stati Michael Schumacher e Fernando Alonso), per il cavallo di razza, ma non ha mai lavorato in Ferrari e qui lo si sente in particolare: “Tutti lavorano insieme, sono solo chiacchiere quelle sul gioco di squadra” perché in questo passaggio, Briatore non tiene conto di una differenza di base fondamentale. Ossia che la mentalità del Cavallino è diversa da ogni altro team: prima ancora del pilota (o al massimo affiancata quando si tratta di un fuoriclasse) viene la visione d’insieme: il famoso ”Essere Ferrari”. Un hashtag che dice tutto senza bisogno di grandi spiegazioni: uno spirito, una tradizione, un’identità, un brand che trascendono il pilota per resistere al tempo e alle ere, più o meno felici, in F1. Ed è con questo metro, con queste “lenti focali di pensiero”, che si devono sempre valutare le mosse di Maranello su quanto concerne i piloti.
Tutti abbiamo capito, visto, individuato il talento esplosivo di Charles che, oltretutto, si sposa ad una crescita impressionante in velocità e in capacità di maturare correggendo le proprie mancanze. Eppure è al solo al suo secondo anno di F1 e l’esperienza è ultra necessaria e sono proprio le storie di tutti i grandi campioni del passato che hanno segnato un’epoca a dimostralo.
E’ vero che dal team devono essere più chiari incisivi per evitare tensioni, ma la mentalità di Briatore è estrema: ha innegabilmente ragione sulle doti di Leclerc, ma pretende tempi e modi che non appartengono allo stile Ferrari. A Vettel riserva uno dei suoi famosi “Sei fuori!”, escludendolo dai migliori piloti in attività (per lui Verstappen e Lerclerc su tutti): è vero che Seb dovrà abdicare al cambio generazionale e son reali certe sue gare non all’altezza, vedi Monza, ma è ingeneroso passare sopra al suo palmares, non citare alcune buonissime prestazioni, come quella dell’ultimo weekend, pole e ottima gara, con l’unico neo dello start.
Io credo di più ad una staffetta di primato fra i due che vedrà solo la pista a stabilire i gradi, qualcosa che però dovrà essere gestito e colto dalla squadra con maggiore piglio di quest’anno, evitando i non detti o i detti a metà che sono la peggior cosa per una squadra, perché rischiano di alimentare veleni e sospetti che fin qui sia Vettel che Leclerc sono stati intelligenti a non far crescere o a covare, in nome proprio dell’ #essereferrari. Uno switch repentino, dichiarato, come quello suggerito da Briatore rischierebbe di mettere troppa pressione sulle spalle di Charles che resta sempre solo alla seconda stagione e di mortificare eccessivamente un 4 volte Campione del Mondo come Sebastian. Verrà il tempo per tutto e sarà la competizione concreta a dirlo.
Autore: Elisa Rubertelli – @Nerys_
Foto:
– Alessandro Arcari – @berrageizf1
– Ferrari
Il parere di Briatore non interessa a nessuno…un milionario bannato dal circus perché macchiatosi del più grave dei “crimini” sportivi, le sue parole e i suoi pensieri non dovrebbero essere ascoltati e tantomeno pubblicati
Una persona che ha organizzato un incidente per fare vincere il suo pilota di punta, non dovrebbe nemmeno più permettersi di sentenziare quello che succede nel Motorsport.