Ferrari: una tempesta in un bicchiere d’acqua
Alla fine degli anni Ottanta, la Formula Uno fu sostanzialmente dominata (e che dominio) dalla McLaren motorizzata Honda. Alcune gare erano noiose quanto e forse più di quelle dell’attuale impero Mercedes. Tuttavia, nel ricordo e con il tempo, giganteggia sempre di più, in quel dominio, lo scontro titanico fra i due alfieri delle frecce biancorosse sponsorizzate Marlboro: Prost e Senna.
I due se le diedero dentro e fuori dalla pista, e ci passò pure la Ferrari che, nel 1990, il titolo lo avrebbe certamente meritato. Ma Senna si doveva vendicare di Prost per il titolo che, riteneva, gli avesse scippato il francese l’anno prima a Suzuka. Solo che, nel frattempo, Prost era passato in Ferrari, e la pugnalata al cuore ce la prendemmo noi incolpevoli ferraristi, sempre a Suzuka.
Quando Vettel era in Red Bull, mentre frantumava titoli, gli sgarbi con Webber erano all’ordine del giorno. E ci fu più di qualche episodio imbarazzante.
Hamilton e Rosberg sono passati dall’essere amiconi, man mano che trascorrevano le stagioni di coabitazione e, soprattutto, con il dominio nell’era ibrida, al disprezzarsi più o meno silenziosamente. Nel 2016 la guerra di nervi e in pista toccò vette elevatissime.
Nessuno mi toglie dalla testa che Rosberg si sia ritirato, da campione del mondo, perché si sentiva completamente svuotato e sapeva che, l’anno dopo, Hamilton avrebbe cercato di massacrarlo sul campo.
Ricciardo e Verstappen se le sono date di santa ragione, talvolta.
Di recente abbiamo assistito, e stiamo assistendo, ad una nuova “coabitazione problematica”. Quella in Ferrari fra Vettel e Leclerc. Il “vecchio” campione plurititolato e il giovane “rampante”.
E’ una storia vecchia come il mondo, e vecchia come l’automobilismo sportivo.
Il tuo primo rivale, si dice, è il tuo compagno di squadra. Nulla di più vero.
Ora, leggo titoli assurdi, non so quanto verosimili (secondo me assai poco), legati al futuro di Vettel. Addirittura… un suo abbandono anticipato alla Ferrari alla fine di questo campionato. Per me è fantascienza, ma magari prendo io una topica clamorosa. Toccherà aspettare qualche mese e sapremo.
Si sa come funziona la stampa. Contano i titoloni, che sul web poi si trasformano in click etc etc…
Poi, magari c’è si qualche screzio, i team radio qualcosa significano ma, per ora, non siamo all’Armageddon e si tratta, a parere del sottoscritto, di normale dialettica sportiva fra due “cannibali”.
Quindi è, allo stato attuale, una tempesta un pochino esagerata.
Certo, resta un fastidioso rumore di fondo.
Sa, o vuole, la Ferrari (e Mattia Binotto) gestire i due piloti per evitare che danneggino il team?
Questa è la scommessa. La Ferrari, con la coppia di piloti 2019, ha invertito una tradizione consolidata dall’era Schumacher (e ripresa dalla Mercedes con il servizievole Bottas), quella di avere un leader indiscusso e un gregario indiscusso. Anche Kimi, alla fine, era subordinato a Sebastian nella sua ultima esperienza in rosso.
Possono due galletti coesistere assieme? La storia ci dice, quasi sempre, no.
Dunque? Dipende dalla Ferrari.
Anche perché, se ne esce fuori una guerra “fratricida”, Mercedes sentitamente ringrazia.
Autore: Giuliano Duchessa – @giulyfunoat