La “maleducazione” di Max
Come si fa a perdere un GP praticamente già vinto? Semplice… o ti chiami Ferrari o ti chiami Max Verstappen. Evidentemente, non basta la superiorità degli anglo-tedeschi nell’ammazzare un mondiale già segnato dall’inizio: anche gli avversari ci devono mettere il loro personale carico da novanta, come si suol dire. In Messico oltre alla Ferrari, i favoriti erano i bibitari. Ed infatti, le attese non sono state affatto smentite con un Verstappen in grande spolvero… fino a quando non è arrivato il momento di fare sul serio e, inevitabilmente, l’adrenalina sale. Purtroppo quello a cui abbiamo assistito sabato, nelle qualifiche messicane, non è altro che il riassunto dell’approccio dell’olandese alle corse. In sostanza, abbiamo visto all’opera quella che io definisco “la maleducazione” di Max.
Per capire il comportamento di Verstappen è fondamentale conoscere il prima e il dopo del suo vissuto. Solo cosi ci si può dare una spiegazione sui suoi atteggiamenti. Ho detto più volte, su queste pagine, che il modo di fare del giovane talento di casa Red Bull non è altro che il frutto di un’educazione ricevuta sin da bambino. Il mantra al quale il padre Jos lo ha abituato è stato quello di non cedere nemmeno un millimetro, pena punizioni pesantissime. Nei miei commenti, definisco questi atteggiamenti del tipo “boia chi molla”: c’è da dire che, in gara, detti comportamenti, nel limite della sportività, funzionano eccome. Di fatto hanno portato Max ad eccellere, nonostante la sua giovane età. Purtroppo, il suo talento è anche la sua maledizione; e la sua “maleducazione” potrebbe giocare, in futuro, brutti scherzi al giovane talento.
Tutti noi sappiamo cosa significa vedere una bandiera gialla sventolare, e altrettanto e soprattutto i piloti. Eppure, nonostante tale consapevolezza, Verstappen ha continuato a tenere giù il piede sull’acceleratore. Questo, in barba agli avversari che prontamente hanno rallentato e alla sicurezza che il momento richiedeva. La domanda è: davvero l’olandese credeva che tutto questo sarebbe passato in secondo piano? La risposta già la conoscete, se non altro per come si è comportato in press conference.
All’indomani del GP del Messico, come è consuetudine, ho scritto “La storia siamo noi” riportando l’episodio che accadde nel 2016, quando Max tagliò clamorosamente la curva senza cedere la posizione a Seb (condizionando pesantemente il finale di gara, tra l’altro). Ora, tutti sapevano che Max avrebbe dovuto cedere il suo posto, eppure il pilota non lo fece e salì, convinto del suo risKultato, fin quasi sul podio. Quasi, perché venne bloccato poco prima della premiazione. A distanza di tre anni, commette un nuovo errore clamoroso che gli è costato il GP, mostrando la sua persistente immaturità. Vedere una bandiera gialla significa pericolo, rallentare al suo sventolare significa avere rispetto per i colleghi che sono in pista con te e, soprattutto, per quelli che hanno causato quelle bandiere gialle. L’olandese ha pensato bene di continuare perché, evidentemente, lui era immune a quello sventolio. La riprova ne è stata la conferenza stampa, in cui candidamente ha ammesso di non aver rallentato.
Ciò che più mi rammarica è che la Federazione abbia preso provvedimenti solo dopo l’accaduto, o meglio, solo dopo aver ascoltato le dichiarazioni del pilota olandese (sebbene la FIA smentisca questo… “excusatio non petita, accusatio manifesta”, dicevano i latini) nelle interviste post qualifiche. Purtroppo, la “maleducazione” di Max in quel frangente è stata plateale e non gli ha permesso di tenere la lingua a freno, altrimenti “il sistema” avrebbe chiuso un occhio creando un pericoloso precedente e lasciandogli la pole. Verstappen è un grande talento, eppure la sua bravura è direttamente proporzionale alla sua “maleducazione” alle corse e questo, in futuro, potrà essere un grande limite.
Limite che, purtroppo, si è visto la domenica. Infatti, non pago del sabato, allo spegnersi dei semafori, si “incorna” con Lewis (il quale è stato comunque fortunato) finendo la sua gara in quel momento. In questo mondiale è già il terzo GP che l’olandese termina alla prima curva. E per un pilota che è in un top team da almeno tre anni, questo non è un buon segno. Il paragone con il suo collega in rosso viene spontaneo: Charles è al suo primo anno in Ferrari eppure ha dimostrato una maggiore maturità e una maggiore tenuta mentale, considerando lo scomodo compagno che si ritrova.
Il mio non è “campanilismo” da tifo, cerco di essere il più obiettivo possibile e la realtà dice questo al momento. Quanto è costata cara questa “maleducazione”?
Ad essere sinceri non so se l’olandese cambierà in futuro. Di sicuro, con il padre che gli ronza sempre in torno difficilmente avverrà. Ed è un peccato perché, di talenti come lui ne nascono uno ogni generazione. Max bisogna accettarlo per quello che è, e allo stesso tempo, l’olandese si deve assumere le responsabilità delle azioni che commette… compresa quella di prendere in giro tutti in mondo visione, e quindi di essere retrocesso in gara, perdendola.
Nel futuro prossimo, le speranze iridate per l’olandese sono veramente ridotte al lumicino perché, a meno di un clamoroso balzo prestazionale di Honda, o di un improvviso ritiro di Hamilton, sarà costretto ancora ad attendere alla finestra. Nel frattempo, consiglio al ragazzo di fare tesoro dell’esperienza che accumula, in maniera tale da sfruttarla per tempi migliori.
Magari gli tornerà utile rallentare con una bandiera gialla, conservando così la pole, e magari ci vincerà anche un mondiale.
Auotore: @vito1976
Da Spa in poi, il pur bravo e talentuoso Max, non ne ha fatta una giusta e lo si dovrebbe dire proprio a lui che, arrogante com’è, non ammette e critica il prossimo.
Di fatto, ha vanificato l’eccellentissimo lavoro di Red Bull e Honda, proprio coloro che tiene sul filo, che critica, quasi minaccia, nell’indispensabilità di avere un motore e vettura ipercompetitiva.
Ebbene, a Spa lo erano, a Monza partiva ultimo è vero, ma erano veloci, lo era anche in Giappone (ok, a Suzuka il kamikaze è stato Leclerc).
In Messico avrebbe potuto vincere a meni basse, unico a far durare le “bianche” per 66 giri, solo Luigino ha retto con più di 40 giri (se sbaglio nei giri, correggetemi, grazie).
Potevano vincere e potevano condurre una serie di GP molto validi, invece? Si schianta, alla prima curva, al primo giro, o giù di lì, come nei tempi peggiori.
Il bravo Max diventerà un campione solo quando non sbaglierà, o sbaglierà una volta in 12 mesi, e solo in quel caso avrà diritto a chiedere un motore e una vettura più competitivi,
lui che ha distrutto il lavoro di altri in pochi metri.
Forse farebbe bene a concentrarsi di più sulla guida e meno su team, motorista e futuro; pedalare e non parlare…
Devo dire che sono completamente d’accordo con il buon Vito Quaranta.
Ma il team non gli dirà nulla?
È solo in bambino viziato, arrogante, antipatico con un padre senza cervello . Non poteva certo venir fuori una persona intelligente. Non vincerà mai niente ma sicuramente farà tanti danni.
Finalmente qualcuno che ha centrato il punto……il talento di Max non lo discuto neppure io che non sono sicuramente un suo fan…..ma se senza talento non si farà mai di un pilota un campione, è ancora più grave che il pilota che questo talento ce l’ha
lo vanifichi a causa della Jos…ite….
E intanto uno sconosciuto di nome Albon
gli dà 20 punti di distacco in poche gare….
…..e, a mio modesto avviso, merita il sedile della seconda Red Bull per il prossimo anno…..meno talento, ma più testa……