L’ingegnere del lunedì: L’incoerenza di Mattia Binotto
Le strategie, da tempo parte integrante della Formula Uno, “fregano” ancora una volta la Ferrari. O forse sarebbe più giusto dire che i ferraristi si “fregano”, ancora una volta, con le proprie mani. Si, si, lo so… parlare a posteriori è sempre facile. Siamo tutti ingegneri del lunedì. Lo riconosco. Ne prendo benevolmente atto. Noi non siamo lì, dietro il muretto. Non ci pagano migliaia di euro per decidere. Non abbiamo la prontezza di riflessi per farlo. Non capiamo una mazza a prescindere insomma. Proprio per quello stiamo dietro una tastiera. Ok, lo accetto. Però lasciatemi sfogare, polemizzare. La chiave è sempre quella: ironicamente seria. D’altronde, un “frescone” di pensiero come me, non mente mai. O per lo meno ci prova. Il mondo della Formula Uno sta restando senza geni. Ecclestone e Briatore non ci sono più, ed io sto cominciando a non sentirmi bene. “Stronsate” a parte, iniziamo.
“Che sfiga”. Mi spiego meglio. La “mala suerte”, come si dice in Messico, non aiuta di certo la Ferrari. Ad esempio il gruppetto dei doppiati. Parliamone. Decidono, del tutto autonomamente, di banchettare in mezzo alla via, malgrado i commissari non fossero d’accordo (uno di loro l’hanno dovuto portare addirittura all’ospedale, in elicottero per riattaccargli il braccio, staccatosi da quanto sventolava forte). Incuranti dell’arrivo del “tetesco di Germania” lo placcano con una mossa degna di un Castrogiovanni d’annata. Quattro i secondi persi da Sebastian. Solo 2 le imprecazioni via radio. Bomber.
Poi c’è pure Leclerc. Per gran parte del secondo stint è persino più lento di Vettel, malgrado calzasse gli stessi pneumatici ma molto più freschi. Solo in un secondo tempo si è scoperta la verità. Erano le “Super Hard” di due anni fa dipinte di giallo. In Pirelli ne avevano ancora troppe. Dopo aver provato a venderle ad una web pornografica, e finiti i tavolini di vetro da metterci sopra, hanno deciso di ributtarle nella mischia. Tra l’altro, stessa sfortuna è toccata a Sainz. Succede. Inoltre, per rendere un po’ più piccante la giornata ferrarista, hanno messo in scena un altro “teatrino”. Visto che il primo cambio gomme di Charles era andato bene, al secondo il meccanico della posteriore destra della vettura numero 16, gioca il Jolly. Malgrado la ruota fosse ancorata perfettamente le luci blu della pistola pneumatica si accendono, simulando pacchianamente un mal funzionamento del sistema. Il suggerimento arriva direttamente via WhatsApp da Briatore. Flavio voleva provarlo nel 2009, ma inspiegabilmente lo hanno “diseredato” dalla Formula Uno. Che ingiustizie, a volte!
Ieri. Dopo gara. Solito slot di interviste. Ecco arrivare Binotto. Domanda per lui: “Pole position stregata per voi? “No”, risponde Mattia. Occhio che adesso arriva pure un ragionamento serio. Non sono una persona superstiziosa, e chiaramente, a quanto pare, non lo è nemmeno il team principal della Ferrari. Fatto sta che il dato è li. Chiaro e limpido. Diafano e cristallino. Incontrovertibilmente fastidioso. Si, perché partire primi ed arrivare quarti non piace a nessuno. Mai. “Oggi siamo sicuramente dispiaciuti. Iniziando primo e secondo ci aspettavamo qualcosa di diverso. Il nostro ritmo generale era buono, ma sapevamo comunque che sarebbe stata una gara dura e tirata”. Non possiamo certo dargli torto. Bravo Mattia.
Il problema però è un altro. Secondo il boss della Rossa, a quanto pare, il lavoro svolto dal muretto non ha particolari cause. Hanno scelto due soste per Leclerc, perdendo di proposito la prima posizione. Senza difenderla. Pensando più ad Albon che alle Mercedes. Per carità… se le frecce d’argento avessero distrutto le Hard diremmo: “Grande la strategia della Rossa”. Peccato che non è andata cosi. Amen. Inoltre, tutti tranne Ferrari, a sto punto, sapevano che Mercedes avrebbe adottato una tattica ad una sola sosta. Pure i muri lo dicevano. Magari in messicano… ecco perché gli è sfuggito a Binotto.“Giocarsela quando non hai niente da perdere è più semplice”. Di questo ne prendiamo atto, Mattia. “La loro tattica è stata quella di fermarsi presto per fare un solo cambio gomme. Il tipo di scommessa che fai quando devi rincorrere” sostiene lo svizzero. “Mentre, quando sei davanti, non te lo puoi assolutamente permettere”. Va bene. Non fa una piega. Tutto giusto.
Invece, dico io, mollare la prima posizione a discapito di tre piloti, costringendo Leclerc ad effettuare la rimonta in pista per poi, una volta raggiunti, dover ingaggiare 3 duelli ha senso? In quel caso se lo potevano permettere? Non è polemica eh? Balle… lo è eccome. Ma d’altronde avevo avvisato. Non sto dalla parte di nessuno, io, solo perché non mi pagano (sto ridendo). Mi piacerebbe, come tanti altri, capire il perché di certe incongruenze. “Se dovessimo ripetere questa gara andremmo prima ai box come Mercedes, cercando di fare durare più a lungo le gomme. O chissà potevamo cercare di rientrare ai box 2 giri prima per evitare il traffico”. Parole di Vettel.
Poi vabbè, volevo far notare un cosa. Errore, per come la vedo io, da matita Rossa. È da lunedì scorso che ce la meniamo con la scarsa densità dell’aria. 2286 ragioni per stare all’occhio. Oltre all’incidenza negativa sull’aerodinamica, la minore presenza di ossigeno nell’aria complica tremendamente la refrigerazione delle parti meccanico-elettriche della vettura. Caspita. Ne abbiamo parlato, abbondantemente direi, qui (facci un giro). Uno dei maggiori problemi della W10, capace di “rallentare” in più occasioni le performance delle frecce d’argento, è giusto “l’insufficienza cronica” del propulsore tedesco a smaltire la necessaria quantità di calore. Lo sanno tutti (guarda un po’ qui). L’handicap, che si portano amabilmente dietro da inizio anno, poteva giocare un brutto scherzo al team di Brackley. Ecco spiegate le preoccupazioni di Wolff prima del fine settimana messicano. Perfetto. Tutto chiaro no? Ok.
Quasi finito il pezzo dai, il prossimo lo faccio più corto giuro. Dicevo… ah si! Arriva il bello. Sapendo che Mercedes avrebbe potuto soffrire le alte temperature d’esercizio provocate dall’altura e bla bla bla…, in Italia, patria di “bonaccioni”, hanno pensato di non infierire. Al contrario, hanno voluto toccare con mano il problema empatizzando con i bistrattati teutonici (poveri, nessuno vuole bene a loro). Ecco la genialata: “Che dite raga… mettiamo Leclerc dietro i primi cosi gli facciamo scaldare a manetta la macchina. Freni… motore… tutto insomma.”
Ok, siamo seri. Almeno per qualche riga. Il monegasco è stato brutalmente privato del primo posto, “condannato” ad una rimonta furiosa. Lo abbiamo già detto. Ma la vera “cappella ferrarista”, fattore sul quale non si è pensato minimamente direi, è stato mettere Charles in estrema difficolta nella gestione della temperature con la sua monoposto. Inoltre, come se non fosse abbastanza, utilizzando questa mossa astuta, hanno di fatto privato Hamilton dello stesso potenziale problema. Beh, che dire! Un copione degno di Agatha Christie. Chapeau. Una cosa non capisco però. O forse non la voglio proprio capire. La voglia matta, anche quando è palese, di raccontare baggianate…stanca! Offende in alcuni casi.
Magari il fesso sono io. Ci sta. Ma a volte non sarebbe più giusto, e forse simpatico dire:
Aoooo regaaa, me sa che avemo fatto na str***ata!
Non so se mi spiego…
Adios Muchachos! Hasta Siempre Mexico!
Autore: Alessandro Arcari – @BerrageizF1
1) Fermare Leclerc a coprire Albon è come quando fermarono Alonso per coprire Webber invece che Vettel.
2) Nonostante tutto sarebbe bastato mettergli le bianche, per lasciare aperta la porta della mono sosta.
Complimenti per l’articolo! È stato davvero bello e divertente!
Peccato per il tempo di lettura… C’è scritto 5 minuti, ma ne ho impiegati 35 a leggerlo! Non perché non so leggere, ma perché ci sono più banner pubblicitari che parole e la pagina (almeno da smartphone) si ricarica di continuo. Questo stesso commento, dopo averlo scritto due volte sono stato costretto a scriverlo su un app esterna e poi incollarlo sul sito.
La Ferrari farà pena nella gestione delle monoposto e delle strategie, ma anche voi non scherzate per niente con la gestione del sito.
Per il resto rinnovo i miei complimenti all’autore dell’articolo e mi rammarico con lui per questa deludente Ferrari.
Pienamente d’accordo con l’articolo.Uno dei problemi della Ferrari è Rueda o chi insieme a lui decide le strategie. La maggior parte delle volte sbaglia. Col senno di poi si dice che è facile, ma fatto sta che quando Leclerc è stato richiamato ai box ho imprecato nel vedere che la Ferrari si stesse coprendo addirittura da Albon (roba che neanche Bottas che era quello in quel caso che si doveva coprire se n’è infischiato) e soprattutto lo hanno richiamato ai box dopo che Albon era rientrato dietro al traffico e non era proprio una minaccia in quel frangente (anche lì ho pensato, lo avranno visto, non richiameranno Leclerc, non saranno così stupidi…). Inoltre in quel frangente le gomme di Leclerc stavano tenendo e aveva quasi 3 secondi su Vettel che a sua volta ne aveva circa 2 su Hamilton,in totale 5 secondi presi proprio negli ultimi giri. Con 5 secondi era coperto anche da un eventuale undercut di Hamilton fermandisi il giro dopo. Perché complicarsi la vita? Detto questo va anche detto che nonostante tutto la Ferrari si era messa anche in una situazione che poteva sfruttare due strategie,ma neanche quello ha funzionato, un po’ anche per la solita sfortuna, ad esempio con i doppiati. A parti inverse con Hamilton davanti e Vettel già con il pit stop effettuato, sarebbe sicuramente intervenuta la solita buona sorte Mercedes e sarebbe entrata una safety car… Per Leclerc oltre al solito problema con il pit stop nei momenti cruciali da parte di Ferrari ,non ha pagato la prestazione del secondo stint con le medie, che o era una partita fallata o le ha rovinate troppo all’inizio, ma non mi pare sia mai riuscita a fare buone prestszioni neanche all’inizio con quel set,quindi vale la prima supposizione