Con un mondiale che si avvia spedito al proprio epilogo e con le classifiche che hanno dei padroni ben definiti, la Formula Uno sembra già proiettarsi al 2020 ed oltre. Se nell’anno venturo si correrà con le regole tecniche attualmente vigenti, dal 2021 dovrebbe instaurarsi un nuovo corpus normativo che andrà a stravolgere le monoposto, trasformandole rispetto a quelle che attualmente consociamo. Il condizionale è d’obbligo poiché una sintesi tra le parti in causa è lungi dall’esser stata trovata: minacce di veti, cambi repentini di posizioni, frenate e accelerate su determinati accorgimenti tecnici bloccano un processo che di questi tempi doveva avere già prodotto una linea operativa chiara e definita. Insomma, quel percorso che dovrebbe portare alla creazione di quella serie di articoli e di commi che compongono il regolamento tecnico sul quale i progettisti dovrebbero iniziare a lavorare per definire le vetture di un futuro molto prossimo è ancora fermo al palo. E non si hanno certezze sulla tempistica necessaria a partorire lo scritto tecnico di riferimento.
Di questa situazione che si sta facendo annosa ne ha parlato, lamentandosene, Ross Brawn, responsabile e direttore generale del progetto F1 per conto di Liberty Media, la proprietà americana del Circus. L’ingegnere ex Ferrari è stato investito da una grossa responsabilità: rendere la massima categoria del motorsport più spettacolare. Quindi più vendibile. E per riuscirvi bisogna fare in modo che le gare diventino più pepate, facendo sì che i sorpassi in pista non siano un’eccezione ma una costante. Ma, come spiegato in apertura, il processo di trasformazione tecnico-regolamentare procede a rilento. “Negli ultimi due anni – ha spiegato Brawn sulle colonne di AMuS – abbiamo stabilito con precisione ogni singola tappa dello sviluppo che le monoposto dovevano compiere. Perchè solo ora i team fanno eccezioni su ciò che abbiamo stabilito? Perchè non affrontare prima le problematiche?“.
Un quadro di totale confusione quello che si sta profilando in questi giorni. A giugno era stata definita la deadline per decidere le nuove norme. Ma non s’è trovato l’accordo e si è individuato nel 31 ottobre un altro appuntamento nel quale cercare la sintesi finale. Che non è detto si possa trovare, specie se facciamo riferimento alle posizioni dei vari protagonisti che sono tra esse dicotomiche. A partire da una Ferrari che brandisce, come fosse una sciabola, l’uso del diritto di veto per non veder passare la proposta che formalizzerebbe una iper-standardizzazione delle componenti di una monoposto. Passando per Mercedes che, dal canto suo, spinge per un congelamento delle attuali leggi tecniche per garantirsi ancora la supremazia palesata nell’era turbo-ibrida. “Lasciare delle regole stabili per lungo tempo è positivo per la crescita della tecnologia” ha detto un sibilino Toto Wolff che porta, evidentemente, acqua al suo mulino.
Ma anche altre scuderie esprimono posizioni tra esse apparentemente inconciliabili. La McLaren, nella figura di Zak Brown, ha fatto sapere che “Lo spettacolo in F1 esiste ed è presente sia tra le vetture di vertice che in quelle di seconda fascia. Il problema è che tra questi due gruppi di auto c’è un secondo di distacco. E’ su questo che bisognerebbe lavorare“. Evidentemente, secondo il manager della scuderia di Woking, le posizioni più conservatrici di Ferrari e Mercedes non sono affatto valide ad appiattire il gap esistente al momento.
Insomma, si assiste ad un vero e proprio marasma che in questo momento non fa altro che avere l’effetto di procrastinare ulteriormente la produzione delle regole che dovrebbero entrare in vigore tra meno di due anni. Questa sgradevole situazione è perfettamente fotografata da Frederic Vasseur, team principal di Alfa Romeo che ha ironicamente sottolineato quanto segue: “Se qualcuno alza la mano c’è qualcun altro che, per partito preso, si oppone perchè accettando la proposta rischierebbe di non fare gli interessi particolaristici del proprio team“. Una bella matassa da sciogliere in un processo decisionale confuso, poco intellegibile, scarsamente efficace.
Al momento è tutto in bilico e un rinvio di una decisione che sembrava vitale per il futuro della F1 pare sempre più possibile. Non una bella figura per uno sport che vede la sfera politica tenere a freno la prevista evoluzione tecnica che s’era proposta di andare in direzione di norme atte a favorire lo spettacolo.
Il 31 ottobre si avvicina, capiremo se l’accordo sarà trovato in extremis o si sposterà a data da destinarsi la discussione del futuro della F1. Perchè l’ipotesi di un congelamento tecnico pare farsi sempre più concreta.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto:
– Alessandro Arcari – @berrageizf1
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