Vettel avvisa: in Messico difficile gestire la monoposto in curva
Il Sebastian del dopo Singapore funziona. Attento, rapido e concreto. Peccato solamente per la falsa partenza del Giappone. Senza l’errore, il tedesco di Heppenheim, avrebbe potuto raggiungere comodamente la vittoria. Alla fine, il secondo posto alle spalle di Bottas soddisfa l’ex Red Bull. Soddisfazione, seppur piccola, quella di tener dietro il campione del mondo in carica Lewis Hamilton nel finale. Dopo una settimana di pausa, il Circus riapre i battenti. E lo fa alla grande. Messico, scenario eccezionale nel panorama motoristico, è pronto ancora una volta a deliziarci con il suo grande “ambiente”.
Sebastian è carico. Consapevole della competitività della sua SF90. Altrettanto conscio però dei “problemi”che la peculiare ubicazione del circuito Hermanos Rodriguez può creare. “Il fatto di gareggiare ad oltre duemila metri ha ovviamente un forte impatto sul comportamento della vettura. Scendiamo in pista con la configurazione a massimo carico, ma l’aria è talmente rarefatta che l’effetto che otteniamo in termini di efficienza è minimo”. Effettivamente, come spiega il 4 volte campione del mondo, a causa dell’altitudine tutto si complica. “Proprio per questa ragione è sul rettilineo di Città del Messico che si ottengono le punte massime di velocità di tutta la stagione”, aggiunge Sebastian.
Una monoposto che non gode della corretta spinta verticale diventa difficilmente gestibile. Soprattutto quando il pilota cerca di trovare la performance. “Le conseguenze negative di questa situazione generano una vettura molto difficile da gestire in curva. L’assenza di carico aerodinamico, che normalmente ci aiuta ad avere una monoposto stabile e precisa, in Messico fa muovere molto la macchina. Vettel, “ingegnere mancato”, sa sempre inquadrare al meglio i problemi, mettendo a nudo i punti focali della situazione: “La fatica che si crea a far lavorare nella maniera corretta le gomme complica tremendamente l’interpretazione anche nelle sensazioni che la vettura comunica al pilota”. L’ultimo concetto, forse complicato per chi non siede al volante di una F1, rende l’idea della precisione mentale di Vettel. L’approccio al week-end sembra quello giusto.
La conclusione, sull’analisi della pista messicana, spiega perfettamente le aspettative dell’esperto ferrarista. “Il giro di pista è piuttosto breve ma non è affatto semplice azzeccare tutto nel migliore dei modi. Negli scorsi anni siamo sempre stati competitivi in Messico, anche se la RedBull lo è stata di più. Siamo tuttavia fiduciosi di potercela giocare, vediamo cosa succede quando scendiamo in pista”.
Autore: Alessandro Arcari – @BerrageizF1
Foto: Ferrari