Camilleri: “Mettere un tetto di spesa anche sulla Power Unit…”
No, non siamo impazziti con questo titolo. Ed è probabile che più di qualcuno si rivolti nella tomba. Ai “4 ubriachi al bar” resi celebri da Marchionne, quelli che stilarono il demenziale regolamento turbo-ibrido (non l’idea in se, non si torna indietro nella tecnologia a mio parere, ma proprio le norme tecnico/sportive) si è aggiunto, e non se ne sentiva il bisogno, anche l’amministratore delegato della Ferrari, Louis Carey Camilleri. Le sue parole, riportate da tutti i media, relative al regolamento 2021:
“Penso che ciò che è stato annunciato nel fine settimana sia davvero l’inizio del processo. Non siamo nemmeno alla conclusione della parte iniziale. C’è ancora molto lavoro da fare insieme alla Formula Uno, alla FIA e ai team. Abbiamo votato a favore e non abbiamo esercitato il nostro veto, quindi nel complesso siamo abbastanza soddisfatti della direzione che si sta prendendo e dei principi che sono stati esposti. Ma chiaramente molti dettagli devono ancora essere risolti. Il limite al budget riguarda solo alcuni elementi della macchina reale e l’esempio migliore è che il motore non fa parte del limite di spesa. La nostra speranza è che alla fine ci sarà un tetto di budget posto sul motore stesso… Ci sono state limitazioni in termini di utilizzo del banco, che è un aspetto molto costoso. Se la Formula Uno diventa più divertente e attira più appassionati, chiaramente, genererà più entrate, che alla fine avvantaggiano tutti i team, compresa la Ferrari”.
Sono sempre più convinto che tutto ciò che sta accadendo in Formula Uno vada esattamente contro il buon senso e il tifoso. La vera domanda è: perché i team sono d’accordo? Ci sono cose che probabilmente noi non sapremo mai, ma che possiamo solo sospettare… purtroppo a questo punto mi viene da pensare che l’accoppiata FIA-Liberty Media possa fare ciò che vuole con le squadre. E non so come ci riesca… ma gli americani dicono “follow the money”…
Alcuni sommessi appunti: se non c’è ricerca tecnologica, se non c’è sfida fra motoristi, cosa può distinguere un’unità turbo-ibrida Mercedes da una Renault o da una Ferrari? Giocoforza diventerà un grande luna park plafonato, che tanto piace agli americani. Bello quanto vuoi e magari ultra divertente, chi lo sa. Per i telai, continuando così, tanto vale farli fare tutti alla Dallara.
Ma vi prego, non chiamatela Formula Uno. Seppellitela in pace e varate il vostro nuovo prodotto made in USA. Inventatevi un nome bello e altisonante e ciao. Che la Formula Uno, davvero, è tutta un altra cosa…
La scommessa è fare una Formula Uno povera che attirerà più appassionati e arricchirà tutti. Bene. Ora, io non sono un esperto di economia, ma qualcosina ho studiato. Se un prodotto, un bene, è disponibile in abbondanza (si è passati dai canonici 16 gran premi a, teoricamente, 25 fra due anni) se è “inflazionato”, il suo “valore” diminuisce. E’ una delle poche certezze delle scienze economiche. Senza contare le spese logistiche che diventeranno mostruose per fare tutti quei Gran Premi, a fronte di un giorno in meno ogni fine settimana e l’allungamento del parco chiuso da sabato mattina, cosa comunque risibile e pericolosa per i piloti.
Meno possibilità di set up ottimale si traduce in più rischi per chi guida. I piloti, da una parte dovranno guidare sempre più alla cieca, dall’altra fare i tassisti in gara per far durare le componenti elettro-meccaniche. A proposito. Cari piloti, se ci siete, battete un colpo. Vorremmo il vostro parere. Siete voi che rischiate la pelle. O rischiate di addormentarvi al volante.
Autore: Giuliano Duchessa – @giulyfunoat
Foto: Ferrari