Il Gran Premio del Brasile sarà ricordato come uno dei più pazzi, rocamboleschi e ricchi di colpi di scena del Mondiale 2019. Il grosso dell’azione lo si è avuto nelle ultime tornate, dopo che la direzione gara ha deliberato l’ingresso in pista della Safety Car che ha avviato un vero e proprio meccanismo entropico che ha fatto sì che Carlos Sainz, partito ultimo, chiudesse al terzo posto e che Pierre Gasly – fino al GP d’Ungheria pronto ad essere infagottato e spedito nella Legione Straniera – ottenesse addirittura la piazza d’onore alla spalle di un Max Verstappen d’annata.
Valtteri Bottas è stato involontario protagonista di questa imprevedibile esplosione di eventi di cui, soprattutto in Ferrari, si parlerà molto a lungo. Eppure “il boscaiolo” aveva fatto le cose per bene: quando la sua W10 ha preso a fumare come uno Hobbit in seguito ad una laboriosa giornata lavorativa, si è premurato di parcheggiare con certosina dovizia in un’apposita via di fuga proprio per evitare che la Mercedes AMG GT-R Roadster facesse la sua comparsa sul circuito paulista. Ma, nonostante ciò, Bernd Maylander ha dovuto mettersi all’opera e guidare il plotone per diversi giri.
Senza lasciarmi condizionare dal politically correct, vado al nocciolo della questione: la decisione è parsa strana e poco comprensibile. La sensazione è che si sia deciso di creare un po’ di artefatta agitazione per ravvivare un Gran Premio che si reggeva sul duello Verstappen – Hamilton che difficilmente si sarebbe risolto in favore del britannico a causa di una power unit Honda che sembrava un motore Turbo-Union RB199 in dotazione ai Tornado dell’aviazione statunitense. Insomma, una manovra interventista atta a mettere pepe in una gara che si sarebbe stancamente avviata alla conclusione senza guizzi indimenticabili. Mi rendo conto che questa lettura può sfociare nel complottismo, ma la sensazione è stata netta. Ed evidentemente anche Michael Masi, colui il quale ha deciso per l’ingresso della Safety Car, ha percepito che il sentire comune era proprio questo. Tanto che è stato necessario ritornare sull’accadimento spiegando il provvedimento. Un’operazione trasparenza mirata a sopire sul nascere certe illazioni che si facevano rumorose.
“Valtteri ha fatto un lavoro eccezionale nel fermare la vettura in quel punto – ha esordito l’erede del compianto Charlie Whiting – I commissari stavano provando a spingere la macchina verso l’uscita e per questa ragione abbiamo imposto le doppie bandiere gialle senza deliberare la vettura di sicurezza. Però, nella manovra, la monoposto si è bloccata su un dosso e si è reso necessario l’utilizzo della gru. E quando un mezzo del genere è sul tracciato, per me, non c’è altra possibilità che far entrare la safety car“.
Masi, dunque, non ha fatto altro che applicare il protocollo introdotto dopo il tragico episodio che ha portato al decesso di Jules Bianchi. Ma le polemiche non si sono fermate qua. Qualcuno, infatti, ha fatto notare che la safety car è rimasta in pista per troppo tempo. Anche su questa tesi il dirigente australiano ha fornito una risposta smorza-polemiche: “C’erano solo cinque macchine a pieni giri e il leader ha impiegato molto tempo per accodarsi. Solo in quel momento il gruppone si è potuto sdoppiare“.
La versione di Masi è coerente con la prassi degli ultimi anni e perfettamente aderente alle norme del regolamento sportivo. La verità è che, nonostante tutto, chi osserva il motorsport tende a non comprendere l’eccesso di zelo e la lentezza con la quale si dà nuovamente il via libera all’attività. In chiusura, però, una piccola provocazione mi deve essere permessa: dopo il botto che ha visto coinvolte le due Ferrari la pista era in condizioni tutt’altro che ottimali data la presenza di molti detriti di cui si sono lamentati gli stessi piloti nei team radio che tutti abbiamo potuto nitidamente ascoltare. In quel caso, mancando poche tornate al temine, le operazioni si sono affrettate in maniera rocambolesca. Evidentemente si voleva sfruttare l’ondata adrenalinica che il rientro della prima Safety Car aveva generato. E la mossa, in termini di spettacolo, ha pagato visto cosa ha combinato Hamilton che ha privato Albon di un comodo secondo posto.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1
“Turbo-Union RB199 in dotazione ai Tornado dell’aviazione statunitense”
ERRORE: Il Tornado non è in dotazione agli USA
Grazie per la precisazione. In realtà non volevo essere preciso, mi serviva solo un’immagine a effetto per rendere l’idea. 😉