Terzultimo turno di qualifiche del campionato del mondo 2019. La Ferrari arriva negli Stati Uniti dopo una striscia di sei pole position consecutive, un dominio avviatosi nel Gran Premio del Belgio che ha spezzato la supremazia della Mercedes che manca dalla partenza al palo da ben otto gare, da quel GP di Germania molto deludente nel suo epilogo domenicale. Ma la SF90 e la W10 non sono le uniche monoposto accreditate a prendersi la prestigiosa posizione. Max Verstappen, che già aveva svettato nel primo – e poco probante – turno di libere, si è imposto anche nelle FP3 e si candida a rompere le uova nel paniere ai due top team. Vediamo come si è sviluppato il turno di qualifiche.
Su una pista ormai perfettamente gommata – seppur afflitta dal problema dell’asfalto irregolare soprattutto in Curva 1 e Curva 9 – e con una temperatura del manto di 27°C, è Valtteri Bottas a regolare il plotone col tempo di 1’32”029 che vale anche il record della pista. Pochi avrebbero scommesso sul finlandese che, in un primo assalto perfetto, ha agguantato l’undicesima partenza al palo in carriera. Alle spalle del finnico, per un soffio, si stabilisce la Ferrari n°5 di Sebastian Vettel che non riesce a piazzare la zampata vincente nel secondo assalto. Ma Seb è stato in ogni caso autore di un giro davvero superbo.
La seconda fila si apre con Max Verstappen che paga poco più di un decimo dalla vetta. A fare compagnia all’olandese c’è Charles Leclerc che ha saltato l’intero turno di terze libere per un problema alla power unit che è stata prontamente sostituita dai meccanici Ferrari. Viste le premesse, il monegasco può ritenersi soddisfatto. Lewis Hamilton ottiene la quinta posizione dopo due assalti in Q3 molto pasticciati. Il britannico, a cui bastano 4 punti per laurearsi campione del mondo, è la delusione di giornata dato che è uno specialista di questo tracciato. Sesta è la seconda Red Bull di Alex Albon.
Sainz e Norris monopolizzano la quarta fila a conferma che la McLaren è ormai abituata alla prima decina. Un’ottima base per proiettarsi con fiducia ad un gara che deve riscattare il mezzo disastro messicano. Ricciardo e Gasly chiudono la top ten.
Inaugura la seconda decina la Renault di Nico Hulkenberg che non ha ancora trovato un sedile per il 2020. Alle spalle del tedesco troviamo Kevin Magnussen che precede Daniil Kvyat, Lance Stroll e Romain Grosjean. Primo degli esclusi al termine della Q1 è Antonio Giovinazzi che sopravanza ancora una volta Kimi Raikkonen (10-9 in favore del finlandese, nda). Per l’Alfa Romeo si conferma un periodo di preoccupante involuzione tecnica che sembra non essere reversibile. Un finale di stagione molto deludente per il team svizzero. Diciottesimo tempo per George Russell che tiene a bada in scioltezza Robert Kubica che evita di partire dall’ultima piazzola per il pasticcio di cui si è reso protagonista Sergio Perez. Il messicano sarà ultimo in griglia, pure avendo il diciannovesimo crono, poichè, insieme al suo team, si è macchiato di un errore veramente grossolano: chiamato dai commissari alla pesa durante le FP2, non si ferma per ben due volte. Ai giudici di gara non resta che applicare in maniera scolastica il regolamento sanzionando il messicano che, dunque, partirà dalla pit lane.
La gara scatterà domani alle ore 20:10 italiane e potrebbe emettere il verdetto più importante: l’assegnazione aritmeticamente del titolo piloti 2019. Da sottolineare che i tre top team partiranno con gomme medie, ad eccezione di Alexander Albon che ha ha passato la tagliola della Q2 con pneumatici soft.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Renault, Mercedes