Si è parlato a lungo in questa stagione delle regole 2021. Dopo mesi convulsi, poco prima del Gran Premio del Messico, è stata trovata la quadratura del cerchio ratificata in una conferenza stampa alla quale hanno presenziato Jean Todt, Chase Carey, Ross e Brown e Nicholas Tombazis. Fondamentale, nella definizione del processo decisionale, è stato il ruolo dei team che hanno deciso di sotterrare l’ascia da guerra sottoscrivendo un accordo compromissorio che, apparentemente, soddisfa tutte le parti.
In vista del 2021, il timore dei tecnici è che il nuovo corpus normativo possa fortemente limitare la fantasia progettuale. Tutto per favorire una Formula Uno meno noiosa, basata su vetture finalmente libere di rimanere incollate in curva senza risentire dell’effetto negativo delle scie. Elemento che determina una corposa perdita di carico aerodinamico. Quello che Liberty Media e la FIA hanno imposto è quindi una seria semplificazione aerodinamica, un freno all’attuale deriva progettuale che rende, tra l’altro, le monoposto molto riconoscibili le una dalle altre.
Così posta, la questione potrebbe far pensare ad ingegneri aerodinamici imbestialiti perchè incatenati nei loro slanci creativi. A sentire James Allison le cose non stanno proprio così. La Mercedes viene da sei anni di dominio indiscusso ed incontrastato e, sulla carta, è la squadra più penalizzata da una rivoluzione di così grande portata. Ma il responsabile tecnico del team di Brackey non si dice affranto, anzi. L’ex Ferrari è parso entusiasta della sfida che la casa di Stoccarda è chiamata a fronteggiare e, possibilmente, a vincere. “Sarei un ingegnere di Formula Uno anomalo – ha spiegato il tecnico inglese al portale Motorsport – se non fossi entusiasta di avere delle nuove norme da studiare e da decifrare al fine di trovare il modo di rendere la monoposto quanto più veloce possibile. Finora il lavoro è stato difficile e faticoso, soprattutto nelle ultime settimane. Ma finalmente abbiamo un quadro regolamentare sul quale poter lavorare. Il divertimento arriva ora!“.
La prova del nove che Allison e i colleghi delle altre scuderie dovranno superare è quella relativa allo sfruttamento delle zone grigie del regolamento, aree che FIA e Liberty Media hanno inteso ridurre al lumicino. Ma si sa che il professionista capace riesce a vedere delle scappatoie laddove gli altri osservano un quadro ben delineato. E questo il cinquantunenne di Louth lo sa bene visto che pone dubbi sul fatto che i decisori ottengano effettivamente i risultati sperati.
Solo il tempo dirà se le disposizioni previste porteranno a tangibili benefici per la Formula Uno: “La FIA ha obiettivi molto ambiziosi ma al contempo difficili da realizzare. Il valore del lavoro sin qui fatto dagli organi decisionali sarà pesato da quante difficoltà avremo nel realizzare un pacchetto competitivo“. Che tradotto suona più o meno così: “Muoversi nella aree del regolamento scritte in maniera poco precisa è la chiave per creare una macchina vincente“. Libera interpretazione del pensiero di Allison che, però, racconta ciò che è sempre accaduto del motorsport.
Vediamo se questo entusiasmo quasi contagioso manifestato dal responsabile tecnico della Stella a Tre Punte sarà confermato nella prassi. Perchè la storia lo insegna: sono proprio i radicali cambi di indirizzo tecnico ad aver messo la parola fine a domini consolidati. Insomma, se lo staff della Mercedes non interpreta nella migliore delle maniera la carta regolamentare pubblicata prima del Gp del Messico, corre il serio rischio di abdicare per lunghi anni in favore di un competitor che le norme potrebbe “leggerle” meglio degli altri. Ma forse la grandezza di questo team si “pesa” proprio nel fatto di non temere un siffatto mutamento che, anzi, viene assorbito e metabolizzato come un’occasione per rimettersi in discussione e continuare ad essere il punto di riferimento.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes
Non sarebbe stata necessaria alcuna rivoluzione a colpi di standardizzazione delle forme e degli elementi per ottenere vetture meno influenzate dall’effetto-scia: quando Mansell e Senna se le davano di santa ragione, le vetture erano aerodinamicamente libere, nessuna restrizione, soprattutto niente limiti al fondo estrattore e niente fondo scalinato.
Si aggiunga: perché fu vietato l’effetto-suolo, seppur limitato? Troppo alta la velocità in curva, eccessivo rischio di decollo violento in caso di aggancio tra vetture (Villeneuve&Pironi, giusto per dire da dove parte l’abbandono dell’effetto suolo).
Vogliono raggiungere un equilibrio tra prestazione e sicurezza attraverso un’aerodinamica standard, senza i colpi di genio che il passato ha dato auto tanto diverse e rivoluzionarie… americanate, solo americanate…