Le “banalità” di Elkann offendono la Ferrari
Toh… guarda un po’ chi si rivede. Dopo un letargo durato un paio di mesi, riecco sbucare dal nulla sua maestà John Elkann. Il nipote di Gianni Agnelli, quando parla della Ferrari, mi ricorda moltissimo il classico “tifoso della domenica” che porta i figli piccoli allo stadio, bardato da cima a fondo di sciarpa, cappellino e bandiera. Competenza nel suo campo ne ha da vendere mentre,“per scelta”, risulta poca o vicina allo zero quella in Formula Uno.
Una laurea in ingegneria gestionale e le varie esperienze maturate in giro per il mondo hanno fatto di John un vero imprenditore. L’azienda di famiglia Exor N.V. annovera fra i propri investimenti Ferrari, Juventus e Fiat Chrysler Automobiles con ottimi risultati. Sono 8,5 i miliardi che riempiranno a cascata le tasche degli azionisti, 2,5 dei quali andranno direttamente in “saccoccia” nella holding di casa. Malgrado sia un vero gentleman, Elkann ogni tanto si incazza pure lui… o almeno così dice.
A margine dell’evento che ha festeggiato i dieci anni della Exor, “Jaki”, così soprannominato (non chiedetemi il perché), mette i puntini sulle “i”. “Devo dire che mi sono parecchio arrabbiato. Il fatto di domenica mi ha reso davvero furioso”. Ci ho provato, giuro, ad immaginarmelo incazzato. Ma, per quanto ci provi, la visione che ho di Jaki è un’ altra. Lo visualizzo dietro una grossa scrivania, con il sorriso di chi non ha nulla da temere, mentre conta minuziosamente i soldi nel caveau di famiglia.
“L’accaduto deve servirci a ricordare quanto importante sia la Ferrari. Sotto questo punto di vista Binotto è stato sempre molto chiaro. Per noi conta il gioco di squadra. I piloti, a prescindere da quanto sono bravi, sono sempre piloti Ferrari. L’unico aspetto da perseguire è la vittoria della Ferrari”. Elkann, parafrasando le parole del Drake, ribadisce un concetto abbondantemente conosciuto da tutti. Poi, per chiudere in bellezza, dice: “Il rendimento nel 2019 è stato ottimo solamente se guardiamo alle pole, anche se, purtroppo, non siamo riusciti a convertirle in vittorie”.
Credo di incontrare il favore di molti dicendo che Jaki ha perso un’occasione per stare zitto. O meglio, mi correggo. Ha perso un’occasione per dire qualcosa di diverso dal solito. Al contrario, il segnale dato è sempre quello. Una conferma del fatto che la dirigenza Ferrari non esiste e non voglia, a prescindere, esistere. Se davvero l’intenzione è quella di vincere, l’atteggiamento dirigenziale deve cambiare. E non poco. Se invece l’obbiettivo è quello di uscire dal guscio 3/4 volte l’anno per dire delle banalità, secondo me si ottiene giusto l’effetto contrario. Mancando, peraltro, di rispetto alla storica scuderia e a tutto quello che dal nulla ha costruito Enzo…
Autore: Alessandro Arcari – @berrageizf1
Foto: Ferrari
Sono perfettamente d’accordo con te. Poi vorrei sapere quali sono le sue competenze in cui eccelle??non credo che la società la gestisca lui personalmente, avrà centinaia di commercialisti avvocati e uomini d’affari a tirare su la baracca. Poi per quanto riguarda la laurea, be’ lasciamo perdere, con i miliardi ché ha…. Secondo voi agli esami sarà stato in grado di rispondere alla domanda dei professori: John cosa ti sei mangiato oggi?