Visti da noi europei, ancorati come siamo a tradizioni secolari difficilmente scardinabili (e delle quali andiamo parecchio fieri), gli statunitensi sembrano, su certi aspetti, un popolo un po’ strano nella loro continua smania di rinnovarsi. Qualche anno fa la Formula Uno è passata dalle mani di Bernie Ecclestone, che aveva una visione del motorsport decisamente tradizionale, a quelle di Liberty Media rappresentata da Chase Carey che incarna lo stile “made in USA” anche da un punto di vista estetico (pur essendo irlandese di nascita). Il baffuto manager è un uomo proiettato al futuro che delle abitudini sedimentate se ne fa sberleffi. E le sue idee, diciamolo senza troppi fronzoli, spaventano noi osservatori nostalgici. L’ultima diavoleria che il dirigente di Liberty Media ha tirato fuori dal cilindro è una Formula Uno ad emissioni zero. Da realizzare entro in 2030. E il terrore che la categoria che tanto amiamo si trasformi in una sorta di Formula E 2.0 ha fatto trasalire più di un tifoso. Ma andiamoci piano perchè quella che Carey ha in mente non è una nuova serie elettrica che scimmiotti la Formula E. Nella sua visione è il semplice adeguamento alla parabola green che il mercato dell’auto sta compiendo a livello planetario.
I vertici di Liberty Media, osservando l’attuale livello di efficienza delle power unit, ritengono che sia possibile sviluppare ulteriormente la tecnologia turbo-ibrida da perfezionarla così tanto che sia possibile che allo scarico di un motore una sonda legga zero in termini di C02. “Crediamo che la Formula Uno possa continuare ad essere leader nell’industria automobilistica nel contribuire a creare il primo motore ibrido a combustione interna che abbia zero emissioni“. E qua arriva la riassicurazioni a chi pensava che l’endotermico potesse essere del tutto abolito: “Il nostro obiettivo – ha detto Carey – è quello di ridurre drasticamente le emissioni generali di tutto il Circus. Dal 2020 avremo 22 gare in calendario e bisogna comprendere che la gran parte delle emissioni non è prodotta dall’attività in pista bensì dagli spostamenti che i team e le strutture correlate fanno. E’ necessario ricorrere ad una logistica ultra efficiente. Tutte le strutture presenti nei paddock saranno pertanto alimentate da fonti rinnovabili“. Ecco che il disegno di LM è più comprensibile. Si tratta di una vera e propria svolta ecologica che deve abbracciare l’intero sistema Formula Uno e non solo le vetture che girano in pista.
E su questo discorso Carey specifica: “Entro il 2025 tutti gli eventi devono essere ecosostenibili. Le materie plastiche monouso saranno sostituite e i rifiuti verranno riutilizzati o riciclati. Anche i tifosi saranno coinvolti in questa rivoluzione visto che sarà data loro la possibilità di raggiungere le tribune con mezzi non inquinanti“.
Quindi è chiaro che la proprietà americana si stia muovendo su un doppio binario. Il primo è quello logistico-organizzativo, il secondo, che maggiormente interessa tifosi ed addetti ai lavori, è quello afferente alle caratteristiche dei nuovi motori. A tal proposito il n°1 del colosso statunitense ha sottolineato: “Negli ultimi dodici mesi la F1 nel suo insieme ha lavorato su un programma atto ad abbattere le emissioni entro il 2030. Ci siamo consultati con tutte le parti in causa: squadre, organizzatori delle gare, partner commerciali, FIA ed esperti in materia di ecosostenibilità. Tutti convengono nel ritenere che i primi passi vanno mossi immediatamente col fine di centrare l’obiettivo che ci siamo prefissati“.
Carey non è solo in questa battaglia visto che, come detto poc’anzi, anche la FIA è aperta al rinnovamento. Jean Todt ha rilasciato dichiarazioni entusiastiche sull’argomento: “La proposta di Liberty Media è interessante sia per il futuro del motorsport, ma anche per i benefici che avrà nel suo insieme sulla società. Un motore ad emissioni zero sarebbe la naturale evoluzione di un processo che abbiamo avviato nel 2014 con le power unit turbo-ibride. FIA e F1, con il coinvolgimento di piloti, squadre e partner vari – ha chiuso il manager transalpino – sono impegnati a sviluppare e a garantire che il motorsport cresca come laboratorio di innovazioni ecocompatibili“.
L’intento è chiaro e il dado sembra esser tratto. La Formula Uno si avvia, dopo quella tecnico-sportiva del 2021, ad una rivoluzione green che, concettualmente, è ancor più radicale. E lo è perchè va a scardinare – o prova a farlo – una concezione tradizionalista sedimentata tra tifosi e appassionati che sono restii ad ogni cambiamento che vada in direzione dello snaturamento degli elementi tipici del motorsport che, nell’immaginario collettivo, è sempre la disciplina dei motori rumorosi e ingoia-benzina e degli uomini con tute sporche d’olio combusto alla fine di ogni Gran Premio. Per Liberty Media, quindi, la vera sfida sarà quella di agire sulle menti dei fan che sicuramente sono più rigidi delle aziende che fattivamente fanno parte del carrozzone.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, FIA