Red Bull testerà due versioni differenti di ala anteriore
Giunti al round 20 del campionato 2019 di Formula Uno le novità tecniche scarseggiano. E i pochi update visti durante le ultime gare “lavorano” già per il prossimo anno. La Red Bull, grazie alla genialità dell’ingegnere britannico Adrian Newey, è da sempre una delle vetture più abili nel cambiar pelle durante la stagione. Oramai nel lontano 2016, una soluzione capace di destare particolare interesse all’iterno paddock, fu il foro presente nella protuberanza del nosecone della RB13. Tale soluzione, malgrado un progetto differente, fu poi riproposta sulla vettura dell’anno successivo.
Malgrado i dubbi scaturiti nel passato da parte di altri team, la federazione internazionale ha sempre giudicato il muso della monoposto austriaca conforme con il regolamento tecnico. Questa soluzione è stata pensata dai tecnici di Milton Keynes per eliminare il “blocco aerodinamico” deleterio che si crea nella parte anteriore della protuberanza. Inoltre, l’utilizzo di questa configurazione, favorisce un passaggio maggiore del flusso al di sotto del nosecone. Ai cancelli di partenza dell’attuale stagione, anche la RB15 si presenta con la stessa specifica. La novità, presentata il passato Gran Premio di Montecarlo sorprendendo tutti, è stata quella di “chiudere” la protuberanza presentando una specifica molto simile a quella della Ferrari SF90.
Durante i controlli del giovedì, svolti come di consueto dalla Federazione Internazionale, grazie all’immagine dell’amico Albert Fabrega, possiamo osservare il confronto delle diverse specifiche di ala anteriore della RB15. Oggi, durante le prime due sessioni di prove libere, gli ingegneri del team austriaco raccoglieranno dati comparativi per studiare il comportamento delle due soluzioni. Inoltre, osservando attentamente la forma dei flap nella parte interna dell’ala, possiamo notare una curvatura più accentuata. Lo scopo è quello di generare un vortice Y250 molto energico, per sigillare il fondo scalinato aumentando il carico della vettura.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageizf1
Foto: Albert Fabrega