Nel giovedì che ha preceduto il Gran Premio degli Stati Uniti sono state rese pubbliche – in un conferenza stampa di cui abbiamo ampiamente scritto (leggi qui) – le linee guida regolamentari che stravolgeranno la Formula Uno dal 2021. Un parto particolarmente travagliato che ha rappresentato un momento di sintesi tra tutte le parti in causa: FIA, Liberty Media, i team, la Pirelli e gli stessi piloti che, a differenza di quanto successo in precedenza, sono stati invitati ad esprimersi sulle scelte da operare. Una dialettica mai serena, con minacce di far saltare il banco soprattutto da parte di alcune squadre che si opponevano a talune disposizioni poco gradite. Poi, quando tutto sembrava compromesso e dopo una serie interminabile di rinvii, il cielo si è mondato dalle nubi ed il sereno è ritornato permettendo ai decisori di produrre il nuovo regolamento tecnico-sportivo. Determinante, in questa schiarita, l’opera della Ferrari.
Ma c’è qualcosa che è suonata un po’ strana in questo complesso iter decisionale: perchè la Ferrari non ha usato il diritto di veto che le regole sportive garantiscono? Come il Consiglio Mondiale della FIA composto da 26 membri ha convito Maranello a sposare il corpus normativo nonostante avesse espresso ritrosia su alcuni punti nei giorni precedenti l’accordo finale? La Ferrari, insieme a Mercedes e Red Bull, pareva guidare una fronda che si opponeva con forza al cambiamento, specie sul versante redistribuzione dei fondi. I team più potenti avevano una strategia: far mancare l’unanimità per rinviare ulteriormente la decisione finale. Ciò col fine di modificare la “carta costituzionale” per ottenere disposizioni più gradite.
Poi, a poche ore dalla scadenza dei 31 ottobre, la svolta firmata Ferrari. Che naturalmente trascina con sè anche Red Bull e Mercedes. Ma la decisione di queste ultime due squadre non deve sorprendere. Vediamo perchè. Il team diretto da Chris Horner accetta il quadro normativo senza farsi troppi problemi perchè il suo reparto di ricerca aerodinamica è molto sviluppato. Le loro preoccupazioni, come ha riferito Helmut Marko, sono maggiormente relative all’impegno della Honda anche dopo il 2021. Quella è la chiave per gli uomini di Milton Keynes che sono certi di potersi adattare con semplicità al mutato assetto tecnico-sportivo.
Per quanto riguarda Mercedes, invece, la situazione afferisce al vantaggio tecnico che potrebbero avere anche in prospettiva 2021. Se Toto Wolff parla di “accettazione della sfida in presenza di un quadro tecnico che devia dall’odierna formula high-tech” è Pat Symonds, uno dei fautori delle nuove regole, a fotografare con realismo le cose: “La Mercedes è la squadra migliore, hanno gli ingegneri più preparati. Gli avversari hanno ormai raggiunto gli anglo-tedeschi, un nuovo inizio non può che essere la cosa migliore per loro. Con le nuove regole la Mercedes ha nuovamente la possibilità di dimostrare che sono i migliori. E la cosa è confermata – chiude il tecnico inglese – dal fatto che è stato il primo team a portare in galleria del vento un modello in scala di auto 2021“.
Perchè, allora, il repentino cambio di rotta della Ferrari se Mercedes e Red Bull sembrano, per certi versi, addirittura avvantaggiate dalla rivoluzione che si opererà tra due anni? Inazitutto va sottolineato che il regolamento 2021 è tutt’altro che definito, come ammesso dallo stesso Ross Brawn: “Ciò che abbiamo presentato prima di Austin è un punto di partenza – ha riferito l’ex Benetton – Se si presentasse la necessità di operare dei miglioramenti lo faremo“. Ed in questa affermazione risiede una prima parziale risposta al quesito. Ferrari avrebbe potuto ammorbidirsi sulle linee guida per poi far valere il diritto di veto in un secondo momento, quando fattivamente si passa dal macroregolamento alla definizione specifica di commi e cavilli.
Ma non è la sola ragione. Toto Wolff e Frederick Vasseur concordano nel ritenere che “… Un eventuale voto contrario da parte della Ferrari sarebbe stato un segnale non troppo positivo“. Un veto avrebbe potuto portare la Formula Uno al collasso proprio perchè gli equilibri, come dimostrato dalla lunga trattativa per arrivare al regolamento 2021, sono molto molto precari. Ancora, la Ferrari avrebbe dovuto dare conto sia ai tifosi sia alle squadre clienti che spingevano per l’approvazione del perchè di una decisione avversa.
Una delle motivazioni che sottendono alla scelta accomodante degli uomini del Cavallino Rampante è, senza giraci troppo intorno, legata alla nova spartizione della torta economica. Le nuove norme non penalizzano la Rossa, anzi. A Maranello spetta il 5% del totale del danaro destinato ai team. Il restante 95% va poi redistribuito tra tutti i competitor, Ferrari compresa. Inoltre, per la vittoria del titolo, vi saranno ulteriori 15 milioni di dollari da potersi accaparrare rispetto ad ora. Queste ragioni finanziarie hanno fatto sì che Binotto e soci accettassero le nuove regole e adoperassero un diritto di veto in una forma ammorbidita.
Ferrari, insomma, cede qualcosa da un punto di vista aerodinamico (frangente sul quale Red Bull e Mercedes sono già più avanti in chiave 2021) compensando ciò con un extra budget da usare, ad esempio, nella scelta dei piloti ai quali poter dare stipendi più pesanti. “Abbiamo onorato l’importanza storica della F1” ha detto Binotto dopo la conferenza di presentazione delle nuove regole. Sarebbe più corretto dire che la Ferrari ha votato un regolamento di compromesso perchè ha ottenuto una vittoria nella spartizione economica.
E gli altri team? Quali sono le loro posizioni? E’ praticamente un plebiscito di commenti favorevoli, da Franz Tost della Toro Rosso (dall’anno prossimo rinominata Alphatauri, nda) a Claire Williams passando per Gunther Steiner e Frederic Vasseur che si dicono entusiasti delle nuove delibere. Anche Renault è di questo parere: “Il nuovo regolamento è una pietra miliare” ha detto Cyril Abiteboul. “Qualcuno avrebbe voluto regole meno stringenti e un budget cap più basso, ma per noi è stato trovato il giusto compromesso“. Più o meno è il medesimo pensiero di Zak Brown della McLaren che avrebbe voluto un tetto di spesa più basso (che comunque potrebbe aversi dal 2024), ma che esprime soddisfazione sul versante tecnico visto che le nuove monoposto dovrebbero consentire, stando alle parole di Ross Brawn, Nicholas Tombazis e Chase Carey, di abbassare sensibilmente il gap prestazionale tra i top team e le squadre di seconda e terza fascia.
Insomma, da ciò che si può osservare, sembra che il mondo della Formula Uno abbia ritrovato una nuova comunanza di intenti, con Ferrari decisa a non imporre la sua visione strategica a mezzo veto. Naturalmente bisognerà vedere come proseguirà la discussione tra i team quando vi sarà da scendere nel dettaglio delle norme. La partita è tutt’ora aperta e a Maranello sanno di poter contare su un’arma che gli altri non posseggono.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes, Ferrari