Della storica giornata di ieri nella quale sono state deliberate le nuove norme tecniche e sportive che entreranno in corso del 2021 ve ne abbiamo dato conto con dichiarazioni e dettagli dei render delle nuove vetture (leggi qua). Dopo lunghi mesi di discussioni, la classe regina del motorsport ha prodotto un documento di vitale importanza che ha il compito di ridurre sensibilmente le criticità che affliggono attualmente la F1. Si punta, insomma, a ridurre la differenza prestazionale tra le varie monoposto presenti in griglia. Il processo tecnico sarà supportato da un nuovo corpus di leggi sportive mirato a limitare le differenze di budget tra i vari competitor. Liberty Media, insomma, si è prefissata di rendere la Formula Uno meno elitaria e più democratica, accrescendo le possibilità di vittoria anche per i team che ora consideriamo di seconda fascia. Ma la partita è davvero conclusa? La risposta potrebbe essere negativa. Ieri sono state presentate delle linee guida che andranno vivisezionate nel dettaglio. Da questo lavoro minuzioso uscirà il vero e proprio regolamento tecnico-sportivo. La Ferrari, che manterrà il diritto di veto, ha approvato la carta presentata dalla coppia FIA-LM, ma si riserva di indirizzare le future scelte usando proprio la sua esclusiva facoltà di opporsi.
Dagli ambienti di Maranello filtra una linea chiara: il nuovo regolamento è più che promosso. Anche perchè il team ha attivamente contribuito al processo decisionale. L’uso del veto, al momento, non è contemplato. Ma non è detto che non si possa adire ad esso in un futuro prossimo. E questo perchè la Ferrari non accetterà norme, commi e cavilli che potrebbero, secondo loro, danneggiare la stessa Formula Uno. Insomma, il team modenese è ben consapevole che ulteriori discussioni per perfezionare il regolamento saranno affrontate. E brandire la minaccia dell’uso del veto rappresenta un forte potere di ricatto contrattualistico per ottenere un vantaggio. E non c’è da scandalizzarsi, è semplicemente la politica che fa il suo corso.
Prima della votazione di ieri, Mattia Binotto aveva parlato proprio di questi dettagli da sistemare facendo capire quale sia la linea che la Ferrari adotterà: “L’affinamento delle regole è un processo senza fine” ha dichiarato ad Autosport. “C’è ancora tanto da migliorare e sarà fondamentale la collaborazione tra i team per farlo. Sono certo che tutto ciò che è stato scritto andrà perfezionato prima e anche dopo il 2021“. Parole proferite con serafica calma che però spiegano come la Ferrari, anche grazie al veto, sia diventata il perno decisionale, rubando lo scettro alla Mercedes che negli ultimi anni ha imperversato in pista e nell’azione politico-diplomatica.
A confermare il punto di vista dell’ingegnere italo-svizzero, c’è anche la Renault che, nella persona di Cyril Abitebolul, ha fatto sapere di considerare corretto il concetto secondo cui le regole vanno migliorate strada facendo. Il team principal della Losanga si dice comunque soddisfatto di quanto ieri è stato deliberato: “Le nuove regole non hanno tradito il DNA del motorpsort. Compromessi per trovare una linea comune sono stati fatti, ma il risultato raggiunto è soddisfacente. Il nuovo regolamento rappresenta un’opportunità incredibile per una squadra come la nostra che può ridurre il gap con le altre scuderie e può pensare di vincere in tempi ragionevoli“.
Che ciò che ieri è stato presentato sia un punto di partenza e non unmomento d’arrivo è chiaro anche ad altri protagonisti del motorsport. Su questa lunghezza d’onda troviamo Pat Symmonds, storico ingegnere, tra gli altri team, della Benetton dei successi: “Bisogna rendersi conto che i documenti presentati sono un punto di partenza, non la fine“. Di questo avviso, e non poteva essere altrimenti, non è Ross Brawn che è stato il grande tessitore che ha permesso che la tela venisse ultimata. Il dirigente britannico, a cui vanno ascritti i meriti di aver creduto che si potesse rivoluzionare la F1 anche quando le parti in causa litigavano più o meno furiosamente, ha auspicato che non vi siano sorprese di sorta nei prossimi mesi: “Le regole che ieri abbiamo presentato non cambieranno drasticamente. Se degli affinamenti dovessero essere prodotti sarà fatto in base all’ISC (International Sporting Code)“.
Come si può facilmente intendere dai pareri su riportati non bisogna dare per scontato che ciò che ci è stato mostrato ieri sia un documento definitivo. La diplomazia dei motori è sempre viva ed opera “in background”. Mentre i piloti girano in pista, nelle misteriose stanze dei bottoni continua quel processo di scrematura che produrrà il testo completo. E su questo versante la Ferrari, dopo anni di appiattimento sulla posizioni di altri team (leggasi Mercedes, nda) sta facendo la voce grossa per tracciare la strada ad essa più consona. Perchè è chiaro che i sei anni in cui la Stella a Tre Punte ha dettato legge siano figli di vittorie politiche precedenti. A Maranello l’hanno compreso e, in virtù del diritto di veto, si comportano di conseguenza.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto:
– Alessandro Arcari – @berrageizf1
– F1
Il diritto di veto Ferrari non è mai stato come i giochi politici mercedes, volti al vantaggio personale. Il diritto di veto Ferrari è sempre stato l’ultimo baluardo difensivo di chi mette le auto in pista, nei confronti di F1 e FIA. Ne è la prova quanto poco è stato usato e mai per vantaggio diretto di Ferrari.
Per ottenere qualcosa non c’è bisogno di usare il diritto di veto, basta la minaccia. É la più elementare regola sulla quale si fonda la politica.
Tra l’altro il diritto di veto si potrebbe configurare anche come un istituto giuridico deseueto poiché era nato per tutelare Maranello in un contesto storico ormai inesistente. E poi mi sia concessa una provocazione: pensare alla Ferrari che non fa il suo bene ma quello della f1 mi fa sorridere.