Vettel: nessun ritiro e nessun rimpianto
Vettel da un po’ di tempo a questa parte è sempre sul banco degli imputati. “Vostro onore, il 5 sbaglia!” raglia il pubblico somaro, ignaro di quanto sia complesso rimanere se stesso e battersi per una causa superiore. “Il tedesco è finito” recita un altro celebre spartito, che lo vorrebbe sparito perché inadeguato e molto frustrato. “A fine anno il crucco si ritira”, s’alza la voce di chi lo prende sempre di mira, di chi lo nomina bollito, di chi non lo ritiene abbastanza prelibato.
Invece arrivano brutte notizie per lor signori, quelli che giudicano comodamente standone fuori. Sebastian Vettel da Heppenheim, il pilota tutto istinto, consacrato dal blu, ha il cuore tinto di rosso. E non abbandona la sua Ferrari. Pochi e rari i momenti di vero sconforto. Qualche torto, tante ragioni. Alcune azioni un po’ sopra le righe, ma enormi emozioni vissute insieme.
Per questo Seb non abbandona la nave, anche se il futuro è greve, anche se potrebbe non esserne più il condottiero. Ma in fondo per navigare a vele spiegate, per stare lontano dai guai, servono sia capitani che marinai. Servono uomini pronti a dare tutto per raggiungere la meta, per costruire una dimensione concreta. Servono sognatori capaci di avvistare nuove terre in mezzo agli oceani, anche quando gli sforzi sembrano vani.
“Non penso di concludere la mia carriera prematuramente. E non penso di farlo in un futuro prossimo. Mi piace troppo correre. Naturalmente è normale che in un certo momento della carriera, dopo aver trascorso dodici anni in Formula Uno come ho fatto io, ci si possa pensare. E immaginare come potrebbe essere. Ma non credo che sia ideale fermarsi senza avere un’idea di ciò che si vuole fare. Il momento giusto per farlo dev’essere quello in cui decidi personalmente di lasciare e non quando te lo impongono da fuori.”
Le parole di Vettel sono limpide e lasciano trasparire una chiarezza d’intenti. Per il tedesco non è ancora arrivato il tempo del ritiro. Continua ad amare il mondo delle corse, ne sente forte il richiamo, si sente parte di una missione. L’attimo dell’addio è lontano. E se il pensiero lo ha sfiorato, questo è accaduto solo in maniera fittizia. Un’ipotesi lontana, indistinta, un disegno che a oggi non è riuscito ad abbozzare, poiché è ancora impegnato a colorare il suo presente con i tratti decisi del rosso. Sebastian precisa:
“Per me è tutto molto chiaro: una volta che mi sarò fermato la decisione sarà definitiva e non tornerò indietro. Devo semplicemente essere sereno e capace di accettare quello che è stato. Credo si debba fare questa scelta in modo pacifico e ponderato, non in un momento di confusione, quando non si ha in mente un piano preciso per il futuro.”
Mai scegliere quando si è in preda a dubbi e incertezze, l’addio è qualcosa di importante e definitivo. Di certo Vettel non sembra appartenere a quella schiera di piloti che in seguito manifestano ripensamenti. Sente con certezza che la sua vita può essere divisa molto pragmaticamente in due fasi, un prima e un dopo. Il presente è tuttora Formula Uno, il futuro è ancora da immaginare:
“In Formula Uno l’età non è determinante come in altri sport. Quando hai il talento per competere ad alti livelli rimani giovane. E il cerchio si chiude, perché allo stesso modo se sei abbastanza bravo non puoi essere troppo giovane! Ora ho una percezione diversa di questo sport rispetto al passato. Valuto le cose con maggior distacco e in maniera meno frettolosa: questo è il pregio di avere qualche anno in più. Ci sono alcune cose sulle quali non riesco a passare sopra. Ad esempio non sono felice quando si giudica troppo in fretta o le cose vengono dimenticate troppo in fretta.”
Semplicità e saggezza nelle parole di Sebastian, capace di uno sguardo più maturo all’interno del suo mondo. Volitivo, ma allo stesso tempo riflessivo. Ironico, ma pur sempre iconico. Lontano dalle frasi fatte e dai sorrisi di circostanza, si offre per com’è realmente, senza inganni, mostrandosi autentico e sincero. Caparbio nel ribadire quanto sia viva la sua passione, nonostante si cerchi in tutti i modi di banalizzarla, di smaterializzarla dietro a un cumulo di critiche e di facili giudizi. Vettel infatti ci tiene a precisare:
“Se c’è qualcuno che esercita il proprio lavoro con passione allora può comprendere esattamente il significato di questi ultimi cinque anni per me. Sicuramente non ho avuto la percezione che questi anni mi siano stati rubati.”
Parole e musica di Seb, che questa volta intona un vero inno alla gioia, alla positività, alla sportività. Cinque anni intensi, vissuti, sofferti, offerti. Anni di costanti, distanti dalla vetta. Serviti per cementare un’unione, per cimentarsi in una nuova occasione. Anni di iperboli, di mirabili risultati. A cui è mancata la grinta, per concretizzarsi in una partita vinta. Vuoto e pieno, più e meno. Nel mezzo l’ebbrezza che inonda, l’errore che sprofonda. In alto mare o verso il porto, dal tramonto al sole appena sorto. Ma sempre a cavallo di una Rossa, sempre credendo nella riscossa. Questo è il vero Sebastian Vettel da Heppenheim. Questo è l’autentico #essereFerrari.
Foto: Ferrari
Autore: Veronica Vesco – @VeronicagVesco
Foto: Ferrari