Il 2019 della Ferrari non è stato archiviato nella cartella “Annate da ricordare”. La SF90 si è dimostrata sin da subito una vettura non in grado di competere per il Mondiale. Raramente più veloce della concorrente principale – la Mercedes W10 – si è dovuta sovente difendere anche dalla Red Bull RB15 che, con Max Verstappen, ha chiuso alle spalle dei due alfieri della Stella a Tre Punte. Quando la ciambella non riesce col buco si assiste al classico gioco finalizzato ad individuare il colpevole. Se ne sono lette di tutti i colori: chi se l’è presa con Binotto, reo di aver mal gestito la coppia piloti; chi con gli aerodinamici, colpevoli di aver puntato su una vettura manchevole di carico aerodinamico. Chi, ancora, con i deputati al controllo qualità visti i diversi problemi meccanici che Vettel e Leclerc hanno incontrato in nove mesi di gare. Poi ci sono quelli che parlano di complotti, di Pirelli e di FIA amiche della Mercedes o di giudici parziali e in mala fede (vi risparmio il flashback al Gp del Canada). Ma questa categoria di tifosi/osservatori la lasciamo perdere evitando di sponsorizzarla troppo col lodevole fine di riportare la dialettica su un piano meno astratto. Perchè a volte sembra che il senno di queste persone si sia smarrito sulla Luna, come accadde con quello di Orlando per il ritrovare il quale servì la perigliosa missione di Astolfo.
Tra le tante versioni lette e ascoltate negli ultimi tempi se ne aggiunge un’altra che arriva direttamente dalla lingua veloce di Jacques Villeneve che ritiene che la stagione della Ferrari sia andata a rotoli a causa di Leclerc. Sì, Leclerc. Avete letto bene. L’ex Williams argomenta il suo ragionamento con un tesi che, alla fine, potrebbe essere anche convincente. Lo espongo per dovere di cronaca, poi ognuno farà le sue valutazioni. “La Ferrari è andata in pezzi quest’anno” ha esordito con tono quasi apocalittico il canadese. “Il motivo di ciò è da ricercare nella chimica che si è creata tra i due piloti e nella mancanza di equilibrio nel team“. E per questo ci sarebbe la diretta responsabilità di Binotto: “La Ferrari non ha mai detto a Charles di stare al suo posto ed imparare da Vettel visto che si trattava del primo anno. Sin dalla prima gara Leclerc ha avuto un atteggiamento da <<Ho intenzione di dimostrare che sono il capo, che Seb è il passato e che io sono il futuro>>“.
Quindi il monegasco sale sul banco degli imputati a causa della sua velocità e della sua sfrontatezza. Ma ci sarebbero stati altri protagonisti ad intossicare il clima. Ancora Villeneuve ai taccuini del magazine olandese Formule1: “C’è stata un’ondata di tifosi che riteneva Leclerc essere un salvatore. E i media hanno cavalcato questa convinzione alimentandola. Tutto ciò ha ferito Vettel e ha fatto male alla Ferrari. Anche perchè Charles non è pronto per questo ruolo da leader. E’ vero che è stato veloce e che ha ottenuto molte pole, ma non ha mai lottato per il titolo. Non so a questo punto cosa possa fare Binotto perchè non sono a conoscenza degli accordi interni. Vedo solo che ai tempi di Irvine e Barrichello esistevano delle gerarchie ben chiare. E la cosa funzionava“.
La versione di Jacques è sicuramente in inedito sul tema. Ma, se proprio vogliamo scendere a fondo delle cose, stride con quanto fu realmente stabilito da Binotto a inizio anno, ossia che Vettel fosse la prima guida: “Penso che sia normale, se non si verificheranno particolari situazioni, che la nostra priorità sia Sebastian. E’ lui la guida con la quale puntiamo al campionato“. Queste le parole pronunciate dal team principal di Losanna il 15 febbraio in occasione della presentazione della SF90 (leggi qua). Insomma, il ragionamento dell’ex Campione del Mondo non tiene in considerazione di un fatto determinante.
Forse la colpa della Ferrari è stata un’altra. Forse è stata quella di non essere risoluta e determinata nel continuare ad affidare a Vettel il ruolo di leader anche a fronte delle migliori prestazioni del compagno. O forse l’errore è stato quello opposto, ossia non tutelare il pilota più performante del duo prendendo quella decisione impopolare (e forse antieconomica) che doveva vedere Seb fare da spalla a Charles. A Maranello sono rimasti sempre nel mezzo alimentando un clima che, ad un certo punto, si è fatto insostenibile come dimostrato dal botto paulista.
In generale, però, risulta abbastanza fantasiosa l’idea di attribuire perniciosa responsabilità al talentino monegasco. Se la Ferrari ha fallito in questo 2019 formalmente chiusosi qualche ora fa con l’ultima sessione di test sul tracciato di Yas Marina, è perchè il progetto tecnico non è stato all’altezza delle premesse. Se dopo otto gare la Mercedes aveva ottenuto altrettante vittorie e aveva praticamente doppiato la Ferrari nella classifica costruttori non può averne responsabilità Leclerc. Né Vettel. Forse il dito accusatore andrebbe puntato su chi se ne sta in fabbrica a progettare la monoposto. E’ una questione di logica, non me ne voglia Jacques.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto:
– Alessandro Arcari – @berrageizf1
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