lunedì, Novembre 4, 2024

Ferrari e Vettel, una ‘SF80’ per provarci o lasciarsi

Ferrari e Vettel, una ‘SF80’ per provarci o lasciarsi


Il progetto Ferrari numero 671 si dirige a grandi passi alle battute finali. Il team italiano si è concentrato molto sulla ricerca di carico aerodinamico e rendere più stabile il posteriore, ma senza voler stravolgere i punti buoni della SF90. Una strada potrebbe essere stata trovata attraverso il rake ma per riuscirci devi aver prodotto finalmente dopo tanti tentativi, per la verità più o meno riusciti, un fondo e una meccanica che funzionino molto bene.

Ferrari e Vettel, una ‘SF80’ per provarci o lasciarsi

Inoltre sarà stato importante trovare, se non l’inserimento in curva della W10, per lo meno l’agilità nel lento, modificando qualche ‘parametro’ fondamentale della vettura. Tendenza, mi dicono, che scopriremo in molti i team. Indispensabile poi, visto il sensibile aumento di drag, una PU superiore a 360 gradi. A questo proposito sembrano significative le modifiche all’architettura della nuova unità che sta girando al banco in questo mese. Binotto ne è convinto e ne ha parlato in maniera piuttosto impavida alla stampa. Si cercherà in ogni caso di accelerare al massimo ogni aspetto della stagione entrante per poter avere le mani libere da occupare intensamente in ottica 2021. Se dovessi scegliere la chiamerei Ferrari SF80H. Un venirsi molto incontro, a metà strada, tra la 90 e la 70.

Ferrari e Vettel, una ‘SF80’ per provarci o lasciarsi

Sul fronte line up, il 2020 sarà potenzialmente il mercato più pazzo e direi meno prevedibile degli ultimi dieci anni. Ci saranno molte variabili. Facciamo il punto sulle ipotesi, tra presente e futuro, del team italiano.

La posizione di Vettel, per sua stessa ammissione e anche di Binotto, è interrogativa a dir poco. Sebastian è sempre un campione, ma è costretto ad andare a scadenza con esami non impossibili, ma estremamente difficili da superare. Come ha detto il team principal “Vedremo assieme a lui, come si troverà con la monoposto e ovviamente il confronto con Charles, cosa vorrà fare. Che motivazione ci sarà per continuare con noi”. Questo in soldoni vuol dire due cose. La prima è che ci si aspetta molto di più dalle sue performance, al di là della qualità della nuova vettura, che siano almeno come quelle di Leclerc. La seconda è che una nuovo accordo, non semplice da raggiungere, poggerebbe su basi, a livello economico e status, molto diverse. Leclerc è in procinto o forse ha già l’accordo del prolungamento (si parla di 3 anni con un ingaggio verso la doppia cifra rispetto ai 3,5 di quest’anno). È chiaro allora che il compagno per chiedere cifre superiori dovrà aver dimostrato molto. E questo vale tanto per Sebastian quanto per chiunque altro aspiri ad un sedile Ferrari. Chi sono i papabili concorrenti?

Di sicuro si sono fatti i nomi di Carlos Sainz, Nico Hulkenberg e Antonio Giovinazzi. Personalmente e da mesi ci metto anche il nome di Ricciardo proprio perché non è mai venuto fuori, nelle ultime chiacchiere o negli incontri informali, tra la stampa e i vertici.

Affair-Hamilton.
Il discorso sul sei volte campione merita una riflessione a parte. Non è mai difficile volere la Ferrari, banalmente per cogliere quella ultima corona che gli mancherebbe pur vincendo ancora il prossimo campionato. La mia sensazione è che sia molto complicato e per diverse ragioni. Il 2021 può essere un anno buono per sovvertire qualsiasi pronostico. Per dirne una c’è chi da la McLaren (che avrà motore Mercedes) all’altezza del titolo. Ma sarà anche un anno pieno di interrogativi. Chi tirerà fuori un coniglio dal cilindro (se c’è) tra i nuovi regolamenti? Chi avrà speso meglio nel 2020 per prendere vantaggi l’anno successivo? Che differenza potrà fare il pilota rispetto ad oggi? Nessuno lo saprà davvero finché non si andrà a Melbourne tra 14 mesi. Ecco perché sarà una sfida a 360 gradi. Piuttosto, mi viene da pensare, vincerà semplicemente chi sbaglierà poco. Perché in un anno così qualcosa la sbaglieranno tutti.

In Ferrari devi essere al 100% non solo in pista, ma anche nel box, nel quotidiano. Fare gruppo. Anzi costruire un gruppo. Non è facile. Il team si aggrappa ad un trascinatore. Come ha detto il Dr Marko che lo conosce come le proprie tasche, “Vettel ha bisogno di coccole, funziona quando si sente al centro”. Non è stato più così dopo Monza 2018. Non so se Leclerc si senta in grado di esserlo perché è troppo giovane per saperlo. Magari lo diventerà. Per questo, puntando comunque forte su Charles, io penserei a uno che faccia ‘spogliatoio’, che possa capirsi bene col monegasco e dargli una mano quando serve, più che ad una star eccezionale, un grande accentratore come Lewis.

Dopodiché ma non da ultimo, il regalo che deve farsi la Scuderia è trovare la piena affidabilità. Perno fondamentale per rimettere mano alle procedure. Non è possibile ripetere un anno, il 2019, in cui praticamente sempre si è dovuto rimediare nel garage a problemi nuovi o mai risolti. Lo “smonta e rimonta” dei controlli preventivi che toglie tempo e lucidità al team. Cosa che è passata inosservata ma non ha permesso di lavorare sempre al massimo anche quando il potenziale della SF90 era alto.

Autore: Giuliano Duchessa @giulyfunoat

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