Ferrari: metti una sera a cena
La Ferrari non va in vacanza. O l’amore, sostituite voi, così avremo anche il secondo titolo di una pellicola. E poi? Basta film, basta sorpiature, basta torture. Ovviamente mentali in tutti i casi, ci mancherebbe. L’ultima cena dell’anno, si sa, porta con sé rivelazioni e tumulti, labili singulti grazie ai quali la Formula Uno riesce a far parlare di sé anche in questi attimi di silenzio. Che non è assenso, non in questo caso. Che non è Assenzio, né Lambrusco, perché a Maranello stavolta si vuole spiazzare, senza navigare nel fosco.
La piazza è nota: una tavola rotonda, o forse ovale, che mette insieme grandi capi e grandi firme di giornale. I modi e gli usi per una volta sovvertiti, quasi invertiti. La risposta che precede la domanda. Non si parla certo di rivelazioni. Il quarto segreto di Fatima non passa certo per Maranello. Eppure nel tranello delle aspettative ci siamo cascati tutti. E per una volta non hanno deluso. Sentenze chiare e luminose come luci natalizie. Dichiarazioni attese senza sorprese, ma con intenti sinceri, che non tradiscono malizie.
Chiarezza dunque in casa Ferrari. No a Verstappen, il sobillatore. No ad Alonso, il pilota più chiacchierato. Semaforo giallo per Giovinazzi, “pilota Ferrari in prestito“, ma che molto ha ancora da dimostrare per fregiarsi delle insegne del Cavallino. Vettel invece rimane una colonna portante. La parole di Binotto non lasciano adito a dubbi in merito alla possibilità che il tedesco possa cambiare abito:
“Vettel è nel cuore del progetto del nostro team, soprattutto per quanto concerne lo sviluppo della vettura. Il suo parere all’inizio della stagione è stato cruciale. Il primo passo che faremo nei confronti di Sebastian sarà comprendere le sue intenzioni per il futuro. La cosa sarà fatta al momento giusto (non abbiamo ancora definito nulla a riguardo). Continuiamo a essere convinti di avere la miglior coppia di piloti in Formula Uno.”
Un vento forte che spazza via ogni dubbio, ogni perplessità, ogni cicaleccio ostinato da parte di chi suppone di essere a conoscenza di verità assolute. Perché se è evidente e lampante che Leclerc sia “il pilota nel quale Ferrari vuole investire per il futuro” ciò non toglie che l‘addio di Vettel sia remoto, almeno nel prossimo avvenire. Inutile quindi attendere una bomba di mercato, come lo fu la notizia del repentino e inatteso ritiro di Nico Rosberg. Almeno per quanto riguarda il 2020.
Per quanto concerne scenari più a lungo termine Binotto apre le porte della Ferrari, senza spalancarle del tutto. Parla genericamente di “essere fortunati per il fatto che molti piloti vorrebbero fare parte del team Ferrari.” Una sorta di privilegio e di plus valore da far valere, ma allo stesso tempo da rispettare. A tal proposito, il team principal Ferrari ribadisce: “Penso che in occasione del Gran Premio di Spagna dovremmo, sempre che non sia stato ancora deciso, avere un’idea chiara e definita di ciò che faremo poi.“
Patti chiari, amicizia lunga. O almeno pacifica convivenza in vista del 2020. Quanto alla vettura pochi dubbi, Ferrari rosso opaca per motivi di peso, luminosa per quanto riguarda il motore, che verrà rivisto ” specie per quanto riguarda l’architettura e la parte alta delle testate dell’endotermico”. Non si correrà nuovamente il rischio di avere un missile terra-aria in rettilineo, salvo poi pagarla nei tratti misti e curvilinei. Si andrà piuttosto in direzione di un compromesso, come quello messo in atto da altri team, anche per adattarsi a “quello che ormai abbiamo visto essere il comportamento delle gomme”.
Una Ferrari sincera dunque, che ammette gli errori e promette battaglia. Un’avvisaglia per gli avversari, finora corsari e capaci di razzie voraci. Una speranza per noi tifosi, che attendiamo ogni inizio del campionato come fosse Natale, illudendoci di avere finalmente l’auto che vale. Che vale vittorie, che sale in classifica. Che racconta storie e ci regala una gioia salvifica.
Autore: Veronica Vesco – @veronicafunoat
Lavorate, incompetenti