Siamo ormai giunti agli ultimi sgoccioli del 2019, tradizionale tempo di bilanci sui mesi appena trascorsi e di buoni propositi per quelli a venire; in Ferrari non manca di certo il materiale su cui riflettere per imparare dal vissuto, in prospettiva della nuova stagione.
Il tema che ha più tenuto banco è stato di certo l’equilibrio in squadra tra i due alfieri del Cavallino, un terreno insidioso, complicato dalla repentina crescita di Charles Leclerc che ha sconvolto i rapporti di forza stabiliti ad inizio stagione con Sebastian Vettel. Gli episodi ricchi di tensione non sono mancati, a partire dalla qualifica di Monza, per poi arrivare al disastroso contatto di Interlagos , che ha spalancato a Verstappen il terzo posto nel mondiale piloti.
Sull’argomento si è sentito dire letteralmente di tutto, sui social non sono mancate prese di posizione nette in cui gli utenti si sono divisi, esprimendosi pro o contro uno o l’altro pilota, anche con toni affatto teneri. Sulla relazione fra Leclerc e Vettel si è ricamato tanto, troppo e a sproposito. Il tutto facendo leva su fatti reali, ma dando per certo uno strascico personale che fra i due alfieri rossi non c’è stato. Oltrepassati i comprensibili istanti di trance agonistica, a freddo insomma, mai Vettel e Leclerc si sono detti qualcosa di pesante; troppe poche volte sono stati sottolineati, invece, i gesti di complicità fra loro, magari dopo una buona qualifica.
Un’altra conferma arriva dalle ultime dichiarazioni di Leclerc, rilasciate qualche giorno fa all’edizione tedesca di Motorsport Magazine: “Quando c’è tanta competizione, le cose diventano un po’ complicate, ma io e Sebastian abbiamo una buona relazione, non è così male come sembra dall’esterno”.
Charles tocca due nodi basilari: la competizione e la visione dall’esterno.
Competizione: è il cibo d’ogni pilota, l’essenza stessa del suo vivere, il luogo metaforico dove trova gli stimoli per migliorarsi sino ad arrivare alla vittoria. Quando si concentra verso il compagno di squadra, tutto è più difficile, vero, ma è proprio qui che entra in ballo la capacità di gestione del team. Non è la competizione fra due piloti di casa il nodo vero, bensì il riuscire a non farla deragliare in qualcosa di tossico per il bene generale della squadra. Anche su questo Leclerc si esprime: “Mattia (Binotto), ha trovato il giusto bilanciamento, sa quando è il momento di essere duro”. E questo finisce direttamente nella sezione “buoni propositi” per il 2020. Poi, da sempre, il giovane rampante e promettente approdato in un top team va a cercare di conquistarsi i gradi di capitano a spese di quello effettivo, specie se si tratta di un pluricampione del mondo. La storia della F1 è fatta di questo: vi ricordate la convivenza Senna-Prost in McLaren? Il brasiliano non si fece il minimo problema per imporsi sul francese ed è anche quell’istinto animale a fare di un pilota un campione. La competizione è quindi qualcosa di endemico e salutare, se ben gestita.
La visione dall’esterno: mai come in questa epoca è qualcosa di ridondante, un megafono distorto costantemente acceso dalla cacofonia assordante e non sempre alimentato da voci competenti, proprio perché globale. Il fatto che Leclerc ribadisca: “Quella fra me e Sebastian è una relazione sana”, va letto come la volontà di quietare quel coro incessante fatto di post social, nell’ottica realista e ferma di dire che solo dall’interno della squadra le cose vengono viste, vissute, valutate, soppesate per ciò che realmente sono.
Chi ama non solo la Ferrari ma la F1, a mio modesto parere, non dovrebbe avvelenare i pozzi, bensì limitarsi a raccontare una rivalità in essere che ha avuto momenti sportivamente critici, ma che a livello umano finora non si mai sporcata, vista la correttezza di entrambi. Se qualcosa cambierà, saremo tutti pronti a darne conto, ma impariamo ad osservare con onestà intellettuale senza tifare per la rissa!
Autore: Elisa Rubertelli – @Nerys_
Foto: Ferrari, F1