Vettel: il gusto amaro della sconfitta…
Non si può vincere sempre. Dai… non giriamoci troppo intorno. Ci sono momenti in cui ingoiare me**a è l’unica grande verità. Scusate l’estrema franchezza. D’altronde il concetto, pur forte, risulta estremamente efficace. Lo sport si alimenta della sua dimensione agonistica. La sua innata bellezza prevede sfide. Con gli altri ma soprattutto con se stessi. Vittoria e sconfitta sono due espressioni, i due volti estremi della competizione. La prima opzione piace a tutti. Ovvio. Ma della seconda che ne facciamo?
Per tutti noi si tratta del famoso “dito in un occhio”. Un’esperienza negativa capace sempre, o quasi, di provocare delusione, sconforto, tristezza, disagio e, in alcuni casi, forte rabbia e collera. Ma non è tutto cosi negativo come sembra. Chi vince ha sempre un passato da perdente. La cultura della sconfitta consiste nell’assaporarne il gusto amaro. Riflettendoci su, si scopre che ciò che fa di qualcuno un vincitore è proprio la sua “capacità” di perdere e, conseguentemente, di rialzarsi.
A proposito di vittorie e sconfitte…
“Ci sono diverse cose che avrei potuto fare meglio” spiega Vettel nelle sue ultime dichiarazioni. Poi, rincarando la dose di autocritica, aggiunge: “Sono in questo mondo da abbastanza tempo per essere onesto ed ammetterlo… devo fare di più. Per questa ragione guardo prima di tutto a me, concentrandomi in tutti punti che devo migliorare”.
La flessione vissuta dal 4 volte campione del mondo non è cosa da poco. La botta non ancora assorbita, piazzata fra capo e collo dallo “spietato” Hamilton nel 2018, fa ancora troppo male. L’arrivo di Charles ha peggiorato la situazione. Una “serpe in seno” fatale per il convalescente Sebastian, ma necessaria per le velleità mondiali della storica scuderia italiana.
Propio come in pista, fare retromarcia nella carriera non è possibile. L’unico percorso utile si chiama futuro. Il trucco non è poi cosi difficile. Tirar fuori la miglior versione di te, sempre e comunque.
“Non credo che debba guidare differentemente. So guidare. Non faccio le stesse cose di dieci anni fa e mi sono evoluto come pilota, anche se se ci sono cose dove posso migliorare…”, ipse dixit.
Dirà il tempo. Come sempre.
Autore: Alessandro Arcari – @BerrageizF1
Foto: F1 – Ferrari