Wolff: Mercedes resta in F1 solo se più efficiente…
Parlare di un possibile addio alla Formula Uno, da parte della squadra campione del mondo, fa strano per tante ragioni. Come può il team che sta “stradominando” da sei stagioni a questa parte decidere di abbandonare? Come si arriva a pensare ad una cosa del genere?
Di motivi sembrerebbero essercene diversi. Quelli politici: Ferrari avrà ancora la possibilità di esercitare il diritto di veto grazie alla sottoscrizione del nuovo Patto della Concordia. Inoltre, potrà altresì fare affidamento sul premio storico (essendo l’unico team a non aver mancato neanche una stagione di F1), grazie al quale percepirà circa il 38% dei proventi contro il 26% destinato alla casa tedesca, nonostante quest’ultima abbia disputato un’ annata praticamente impeccabile sotto tutti i punti di vista. L’altro nocciolo della questione riguarda il lato economico: il CEO di Daimler Ola Källenius, gruppo a cui fa capo la casa di Stoccarda, ha deciso di tagliare i fondi di circa 1 miliardo di dollari, per fronteggiare al meglio il passaggio alle auto elettriche e a guida autonoma.
Inizialmente, l’impegno in Formula Uno non sembrava essere compromesso. Poi, a conti fatti, il reparto corse della scuderia di Brackley è stato messo un po’ alle strette, come ha recentemente ammesso Toto Wolff nella “chiacchierata” con Auto Motor und Sport: “Il nostro programma potrebbe essere rivisto in conformità ai cambiamenti che stanno avvenendo nel settore automobilistico. Riteniamo che la F1 ed il motorsport facciano parte del DNA del nostro marchio. La prima Mercedes costruita era un’auto da corsa. Penso che dobbiamo aumentare l’efficienza del nostro lavoro, garantendo buone prestazioni economiche e riducendo il livello di investimenti che Daimler fa nel nostro progetto. Se riusciremo a raggiungere tutto ciò, rimarremo in Formula 1 per molti anni”.
Come dicevamo, fa strano dover sentir parlare di efficienza lavorativa proprio dal responsabile del team campione. Superata la sorpresa iniziale, ricordo quanto appreso quest’estate circa il budget speso dalle squadre durante il 2019. Nella tabella seguente troviamo i dati della stagione appena conclusa relativi fino a luglio.
Notiamo come Mercedes, Red Bull, Toro Rosso e Williams (lo ammetto è un po’ provocatorio) siano stati molto coerenti. Tanto hanno speso tanto hanno meritato. Mentre scuderie come McLaren e Racing Point sono risultate molto efficienti, guadagnando posizioni su squadre con un capitale investito maggiore del loro. Tutt’altro che positivi, invece, i dati di Renault, Alfa Romeo e Haas. Includerei in questo gruppo anche la Ferrari. Malgrado sia arrivata seconda in campionato, risultato minimo per il team italiano, investendo lo stesso capitale di Mercedes non è mai stata in grado di battagliare per il titolo.
Forse è questo il sogno di Wolff? Dominare con un investimento alla pari di Red Bull? O addirittura a metà strada tra quello del team di Milton Keynes e Renault? Sicuramente Daimler ringrazierebbe, ma avrebbe anche del clamoroso. Dobbiamo riconoscere a Toto i meriti per i grandi successi Mercedes. La quadra, dopo essere tornata in F1 nel 2010, ha deciso di mettersi nelle mani del manager austriaco a partire da gennaio 2013. Scelta che nei fatti ha portato la squadra a fare un salto qualitativo eccezionale.
Inutile elencare quello che sono riusciti ad ottenere dal 2014 ad oggi. Ovviamente, i meriti sono di tutto il gruppo, ma sicuramente Wolff ne ha gran parte. Il manager austriaco, ancora una volta, accetta la sfida societaria. L’obbiettivo “imposto” è chiaro. Vittoria ed efficenza alla base del futuro Mercedes.
Autore: Marco Sassara – @marcofunoat