Lewis Hamilton in Ferrari: sì o no? E’ questo il quesito che sta tenendo banco in questa lunga – ed interminabile per noi appassionati – pausa invernale. Il fatto che l’esacampione del mondo abbia un contratto in scadenza tra meno di dodici mesi con la Mercedes e che la medesima cosa avverrà per il suo principale rivale in quest’ultimo decennio, Sebastian Vettel, agita il mondo della Formula Uno e apre ad una serie di congetture che talvolta valicano la sfera dell’immaginazione. Un cosa è chiara: qualsiasi sarà il futuro del britannico manca sempre meno tempo per conoscerlo. Analogamente accadrà per il tedesco della Ferrari la cui posizione pare traballante dopo tre anni non brillantissimi e a seguito della dirompente ascesa di Charles Leclerc.
Nelle settimane passate ci sono state due ufficializzazioni che hanno meglio definito le line up future dei top team: Leclerc si è impegnato con Maranello fino al 2024; mentre Max Verstappen si è legato alla Red Bull – e alla Honda – fino a tutto il 2023. Per una cifra monstre che dovrebbe sfiorare, stando ai bene informati, i 40 milioni di euro a stagione. Un contratto da star della F1 e dello sport in generale che proietta il talentuoso figlio d’arte tra i candidati a scrivere pagine di storia del motorsport. I due prolungamenti, ovviamente, sottraggono possibilità di manovra a chi un rinnovo deve ancora siglarlo.
La Ferrari non ha lasciato intendere quale sarà la strategia dal 2021 in avanti: punterà su Leclerc affiancandogli un pilota sulla carta meno ambizioso, o vorrà avere un attacco a due punte con piloti di primissima fascia a darsele di santa ragione? In questo secondo caso, le alternative sono elementari e sono due: rinnovare il contratto di Vettel o fare all-in su Lewis Hamilton. Che, dal canto suo, non ha ancora sciolto le riserve sulla permanenza nel team che gli ha dato cinque titoli (sei se consideriamo la motorizzazione).
Qualcuno sostiene che la Stella a Tre Punte possa salutare la truppa nel 2021 e da qui deriverebbero le titubanze di Lewis. Un disimpegno parziale che vedrebbe i tedeschi come soli fornitori di motori sino al 2025, anno fino al quale è garantito l’impegno sportivo (leggi qua). Uno scenario che pare non trovare conferme fattuali nelle dichiarazioni dei protagonisti, da Toto Wolff a Ola Kallenius, grande boss di Daimler AG. Hamilton, dunque, è semplicemente in fase valutativa e molto potrebbe pesare, sulle sue scelte, l’andamento del prossimo mondiale. I record di Michael Schumacher sono a portata di mano e la nascente W11 potrebbe consentirgli di issarsi definitivamente nella storia di questo sport.
D’altro canto, secondo una visione molto italo-centrica, la consacrazione definitiva dell’anglo-caraibico potrebbe avvenire in caso di passaggio e susseguente vittoria in rosso. In primis perchè vorrebbe dire aver trionfato con tre marchi diversi (affiancherebbe Juan Manuel Fangio in questo speciale conseguimento, nda); in secondo luogo perchè potrebbe significare – se Vettel e Leclerc restassero all’asciutto nel 2020 – riportare l’alloro a Maranello dopo anni di vacche magre. Il fascino che il Cavallino Rampante esercita su Hamilton è noto e manifesto, quindi un eventuale approdo alla corte di Binotto non sarebbe da escludere in maniera aprioristica. Anche se, per tutte le ragioni esposte in precedenza, il prolungamento del matrimonio con la Mercedes pare al momento la soluzione più logica e conveniente. E Lewis ha dimostrato, nell’arco della sua ormai lunga carriera, di decidere più in base alla caratura tecnica del team che al cuore o all’istinto.
Dal mondo britannico c’è chi suggerisce al detentore del titolo di guardarsi bene dall’abbracciare il rosso: “Non ho mai pensato che Lewis andasse altrove – ha riferito David Coulthard all’agenzia di stampa Reuters – Sono certo che ne stia parlando con la Ferrari, ma è sempre stato con la Mercedes, quale sarebbe il senso di rompere col team ed andare via?“. L’ex McLaren ritiene che vi siano anche ragioni afferenti allo stile di vita che dovrebbero far riflettere Hamilton: “A volte alcuni uomini vogliono dare una svolta di carattere europeo alla propria vita, ma credo che Lewis sia maggiormente felice nei paesi di lingua inglese, Gran Bretagna e Stati Uniti su tutti. Non credo – ha chiosato in maniera sibillina Coulthard – che Hamilton abbia stampato il marchio Ferrari in mente sin da quando era bambino. Andare via per soldi quando ne hai in abbondanza sarebbe illogico“.
L’ex Williams centra un punto focale, ossia quello del danaro. Hamilton ormai è una star che valica gli stessi confini della Formula Uno. L’ingaggio pesantissimo che Mercedes gli garantisce (circa 45 milioni l’anno) è “arrotondato” da un’impressionante serie di attività extra pista che vanno dalla moda alla ristorazione. Fonti di introiti molto elevati. Le suddette attività, tra l’altro, sottraggono moltissimo tempo alla disponibilità della Mercedes che, da contratto, asseconda le passioni e le velleità imprenditoriali del suo campione avendo capito che esse stesse contribuiscono a crearne la forza mentale. Ferrari, da che mondo è mondo, è un ambiente meno concessivo, paradossalmente più austero. E proprio questa possibile mancanza di libertà di manovra, unita alle garanzie tecniche che un team come Mercedes offre, potrebbero pesare sulla bilancia decisionale del trentacinquenne driver d’oltremanica.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: McLaren, F1
Lewis in Ferrari?
Dipenderà solo da Leclerc: se conferma il potenziale che ha dimostrato limitando gli errori e migliorando la gestione gara, per la Ferrari non avrebbe senso prendere (e pagare il dovuto) Hamilton.
Salvo eventualmente per togliersi un avversario, ma se competitiva la Mercedes sarà altrettanto difficile da battere con uno degli altri top drivers, o addirittura con un “semplice” Bottas…