L’attesa non è terminata, ma sono sempre meno i giorni che ci dividono dall’inizio delle attività ufficiali sancite dal GP d’Australia che vedrà il suo avvio venerdì 13 marzo col primo turno di prove libere. Prima di quella data ci sarà altro fervore nel mondo della Formula Uno che attirerà le attenzioni degli addetti ai lavori e dei tifosi: la due giorni di test Pirelli in chiave 2021 con la Ferrari protagonista, la lunga serie di presentazioni delle monoposto 2020 e la sei giorni di prove collettive spagnole alla fine delle quali inizieremo a farci una prima, sommaria, idea di quelli che saranno i valori in campo. Finchè ciò non accadrà assisteremo al classico susseguirsi di voci, indiscrezioni, congetture che caratterizzano le settimane che precedono l’inizio delle “ostilità”.
Che il campionato archiviatosi lo scorso dicembre non sia stato particolarmente generoso in soddisfazioni per gli uomini di Maranello è un fatto difficilmente confutabile. Un’annata a rincorrere la comprensione degli pneumatici che, di contro, la Mercedes aveva ben capito sin dai test cumulativi che si erano tenuti l’indomani del Gp di Abu Dhabi 2018. Viene da sé che dopo un mondiale disputato con l’affanno tecnico frutto della continua rincorsa sugli avversari possano sussistere dei dubbi sul potenziale della monoposto che sarà svelata l’11 febbraio nella suggestiva – e carica di simbolismo – location del Teatro Valli di Reggio Emilia.
Dicevamo dei dubbi sulla bontà del “Progetto 671”. Perplessità che qualche organo di stampa ritiene esser fondate. Già la scorsa settimana erano fuoriuscite dalle segrete stanze modenesi voci secondo cui i tecnici ferraristi non fossero particolarmente soddisfatti dei dati emersi dalla galleria del vento. Il problema, secondo le gole profonde cui ha fatto riferimento Leo Turrini, da sempre ben addentrato nei fatti del Cavallino Rampante, riguarderebbero la difficoltà a recuperare quel carico aerodinamico che l’anno passato è stato la croce della SF90. Fatti che, ovviamente, non possono essere confermati dai diretti interessati che, specie quest’anno, hanno la bocca ben serrata. Ad alimentare il fosco scenario di cui sopra arrivano altre indiscrezioni. Stavolta la fonte non è italiana, bensì tedesca.
La Bild, in soldoni, riferisce che l’inghippo stia nell’elevato rake sul quale gli ingegneri della Ferrari stanno lavorando per colmare il gap con la Mercedes. La filosofia “a muso picchiato” è un classico delle Red Bull di Adrian Newey ed è una strada che in Ferrari percorrono ormai da qualche anno. Stavolta, stando al quotidiano tedesco, sarebbe stato riscontrato un grave errore aerodinamico che, a meno di un mese dalla presentazione, avrebbe mandato in confusione gli esperti di Maranello che sarebbero dunque alle prese con una gran bella gatta da pelare. A spiegare sommariamente la questione è Gary Anderson, ex capo tecnico della Jordan F1: “Avere un assetto ad alto rake ti aiuta in diverse aree. Ma se una sola cosa, per quanto piccola, non andasse bene si potrebbe verificare una sorta di reazione a catena a partire dall’ala anteriore. Il problema sarebbe serio e di difficile soluzione“.
Insomma, le parole “telluriche” di Anderson incutono parecchio timore tra i tifosi che sperano di vedere una Ferrari in piena lotta per il titolo. Sin dalla prima gara. Se fossero vere le indiscrezioni che la Bild rilancia, la vettura nascerebbe con un serio difetto di fondo difficilmente correggibile nell’arco di sei giorni test. Anche perchè mancherebbe il supporto del nuovo simulatore che sarà impiantato in fabbrica solo a primavera inoltrata. L’operatività del nuovo “ragno”, inoltre, andrebbe a pieno regime dopo il necessario settaggio. Un’operazione che potrebbe richiedere diverse settimane.
Uno scenario che rasenta l’apocalittico e che, va specificato, non ha attinenze verificabili con evidenze comprovate. Un quadro che ricorda molto il vociare che ha preceduto la stagione 2017. Anche in quell’occasione i cosiddetti insider si affaticavano a rilanciare notizie non proprio rasserenanti sullo stato di salute della nascente vettura che, nel dipanarsi del mondiale, diede filo da torcere alla Mercedes mollando la corsa ad entrambi i titoli solo a causa della sportivamente nefasta trasferta asiatica che si chiuse con una impronosticabile serie di ritiri dovuti sia a cause tecniche che alla troppa esuberanza dei piloti (vedi Singapore). Il nostro compito, in questo periodo dell’anno, è quello di riportare questi rumors che, in mancanza di riscontri provati, vanno considerati fatti congetturali. Insomma, aspettiamo che eventualmente la testa si rompa prima di munirci di fasce elastiche, garze e disinfettanti.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Ferrari