Giovinazzi ha il sorriso affabile e caldo come il sole del sud, i colori forti e decisi del nostro tricolore. E un sogno, nato tra le bianche strade di Martina Franca, perla barocca nel cuore della Puglia: quello di diventare un pilota Ferrari. Lo sguardo scanzonato di un bambino su un automobilina rossa, da subito il suo giocattolo preferito, era solo il primo indizio di una grande passione. Maturata con fatica e perseveranza, fino alla prima agognata vittoria a Silverstone in Formula 3. Correva l’anno 2013 e Antonio iniziava a raccogliere i frutti di ciò che aveva seminato con ardore e cura. Dopo ottimi risultati in Formula 3 e un secondo posto nel campionato GP2 2016 si spalancano per lui le porte della Rossa. Arriverà a Maranello in qualità di terzo pilota per la stagione 2017.
Quell’anno sancisce anche, di fatto, l’esordio di Giovinazzi in Formula Uno, poiché Antonio si troverà a correre le prime due gare del campionato, Australia e Cina, al volante della Sauber sostituendo l’infortunato Pascal Wehrlein. L’occasione è ghiotta, ma Antonio è forse ancora troppo acerbo. E soprattutto lo è la monoposto con cui si ritrova a disputare i gran premi: una vettura poco performante e difficile da guidare, specialmente per un debuttante come lui. Giovinazzi però è molto paziente ed è certo che, a breve, arriverà la sua occasione. Dopo un 2018 che lo ha relegato nuovamente in panchina come terzo pilota, la stagione 2019 lo ha visto finalmente conquistare un posto da titolare con l’Alfa Romeo Racing al fianco di Kimi Raikkonen.
Giovinazzi aveva molto da imparare, e, come d’abitudine, si è messo a lavorare sodo. Ha iniziato l’anno quasi in sordina, con la calma e la razionalità di chi è consapevole di dover dimostrare tutto. Niente botti, nessuna favilla, ma la volontà di concentrarsi e progredire, gara dopo gara. Così, dopo un non facile apprendistato, dovuto al lungo stop, piano piano Antonio è sbocciato, disputando un eccellente finale di stagione. Un primo punto liberatorio in Austria, che gli è valso lo scalpo, e un nono posto a Monza, davanti ai suoi tifosi. Una gara impressionante e tenace a Singapore, un favoloso quinto posto in Brasile per congedarsi al meglio dalla sua prima stagione da titolare. Un bottino di 14 punti che gli è valso la riconferma. Antonio racconta:
“Il 2019 non è stato un anno semplice. Ma mi è piaciuto come sono cresciuto e migliorato nel corso dei mesi. In questo senso è stato molto positivo. Aver concluso bene mi sarà d’aiuto e mi dà molta più fiducia per quest’anno. Conosco meglio il team e so in che cosa devo migliorare. Vorrei vedere chiunque, in qualsiasi lavoro, stare fermo due anni prima di tornare. Ti mancano gli automatismi. Quanto a velocità non ero così lontano da Kimi, ma mi mancava la gara. Mi mancavano partenze, strategie, pit stop e gestione delle gomme.”
Un lungo apprendistato, culminato con risultati importanti e la certezza di poter essere ancora nel circus. Un altro anno che porta con sé una nuova sfida, questo 2020. Ma per Giovinazzi non rappresenta affatto un problema, certo com’è di dare sempre il massimo e di avere al suo fianco un ‘maestro‘: ” Kimi da un lato non mi è stato d’aiuto, poiché, quando all’inizio faticavo, la differenza di risultati poteva apparire abissale. Dall’altro lato però ha costituito un riferimento importante, anche perché abbiamo uno stile di guida molto simile: mi ha fatto crescere molto più velocemente.”
Per Antonio, Kimi è l’uomo da battere. Uno sfidante di lusso, un punto di riferimento per alzare di continuo l’asticella delle prestazioni. Giovinazzi, intervistato da La gazzetta dello sport ammette: “Uno degli obiettivi sarà quello di battere Kimi. Ma non voglio concentrarmi prevalentemente su quello. Preferisco migliorare e lavorare per garantire al team il miglior risultato. Sono consapevole del fatto che sarà una stagione importante, perché c’è sempre una riconferma da inseguire o una promozione da conquistare…“
Una promozione che profuma di Italia, di casa e di orgoglio. Un’emozione stupenda che si chiama Ferrari. Una suggestione e un sogno lontano che lo riporta alle origini. Antonio spera di potersi trovare al fianco di Charles, in un futuro ideale, e non solo a ristorante: “Vedo spesso Charles qui a Montecarlo, frequentiamo gli stessi locali. Sarei bugiardo se negassi di sognare la Ferrari. Sono già un pilota del Cavallino ed è un orgoglio. Ora però devo concentrarmi su me stesso. Se farò un ottimo 2020 potrò avere le mie chances...“
Così parla Giovinazzi, il nostro fratello d’Italia della Formula Uno. Posato, calmo, realista. Ma allo stesso tempo fiducioso e consapevole del proprio valore. Un altro anno come banco di prova, un’altra possibilità che si rinnova. Antonio, che ama i giochi di parole, sa che la posta in gioco è alta, perché contano solo i fatti. Ma in fondo anche i fatti, numeri, punti, o riscontri che siano, si nutrono di desideri astratti e crescono a forza di sognare. Proprio come faceva quel bambino di Martina Franca, che, al volante della sua macchinina rossa, si sentiva già un pilota.
Autore: Veronica Vesco – @veronicafunoat
Foto: Sauber – Ferrari