La Racing Point “versione Mercedes” si vede davanti alla Ferrari…
Durante la prima sessione di test non si è parlato solo del nuovo sistema Das della casa di Stoccarda. L’altro argomento molto gettonato è stato la grande somiglianza tra la Racing Point RP20 e la Mercedes W10 (auto 2019). Solo venerdì si è volta l’attenzione anche nei confronti della Haas VF20, anch’essa simile alla Ferrari SF90(vettura 2019). Tuttavia… Perché si tende a parlare di più della W10 riverniciata di rosa e non tanto della vettura americana? La questione è semplice: della VF20 ancora non si è visto molto, ovvero, non si riesce ancora ad attribuirle un ruolo in questo 2020 (a livello di forze in campo), mentre, la Racing Point ha molto impressionato ed impaurito le squadre in lotta per il quarto posto (soprattutto McLaren e Renault).
In un primo momento i portavoce del team di Woking e della Losanga hanno subito ‘gridato allo scandalo’, ma al momento sembrano avere un atteggiamento un po’ più cauto. Quantomeno nelle dichiarazioni. Non essendoci una prova tangibile che la Mercedes abbia passato i disegni della propria vettura al team di proprietà di Lawrence Stroll, la vettura viene giudicata regolare fino a prova contraria. Adesso, come vi dicevo, il clima si è un po’ calmato, ma le prestazioni che saranno messe in pista dalla RP20 influiranno molto sulle azioni che porteranno avanti McLaren e Renault.
Scenario a cui potremo assistere a giudicare dalle dichiarazioni rilasciate da Sergio Perez (pilota RP) al termine della prima sessione di test ad ‘Auto Motor und Sport’: “Abbiamo un’ottima macchina. Sembra completamente diversa da quella dello scorso anno” e dire che non se n’era accorto nessuno “ed è migliore in tutte le aree. Anche l’instabilità nella parte posteriore è scomparsa. Ferrari e Red Bull? Avranno sicuramente un asso nella manica. Per quanto ci riguarda non abbiamo molto in più da portare in vista di Melbourne.”
Personalmente non sono qui per analizzare la cosa da un punto di vista complottistico, mi piace riportare le dichiarazioni dei protagonisti giocandoci un po’ su. Sono dell’idea che c’è un organo predisposto per la valutazione di ciò che è consentito fare. Se per la FIA è legale lo è anche per me di conseguenza. A volte posso un po’ alterarmi per le decisioni prese, ma non è questo il caso, per ora. La situazione però è abbastanza simpatica: se da un lato ci sono state forti polemiche nei confronti del roseo team, dall’altro quest’ultimo non ha fatto nulla per smorzarle.
L’unico forse che tenta un po’ (ma giusto un po’) di spegnere l’incendio è Otmar Szafnauer (direttore operativo e team principal RP) che, intervistato sempre da ‘Auto Motor und Sport’, ha cercato di rivendicare il lavoro svolto dal proprio personale: “Avevamo solo delle foto della W10 come modello. L’auto è stata sviluppata al 100 percento da noi. Cosa c’è di sbagliato? Tra tutte le squadre abbiamo scelto di prendere come modello l’auto migliore.” Se così fosse in effetti non ci sarebbe nulla da ridire infatti. In tal caso bisognerebbe solo che fargli i complimenti, perché non è affatto banale sviluppare bene (tra l’altro pare sia una copia fatta bene) una monoposto basandosi solo su delle foto.
Chi invece non solo non si cura di spegnere l’incendio, ma addirittura sembra voglia dar fuoco anche all’Amazzonia è il direttore tecnico Andrew Green. Per il tecnico britannico infatti, non solo la RP20 sarebbe in grado di lottare per il quarto posto, ma potrebbe infastidire anche Ferrari e Red Bull: “Abbiamo superato le nostre aspettative. Al momento ci vediamo persino davanti alla Ferrari e non molto indietro rispetto Red Bull. In ogni caso al top per quanto riguarda il gruppo di centro classifica. Quella di Barcellona è stata sempre una pista a noi ostica. Per la prima volta la vettura si è comportata bene lì, quindi non dobbiamo più avere paura di nulla.” Questo quello che avrebbe riferito ad ‘Auto Motor und Sport’.
Il merito di questi apprezzabili miglioramenti, secondo Green e Szafnauer andrebbe soprattutto all’idea di ribassare la vettura nella parte posteriore. La Racing Point, acquista dalla Mercedes (cosa che è assolutamente prevista da regolamento) alcune parti standard assieme alla fornitura della power unit, che sono: cambio, impianto idraulico e sospensioni. La delucidazione di Green a riguardo: “Mercedes ha sempre avuto un’auto ribassata. Logicamente, le cerniere del cambio e delle sospensioni posteriori sono state realizzate per una zona posteriore ‘bassa’. La nostra era una vettura aerodinamicamente inadatta a delle sospensioni con quella geometria.”
Forse vi starete chiedendo: ‘ci voleva tanto a capirlo?’ Effettivamente no, perché puntuale, alla dichiarazione del direttore tecnico è giunto subito in difesa Szafneuer: “Questa è la ragione per cui abbiamo sempre avuto problemi con l’aerodinamica della zona posteriore in passato. Non avevamo soldi per iniziare da zero, quindi i nostri progetti avevano sempre come base metà dell’auto dall’anno precedente“.
Per l’aiuto economico invece, bisogna ringraziare il signor Stroll che di denari ha deciso di metterceli e anche tanti in questo progetto. Sicuramente avere una Racing Point competitiva non può che far bene allo sport. Negli ultimi anni siamo stati a ribattezzare la categoria con i nomignoli di ‘Formula noia’, ‘Formula gomma’, lamentandoci sempre della carenza di spettacolo.
Non so come la penseranno McLaren e Renault qualora le previsioni di Green dovessero avverarsi, ma almeno per quanto ci riguarda, i presupposti per assistere ad una stagione divertente sembrano esserci tutti.
Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: Racing Point – Mercedes