Ferrari e Red Bull attaccano Mercedes: chiesta verifica di legalità DAS
Il mondo della Formula Uno è talvolta strano. Così come strane sono le dinamiche politiche che operano in “background”. Nel paddock e nelle stanze dei bottoni è in corso una vera e propria guerra di potere che potrebbe stravolgere gli attuali equilibri tecnici. Abbiamo raccontato con dovizia di particolari la contrapposizione tra i sette team non motorizzati Ferrari e la FIA per l’accordo riservato che l’ente parigino ha siglato con Maranello (leggi qui). Il fronte degli accusatori pareva compatto, solido, monolitico. Un mostro di determinazione che a più riprese ha preteso chiarezza dell’organo decisore dichiarandosi addirittura persuaso di adire alle vie legali. Uno scontro frontale che presumeva ferrea unione d’intenti. Che pare essersi dissolta come neve al sole.
La geografia del potere, in F1, muta repentinamente in base agli interessi particolaristici di una squadra piuttosto che di un’altra. Può accadere, dunque, che i due team più distanti tra loro, leggasi Red Bull e Ferrari, si siano uniti contro la Mercedes di quel Toto Wolff che guidava la fronda anti FIA. Un balletto che non sorprende se consideriamo le avvisaglie e certe dichiarazioni poco ortodosse di Helmut Marko che hanno seguito le parole più pacate di Mattia Binotto proferite in occasione della seconda settimana di test spagnoli. Il grande accusato è il sistema DAS la cui regolarità viene messa in discussione da quelle scuderie che covano concrete velleità di scippare la corona alla Mercedes e a Lewis Hamilton.
Nei giorni passati il team guidato da Chris Horner aveva già ottenuto una vittoria tecnica vedendo soddisfatta la richiesta di chiarimento su un particolare della presa d’aria posteriore dei freni della W11 (leggi qua). Il sistema, che dodici mesi fa era stato dichiarato conforme al regolamento da Nicholas Tombazis, è divenuto improvvisamente illegale, costringendo i tecnici di Brackey ad una modifica veloce per consentire alla monoposto di superare le verifiche tecniche che proprio stamattina si sono tenute nella pit lane del circuito dell’Albert Park.
Naturalmente, tornando al caso DAS, la richiesta di verifica scatterà se Mercedes deciderà di usare il marchingegno sin da subito. A sentire gli spifferi provenienti dall’Australia, pare proprio che le due Frecce d’Argento saranno equipaggiate dal Dual Axis Steering in barba alle minacce che arrivano da Maranello e da Milton Keynes. Marko non le ha mandate a dire ed ha riferito, ieri, che “… In Red Bull siamo pronti a presentare un reclamo se Mercedes decidesse di scendere in pista col DAS che per noi è illegale“.
Nel frattempo bisogna registrare che Red Bull e Ferrari si sono mosse preventivamente. Con due diverse lettere hanno chiesto alla FIA di verificare il sistema perchè, secondo loro, non sarebbe conforme alle regole. In soldoni, secondo il parere dei tecnici della seconda e della terza forza del campionato 2019, il DAS modificherebbe dinamicamente i parametri della sospensione nei rettilinei andando, di fatto, a generare un duplice beneficio: preservare gli pneumatici dall’usura e dare un vantaggio aerodinamico tramite la variazione della geometria della sospensione anteriore.
E la Mercedes cosa fa? Per il momento nulla. Nel motorhome nero mostrano calma e tranquillità. Il DAS è stato approntato dopo un fitto scambio di pareri con Tombazis e il suo staff. James Allison non è stato sprovveduto, è un tecnico scafato e che sa il fatto suo: prima di passare dalla fase progettuale a quella realizzativa si è premurato di avere la piena approvazione dei delegati della Federazione proprio per brandire questa accettazione formale nel momento in cui qualcuno avesse mosso critiche ed eccezioni. Quel momento pare essere arrivato e non è scontato, coma dimostrato dalla questione delle prese d’aria dei freni posteriori della W11, che la FIA mantenga la stessa linea interpretativa a distanza di pochissimi mesi dall’ok.
Ciò che è certo è che il fronte comune si è spezzato e questa divisione potrebbe avere dei risvolti anche sul “power unit gate” che coinvolge direttamente Maranello. Ogni scenario è plausibile in questo momento in cui regna la confusione anche per motivi più grandi legati al Covid-19 che ieri è stato dichiarato essere una pandemia dell’OMS. UnMondiale 2020 che si sta per aprirsi e che offre, al momento, incertezza, contrapposizioni, polemiche. Non un modo ideale per ripartire dopo mesi di astinenza motoristica.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Alessandro Arcari – @berrageizf1, Red Bull, Mercedes