venerdì, Novembre 22, 2024

Gp Australia 2020: ecco come Mercedes aveva modificato le prese d’aria dei freni posteriori

Gp Australia 2020: ecco come Mercedes aveva modificato le prese d’aria dei freni posteriori


La Formula Uno è già finita. Anzi, non è nemmeno iniziata. Una delle pagine più brutte della sua storia è andata in scena. Ci sarebbero tante, troppe cose da dire. Ma poco mi va. E in attesa che il carrozzone riprenda il suo cammino itinerante, quando finalmente la situazione a livello mondiale sarà risolta, non mi resta che commentare tecnicamente qualche situazione che riguarda, o meglio riguardava, Mercedes e Ferrari.

A tenere banco dal punto di vista tecnico, spiccava la richiesta di chiarimenti da parte della Red Bull alla FIArelativa alle prese d’aria posteriori di alcuni team come Mercedes e Racing Point.

Gp Australia 2020: ecco come Mercedes aveva modificato le prese d’aria dei freni posteriori

Secondo l’articolo 11.5 del regolamento tecnico, le prese d’aria intorno ai freni posteriori sono considerate parti del sistema frenante, ma non devono assolutamente sporgere oltre un piano parallelo al terreno posto ad una distanza di 160 millimetri al di sopra della linea centrale orizzontale della ruota. Non sembra essere questo il caso di Mercedes e Racing Point, quest’ultima utilizza la soluzione montata sulla W10 nella passata stagione. Una soluzione che Ferrari aveva messo in dubbio già lo scorso ottobre, con chiarimento annesso, ma che la FIA aveva considerato “legale”. Tant’è che durante l’inverno tutti i concetti dei supporti per le ruote posteriori dello passata stagione sono stati approvati. Ma a pochi giorni dall’avvio del campionato 2020, utilizzando una tempistica studiata ad hocRed Bull effettua il reclamo. Mercedes dal canto suo, era arrivata a Melbourne con una soluzione provvisoria (foto in alto), che avrebbe potuto essere utilizzata solamente per le prime tre gare.

Gp Australia 2020: ecco come Mercedes aveva modificato le prese d’aria dei freni posteriori
power unit Mercedes W11

Un’ altra preoccupazione per il team tedesco era legata all’affidabilità della sua unità motrice. Infatti, durante la sei giorni di test prestagionali, una serie di problemi hanno colpito le power unit tedesche; dapprima difficolta di raffreddamento del moto-generatore MGU-H, risolti durante i secondi test grazie ad una nuova Spec del macro componente, e poi guai ai cuscinetti. Il team sei volte campione del mondo, a fronte di queste ultime avarie, sosteneva di aver applicato le giuste contromisure al motore phase 1, destinato all’utilizzo dal Gran Premio d’Australia: “Abbiamo analizzato i danni e adottato quelle che ci sembrano le contromisure più appropriate. Naturalmente, c’è sempre una sensazione di disagio fino a quando la pista non dimostrerà che il team ha reagito correttamente”, ha commentato un portavoce del team tedesco.

In ultima battuta c’è poi la questione Dual Axis Steering, innovativo e inedito sistema sterzante che ha debuttato durante i test pre stagionali sulle W11 di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas. La Federazione Internazionale dell’Automobile si è già positivamente sulla sua conformità rispetto al regolamento tecnico, grazie alle valutazioni eseguite durante e dopo i test.

Gp Australia 2020: ecco come Mercedes aveva modificato le prese d’aria dei freni posteriori
Lewis Hamilton a bordo della sua Mercedes W11

Ma vari team, tra cui Red BullFerrari e Alpha Tauri, erano pronti a protestare in caso di un suo utilizzo durante il primo Gran Premio stagionale. Melbourne è un circuito che sollecita poco le anteriori; difficile quindi riscaldarle nel range ottimale di funzionamento, con qualche possibilità di graining, ancor di più considerando le basse temperature ambientali previste per oggi e domani, giorni in cui si sarebbero dovute correre qualifiche e gara. Da questo punto di vista il DAS avrebbe certamente aiutato parecchio. Agendo sulla convergenza, per Mercedes era possibile sollecitare maggiormente l’anteriore della vettura, favorendo quindi un più rapido riscaldamento. L’utilizzo del sistema era previsto, almeno per il venerdì, ma il continuo pressing della scuderia di Milton Keynes avrebbe probabilmente potuto cambiare le decisioni della Mercedes.

Il più grande punto interrogativo era Ferrari. La SF1000 numero numero 5 di Vettel si chiamerà “Lucilla”. A differenza di come sempre fatto, questa volta Sebastian ha deciso il nome da solo, senza l’aiuto dei suoi meccanici. L’ultima nata di Maranello ha sicuramente mostrato alcuni aspetti positivi durante i test invernali. “È un chiaro passo avanti rispetto alla vettura dello scorso anno” disse il tedesco dopo averla guidata. C’è da dire però che tutti i team hanno alzato il loro livello e quindi non resta che verificare in pista chi lo ha fatto maggiormente.

Gp Australia 2020: ecco come Mercedes aveva modificato le prese d’aria dei freni posteriori
La Ferrari di Sebastian Vettel durante i test pre-stagionali

Per il primo appuntamento della stagione non erano previsti importanti aggiornamenti, concentrandosi su quel processo di comprensione della vettura iniziato in modo più positivo nella seconda settimana di test pre-stagionali. Albert Park è un circuito piuttosto atipico, molto sconnesso, e diverso rispetto a quello di Barcellona. In casa Ferrari si cercavano quindi conferme sul buon lavoro effettuato in terra spagnola, molto apprezzato dal teamprincipal Mattia Binotto. Malgrado tutto, la Ferrari continuava a non credere di poter sfidare Mercedes e Red Bull per la vittoria.  Toto Wolff, da gran esperto, non si fidava comunque: “Dopo i test, la Ferrari si presenta a Melbourne come un grande punto interrogativo. Abbiamo apprezzato i loro miglioramenti in curva, ma la SF1000 non è ancora abbastanza veloce, soprattutto nei giri con il motore alla massima potenza. Secondo me hanno bluffato.”  

Autore: PG Tech – @smilextech

Foto: Alessandro Arcari – @berrageizf1 / Nicholas Carpentiers – @nicolasF1i

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