Le conseguenze dello stop al campionato sulla Pirelli
Lo stop al campionato mondiale di F1, non avrà un forte impatto solo sui team. Anche la Pirelli, pur partecipando in veste di ‘semplice’ partner tecnico, dovrà affrontare delle perdite, sopratutto a livello di immagine. Inoltre, qualora si dovesse decidere di andare a disputare un campionato del mondo nella seconda parte del 2020, dovrà prepararsi a sostenere un carico di lavoro molto più intenso. Un calendario composto da un gran numero di eventi concentrati in pochi mesi, metterebbe a dura prova personale e produzione (Binotto ha rivelato la possibilità di avere anche dei Gp a Gennaio, se te lo sei perso clicca qui).
Inoltre il rinvio dei nuovi regolamenti tecnici al 2022 farà slittare anche l’introduzione dei cerchi da 18 pollici di un anno. Di tutto questo ha parlato Mario Isola, responsabile car racing Pirelli, nel corso di un’intervista rilasciata a ‘Auto Motor und Sport’ lo scorso 20 marzo e resa pubblica solo di recente dalla famosa testata tedesca. Di seguito gli aspetti che più mi hanno colpito e che ho selezionato per voi.
Lo stop rimanda l’introduzione dei cerchi da 18 pollici al 2022
Il costruttore Milanese, aveva iniziato lo scorso settembre i test relativi agli pneumatici montati su cerchi da 18 pollici, che avrebbero dovuto fare il debutto ufficiale in pista assieme alle monoposto di ‘nuova generazione.’ Purtroppo però, con l’avvento del coronavirus, i precedenti piani sono tutti saltati e anche la Pirelli non può che adeguarsi al fluire degli eventi: “Siamo nel mezzo dello sviluppo delle ruote da 18 pollici, ma poiché i nuovi regolamenti tecnici riguardanti le monoposto saranno posticipate, l’anno prossimo continueremo con le specifiche adatte ai cerchi da 13 pollici.”
Così, le specifiche 2019 sono destinate a restare in F1 un altro po’. Non riusciremo a sbarazzarci di loro molto presto. A Barcellona, durante le sessioni di test invernali, Isolaaveva comunicato che si era reso necessario innalzare la pressione minima degli pneumatici, per far fronte all’aumento di carico aerodinamico generato dalle monoposto 2020 rispetto alla passata stagione. Carico che con la stabilità regolamentare è destinato senz’altro ad aumentare ancora.
Fattore che desta qualche preoccupazione nell’azienda Milanese in ottica futura, dal momento che, una volta che si riprenderà a correre, difficilmente si riuscirà a trovare del tempo assieme ai team per sviluppare delle apposite specifiche: “Nel 2021 avremo la stessa situazione che stiamo affrontando quest’anno. Le auto continueranno a svilupparsi, pur restando sulle vecchie gomme. Ovviamente dovremo reagire all’aumento di prestazione. Ad esempio, attraverso l’innalzamento della pressione minima dei pneumatici per raggiungere il giusto livello di resistenza. Ci aspettiamo questo comporti un maggiore surriscaldamento e un diverso livello di degrado in queste circostanze. Tuttavia lo pneumatico riuscirà così a resistere all’ulteriore stress.”
Sulle possibilità di realizzare una nuova specifica ha riferito: “Dipenderà dall’opportunità o meno di condurre dei test. Ci saranno delle chance viste le circostanze attuali? Se consideriamo che vogliamo avere un campionato del mondo nella seconda metà dell’anno, non sono sicuro che troveremo del tempo per i test. E senza prove, non vedo altra scelta che continuare con le gomme attuali. Dobbiamo comunque discuterne prima con i team.”
A parer mio, l’unica possibilità di avere delle diverse specifiche è quella di annullare il campionato 2020 e riprendere direttamente a marzo 2021. Questo garantirebbe, una volta passato il pericolo coronavirus, a Pirelli un buon arco temporale in cui testare dei nuovi compound assieme ai team che avranno intenzione di dare il loro supporto. In caso contrario, anche io, non vedo altre soluzioni.
L’impatto dello stop sulla produzione
Le decisioni di cancellare i Gp d’Australia e di Monaco e di rinviare ben 6 appuntamenti (l’ultimo il Gp d’Azerbaijan, che si sarebbe dovuto disputare il 7 giugno), non poteva che ripercuotersi in modo significativo anche sul reparto produttivo della casa Milanese, il quale deve sottostare a delle tempistiche ben definite per garantire un prodotto adeguato alle esigenze della massima categoria del motorsport: “Di solito chiediamo un tempo di consegna di 14 settimane per le gare all’estero (fuori dal territorio Europeo, in tal caso il vincolo è di 8 settimane). 15 settimane prima di una gara, chiediamo ai team di scegliere il numero dei set relativo alle tre mescole che mettiamo a loro disposizione. 14 settimane sono il tempo impiegato per produrre e consegnare le gomme.”
Cosa è cambiato nell’azienda in questo periodo di emergenza? “Nelle circostanze in cui ci troviamo, possiamo creare una maggiore flessibilità per abbreviare i tempi. Ma come qualsiasi altra squadra siamo soggetti a restrizioni. Molte delle nostre persone sono costrette a lavorare da casa. Le fabbriche e i magazzini sono gestiti con manodopera ridotta. Dobbiamo affrontare questi problemi aggiuntivi.”
Nonostante la Pirelli, abbia sede a Milano, la produzione delle mescole da gara per le categorie del motorsport avviene all’estero. Nello specifico in Romania e in Turchia, luoghi dove al momento è consentito ancora lavorare, anche se non a pieno regime:“Le gomme per la Formula1 vengono prodotte nello stabilimento di Slatina, in Romania, assieme a quelle per la Formula2. Mentre le mescole di F3 sono prodotte in Turchia. Qui ci è concesso ancora lavorare, anche se ovviamente, il governo rumeno sta osservando la situazione al pari degli altri paesi. Abbiamo rallentato la produzionein attesa di avere una bozza del nuovo calendario.”
L’azienda, ha deciso di non arrestare completamente la produzione per fare magazzino, in modo tale da essere pronta ad ogni possibile evenienza: “Possiamo mettere le gomme che produciamo ancora in magazzino e averle a disposizione per eventuali gare. L’invecchiamento degli pneumatici sportivi non è così drammatico. Ad esempio, le gomme per Bahrain e Vietnam sono state immagazzinate in contenitori a temperatura controllata. Possiamo ancora usarli se conservati per un periodo compreso tra sei e dieci mesi.”
Preoccupazione riguardo ad un nuovo calendario 2020
La possibilità di avere un calendario 2020 rivisto, nella seconda metà dell’anno, desta qualche preoccupazione. Non solo per il mancato svolgimento dei test relativo alle specifiche future, ma soprattutto per l’immensa mole di lavoro a cui saranno sottoposti anche i tecnici della casa Milanese: “A seconda dell’aspetto del nuovo calendario, dovremo adattare i nostri piani. Una volta definito, faremo le nostre analisi. Tuttavia, non riesco a immaginare di avere quattro gare di fila e cambiare continenti nel mezzo sarebbe anche peggio.”
Ad impensierire Isola è sopratutto lo stato di salute del personale presente in psita: “Quattro gare senza interruzione potrebbero essere troppe. Soprattutto per i meccanici che sono esposti allo sforzo fisico. Due anni fa, Silverstone è stata l’ultima di tre gare consecutive. I nostri meccanici e gli smonta-gomme erano molto, molto stanchi alla fine.”
Il responsabile Pirelli ci ha offerto così un altro punto di riflessione. Tutti abbiamo voglia di Formula1. Ma sarebbe veramente giusto mettere in scena una stagione a ritmi così stressanti?
Dubbi a cui ha dato voce persino Ecclestone (leggi qui se ti va), anche se al centro del suo focus non poteva che esserci il denaro…
Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: Pirelli