The show must NOT go on …
Lo abbiamo detto in tanti da diversi giorni. Non si doveva andare in Australia. Lo abbiamo detto da qui, dove stiamo vivendo con drammaticità, ed i prima persona, gli eventi. Non regge la scusa di una escalation che sul momento ha sorpreso tutti. Ma tutti chi?
Lewis Hamilton, è forse l’unico che oggi può permettersi di uscire un po’ dalle righe, mercoledì notte ci dice di “non capire perché siamo qui, alla fine in F1 comanda sempre il denaro”
Non è un gran scoperta d’accordo, ma almeno è stato il primo a lanciare un segnale mediatico forte. I piloti, quelli che consideriamo impermeabili e talvolta incoscienti, stavolta fuori dall’abitacolo erano seriamente preoccupati come tutte le altre persone del paddock. Non si doveva andare perché nel momento in cui tutto è allestito diventa difficile tornare indietro. Ogni mossa un boomerang. Pensate solo che logisticamente, per gli addetti ai lavori, tornare a casa è diventato un grosso problema. Risolto in buona parte con voli charter epossibili quarantene all’orizzonte.
Ai primi casi di Coronavirus, incomprensibile pensare che non ci arrivassero, le autorità sanitarie governative hanno aperto gli occhi, e con grave ritardo hanno iniziato a far pressione. Le stesse che giusto un anno fa furono le prime e le più attente a proibire con largo anticipo il logo Mission Winnow. Straordinaria coerenza di intenti.
Nella giornata di ieri McLaren comunicava che un membro del team era positivo al Coronavirus, ritirando la squadra dall’evento. A quel punto per la cancellazione del Gran Premio era solo una questione di tempo. Dopo rimbalzi di notizie più o meno inventate, si attendeva l’arrivo di Carey per coordinare l’annullamento e le modalità. Perché alla fine della fiera chi da il comunicato è sempre colui che rischia di risponderne per primo finanziariamente.
Bisogna trovare un agreement e rendersi disponibili a rimodulare la stagione. Il comunicato congiunto FIA – F1 – Organizzatori, con il pieno supporto di quasi tutti i team, esce solamente due ore prima delle prove libere. L’avviso ai tifosi in coda per entrare arriva alla vecchia maniera, con il megafono ad avvisarli. Il risultato non è solo uno spettacolo pessimo, quello d’altronde si dimentica sempre presto, sennonché un contributo totalmente evitabile alla diffusione del virus.
Inoltre, ci sarebbe da fare un bel discorso sui media, sulla qualità e su quanto poco incidano al giorno oggi.
Conta di più un influencer…
Ma è un’altra storia.
Autore: Giuliano Duchessa – @giulyfunoat
Foto: Federico Basile – F1