Blocco sviluppo power unit: idea per contenere i costi…
La massima categoria del motorsport è in ginocchio. La gravissima pandemia mondiale sta prendendo a schiaffi la Formula Uno, disarmata e indifesa, totalmente impotente di fronte a questa grave crisi. L’impatto economico risulta devastante per tutti i soggetti coinvolti, team in primis. Come primo provvedimento messo in atto, la nuova era regolamentare è stata posticipata di un anno. Senza escludere peraltro un ulteriore slittamento alla stagione 2023.
All’opera per trovare una soluzione che possa contenere l’emorragia finanziaria, la federazione internazionale e Liberty Media sono in continua comunicazione diretta con le scuderie. Ma altre decisioni vanno prese, mettendo in atto misure al più presto. L’introduzione della budget cap, necessaria a fissare un tetto spese di 175 milioni di dollari, entrerà in vigore dall’inizio del prossimo anno.
La volontà dei team minori prevede l’ulteriore e vertiginosa riduzione della dotazione finanziaria a una somma pari a 100 milioni di dollari, con l’eliminazione progressiva delle limitazioni includendo gli stipendi dei piloti. Questa possibilità non è certo vista di buon occhio dai top team. Ferrari e Red Bull si oppongono. (click per saperne di più).
Il blocco sullo sviluppo delle attuali power unit, papabile soluzione al vaglio nelle ultime ore come misura di emergenza, potrebbe essere giudicata alternativa importante. Si tratterebbe di una radicale riduzione dei costi per salvaguardare la salute finanziaria delle squadre. Inoltre, mettendola in atto per diverse stagioni ridurrebbe la spesa dei propulsori per i team clienti. Il dibattito è aperto insomma, e comprende tante aree di discussione. In questo momento cosi delicato per la Formula Uno, malgrado la miriade di interessi che intrecciano il Circus, la tutela delle scuderie dev’essere in cima alla lista…
Autore e foto: Alessandro Arcari – @BerrageizF1