Crisi Coronavirus: i piloti si riducono gli stipendi per aiutare i team
Viviamo giorni molto difficili. La diffusione globale del Coronavirus è purtroppo in una fase ancora crescente. Le restrizioni personali e il distanziamento sociale, provvedimenti utilissimi per attenuare sensibilmente la propagazione della malattia (si stima che al mondo siano 3,9 miliardi le persone confinate un casa), comporteranno pesanti ricadute economiche nel medio periodo. Gli Stati, dunque, si preparano ad affrontare crisi finanziarie e sociali senza precedenti. Nel suo microcosmo, anche la Formula Uno deve fronteggiare una situazione drammatica determinata dallo stop forzato dell’attività in pista. I team con meno risorse – ma non solo – andranno incontro ad una certa sofferenza economica ed è per tal ragione che è stato disposto lo slittamento al 2022 dell’entrata in vigore del corpus normativo inizialmente previsto per l’anno venturo.
Provvedimenti “lacrime e sangue”, pertanto, saranno presi dalle scuderie per affrontare e cercare di superare indenni la fase topica. Le squadre di F1 hanno strutture ciclopiche e, per contenere le spese in un momento in cui i rubinetti di Liberty Media sono serrati, hanno preso a fare tagli agli stipendi dei dipendenti. In Inghilterra è la McLaren (che può contare su una forza lavoro di circa 850 unità, nda) la prima compagine ad aver operato in tal senso. Un portavoce di Woking ha fatto sapere che “Il gruppo McLaren sta concedendo permessi temporanei ad una parte dello staff per ridurre l’impatto finanziario che il Covid-19 ha avuto sulla squadra. Le misure hanno lo scopo di tutelare il lavoro nel medio termine e consentire alle maestranze di ritornare all’opera appena il contesto sanitario sarà migliorato”.
Un bel segnale è stato dato dalle figure di spicco della gloriosa scuderia britannica. Zak Brown ha deciso di abbassare la sua quota stipendio. Così come i piloti che erano esonerati dal provvedimento aziendale. Un’iniziativa di solidarietà che sicuramente sarà ben accolta da chi non percepisce un salario faraonico. In un tweet è stato direttamente Carlos Sainz Jr. a spiegare la sua mossa: “A causa della crisi Covid-19, il gruppo McLaren ha adottato misure temporanee che incidono sulla forza lavoro con l’obiettivo di proteggere i posti di lavoro sul lungo termine. Capisco la decisione – ha scritto lo spagnolo – e di conseguenza ho deciso di ridurre il mio stipendio. Affrontiamo insieme questo momento”.
La McLaren, che ha imposto la diminuzione salariale temporanea non solo al comparto F1 ma anche alla sezione automotive e tecnologia, è stata l’apripista su un sentiero che a breve potrebbe essere battuto anche da altre aziende che operano nella massima serie. Tra queste Ferrari e Mercedes che di certo non dispongono di budget risicati. Ma la crisi, come tutti i fatti eccezionali, non fa sconti e non guarda in faccia a nessuno. Ricordiamo che i cancelli di Maranello sono serrati dal giorno in cui le maestranze sono tornate dall’Australia. Brackley si appresta ad iniziare il suo periodo di sosta forzata imposto dalle norme FIA. Inoltre, il team campione del mondo in carica ha dirottato risorse umane nella costruzione di ventilatori polmonari per sostenere le aziende ospedaliere nella lotta alla pandemia. Quindi le restrizioni finanziarie sono prossime all’entrata in vigore. Sia i piloti della Ferrari che quelli della Stella a Tre Punte pare vogliano seguire le orme della coppia di Woking. Lewis Hamilton sarebbe in stretto contatto con i vertici della scuderia per stabilire la quota da decurtare ai quasi 40 milioni di euro che percepisce ogni stagione.
Gli esponenti di spicco della Formula Uno, dunque, stanno rispondendo con azioni fattive e non semplicemente simboliche. Una corsa alla solidarietà che nobilita uno sport nel quale il danaro è troppo spesso oggetto di scontri titanici, come la mancata sottoscrizione del nuovo Patto della Concordia da parte di alcuni team sta a dimostrare. Un momento di unità di intenti e di sotterramento delle polemiche da accogliere con favore e che, si spera, possa essere la base per una nuova policy dei competitor e dei decisori.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, McLaren