Ferrari e Vettel tra il dire e il fare
Più che sulla trattativa si può discutere su quanto nei fatti la Ferrari, tra il dire e il fare, sia convinta. I “fatti” riguardano la durata contrattuale ma anche altre cose non meno importanti. Per lo meno mentre scrivo, non credo ad una rottura né un prossimo annuncio di rinnovo in regime di lockdown. Credo ci sia un dialogo aperto su una base precisa. Credevo in un possibile allontanamento tra le parti in condizioni più normali, cioè pre Covid-19. Fermo restando che nei primi Gran Premi i risultati in pista avrebbero potuto rinforzare o indebolire le parti. In questo periodo sono più portato a pensare che ci sia una sorta di accordo di massima messo in ghiaccio, in attesa di incontrarsi e definire quando sarà possibile.
Ho parlato un anno fa di Ricciardo. Piaceva e piace. Poi è saltato fuori il nome di Sainz. Ma nel periodo invernale pre-virus i vertici avrebbero pensato molto seriamente a Lewis Hamilton. Un genere di trattative che definirei “ultraterrene”. E comunque lunghissime. Movimenti ai massimi livelli in cui nessuno, dopo che una pandemia ha fermato il mondo, può dire cosa sia rimasto ad oggi di quell’intenzione. In gioco fattori eccezionali, strutturali oltre che economici. Questo a dimostrazione del fatto che voglia di cambiare c’era e ci potrà essere. Ma oggi per i gravi motivi che sappiamo le priorità sembrerebbero diverse. Un po’ per tutti. Intanto ritrovare serenità prima di ricominciare sfide vecchie e provarne di nuove.
E siccome da Melbourne tutto è cambiato, come se la F1 avesse dovuto scontrarsi con la realtà per accorgersene dei problemi, la priorità va a un mondiale che si vuole, anzi si deve, far partire. Ripercussioni economiche e di programmazione da gestire molto bene per tutti i team. Da rimodulare. Regolamenti più che congelati per un altro anno. Ecco perché tornando alla Rossa, si può pensare che l’ipotesi più equilibrata sia lasciare così il team. E non possiamo dire che sarebbe una scelta sbagliata. In più c’è una vettura, la SF1000, da sviluppare molto più di quanto si poteva pensare. Se necessario da ristrutturare, magari con un lifting, visto che servirà anche nel 2021.
Aggiungo che la forza dimostrata da Leclerc in un certo senso permette a Vettel di alleggerire buona parte della pressione accumulata in questi anni difficili. Carletto si è guadagnato una partenza ad armi pari nel mondiale 2020, e cosi sarà. Il che consiglia alla Ferrari,con un logico e più cauto ragionamento a bocce ferme, di preservare e far crescere questo talento nei modi più opportuni. Di crederci dopo la scommessa vinta, così come Red Bull ha creduto in Verstappen. Quindi una riflessione importante per il breve termine è proprio sull’equilibrio tra i due. Non sempre ha funzionato ma ora si conoscono abbastanza bene. Non saranno certo amici… ma non serve. Vedremo molto presto che opportunità ci saranno per arrivare alla conclusione della vicenda, o se ci saranno colpi di scena. I tifosi hanno voglia di sapere che Ferrari sarà.
Il tedesco dal suo punto di vista vuole una condizione contrattuale più comoda prima di iniziare il campionato. Anche con delle rinunce. Sebastian Vettel avrebbe dato larga disponibilità su alcuni aspetti, anche del 2020, pur di restare. Dopodiché, finché non c’è un’ufficialità in F1 tutto può sempre succedere. Ferrari ha più alternative e questo non è certo un segreto, ma vi lascio una domanda: quanto di sé vuole cambiare in un momento in cui nessuno conosce gli equilibri futuri?
Intanto un passo alla volta, riapriamo la GeS in sicurezza.
Autore: Giuliano Gemma – @GiulyDuchessa
Foto: Ferrari