Cercare di capire il livello di competitività di una vettura dopo i test invernali non è un’opera semplice. Ma, dopo sei giorni di attività in pista e migliaia di chilometri percorsi, alcune risultanze emergono al di là del quantitativo medio di carburante utilizzato e delle mappature di motore sulle quali i piloti hanno potuto contare. Incrociando elementi come tempi di percorrenza in curva, velocità alla fine dei rettilinei, stint di giri consecutivi, dati GPS e via discorrendo, i team sono in grado di produrre dei modelli che vanno ad identificare una scala di valori nella quale allocare ogni vettura che partecipa al Campionato (leggi qui per approfondire). A seguito delle prove prestagionali spagnole tenutesi a febbraio, è parso chiaro un po’ a tutti che Mercedes, al netto delle problematiche di affidabilità manifestate dalla nuova power unit, possa essere ancora il gruppo da battere.
La W11 è sembrata molto a suo agio sia sul giro secco che a serbatoi pieni. La creatura progettata dallo staff diretto da James Allison si è fatta particolarmente apprezzare quando ha calzato pneumatici Pirelli di mescola media e dura, confermando una caratteristica emersa prepotentemente anche nei modelli precedenti. Altra monoposto che, pur nascondendosi nei tempi sul giro, ha denunciato di possedere un ottimo potenziale è la Red Bull che può contare su un propulsore Honda finalmente in grado di dire la sua in termini di performance e di affidabilità. La RB16 potrebbe essere la sorpresa in una stagione ancora ferma al palo e che sarà certamente anomala.
E la Ferrari? I tecnici e i piloti della Scuderia sono tornati da Barcellona con la consapevolezza di non essere la prima forza in campo. Una situazione diametralmente opposta a quella del 2019 quando la SF90 era sembrata, poi a torto, la vettura da battere. Mattia Binotto ha predicato calma e pazienza prima, durante e dopo i test. E le sua parole non sono state di circostanza. Una Rossa che, rispetto all’anno precedente, è andata alla spasmodica ricerca di quella downforce mancante che potrebbe aver parzialmente recuperato a scapito di quello che era il punto forte della “sorella maggiore”: la minore resistenza all’avanzamento che spesso aveva trasformato le due Rosse in vetture imbattibili quando la pista si faceva dritta.
La sfida, dunque, è quella di trovare quell’equilibrio aerodinamico tale da far giungere la macchina al perfetto utilizzo delle gomme. Elemento nel quale il modello 2019 aveva sofferto non poco. Ma non è la sola incognita che gli ingegneri della Scuderia hanno dovuto considerare in fase di gestazione. E’ ormai è acclarato che la Ferrari ha dovuto adeguare la propria power unit ai dettami regolamentari. L’accordo privato tra il team e la FIA fa pensare che il V6 turbo-ibrido italiano potrebbe aver perso una discreta dote di cavalli rispetto all’anno scorso. Elementi noti a Binotto che ha pertanto preferito volare basso nelle esternazioni e nelle aspettative da concedere ai tifosi.
Sulla stessa lunghezza d’onda si è sintonizzato Charles Leclerc che ha rilasciato alcune dichiarazioni al sito ufficiale della Formula Uno. Parole improntate alla calma e alla necessità di lavorare intensamente per colmare un gap dalla Mercedes che negli uffici tecnici modenesi ammettono esistere: “Credo che abbiamo avuto delle difficoltà durante i test, dobbiamo recuperare. Non siamo ancora in grado di dire se saremo capaci o meno di colmare la distanza con chi ci precede, ma dobbiamo essere speranzosi perché l’anno scorso, durante la stagione, abbiamo avuto una buona progressione. Dobbiamo continuare a lavorare duro e sono certo che i risultati arriveranno”.
Un’annata anomala dicevamo. Sensazione condivisa anche dal giovane monegasco che si rende conto che un calendario con appuntamenti ravvicinati rappresenti una sfida ulteriore: “Sarà una stagione difficile per tutti perché non vi saranno pause nel momento in cui l’attività avrà inizio. Per questa ragione il lavoro in pista sarà ancora più importante che in passato. Pertanto dovremmo essere molto concentrati. Dovremo essere bravi a dare i giusti feedback ai nostri ingegneri per metterli sulla giusta strada di sviluppo”.
Il primo passo verso il futuro successo è prendere atto della situazione, senza farsi illusioni né cedere a false speranze. La Ferrari lo ha fatto e, stando a quanto riferiscono i protagonisti, c’è la percezione che la stagione possa non essere considerata compromessa. Ovviamente la montagna da scalare è alta e non priva di pericolosi crepacci. Un ruolo importante potrebbe giocarlo lo shutdown nel quale la Formula Uno è invischiata. Una fase che potrebbe permettere ad un team in affanno di recuperare terreno nei confronti della concorrenza che comunque non resterà ferma con le braccia conserte. Un’eventualità ovviamente teorica che i tifosi della Rossa auspicano possa concretizzarsi per provare a riportare in Italia in titolo che manca da troppi anni. E se Leclerc ci crede nessuno è autorizzato a non farlo.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Alessandro Arcari – @berrageizf1, Ferrari