Ad oggi, lunedì 6 Aprile, la Formula Uno avrebbe già dovuto emettere i verdetti di ben tre Gran Premi: Australia, Bahrein e Vietnam. Purtroppo il carrozzone è ancora fermo al palo, con le fabbriche dei team in chiusura forzata. E, come se non bastasse, anche alle prese con drastiche sforbiciate finanziarie derivanti dalla mancanza di introiti. Proprio quest’ultimo è il punto che fa credere – e sperare – che si possa ripartire non appena la crisi scaturente dalla pandemia di Coronavirus ammorbidisce drasticamente la sua morsa. Tornare in pista è una necessità soprattutto per quelle scuderie che devono far quadrare i bilanci. Cosa che avverrebbe incassando i proventi dei diritti TV che Liberty Media riceve e divide in base a quanto stabilito dal Patto della Concordia.
Non è un caso, dunque, che i team principal delle compagini che affollano la parte medio-bassa della classifica stiano facendo pressioni affinché si contenga sensibilmente il budget cap stabilito per il 2021. Da un lato c’è la Ferrari che sarebbe favorevole a ridurre di 25 milioni la soglia concordata di 175 milioni di dollari; dall’altro la McLaren che capeggia una fronda che chiede che il limite di spesa per il 2021 sia di soli 100 milioni. Posizioni che al momento restano lontane e apparentemente inconciliabili. Servirà un fine lavoro diplomatico per trovare un sintesi a fonte a spinte così dicotomiche (leggi qua).
Le questioni da dirimere sono tante. A partire da quelle più pratiche: quando inizia il Mondiale? Da quante gare sarà composto? Ancora, il format del week rimarrà invariato? Proprio oggi si è tenuta una riunione tra rappresentanti della FIA e di Liberty Media e i dieci direttori sportivi delle scuderie che compongono la griglia di partenza. Obiettivo? Cercare di dare risposte alle sopra menzionate domande. In questo incontro virtuale che potrebbe essere cruciale, la FIA sottoporrà alle altre parti in causa una bozza di calendario corredata da una serie di provvedimenti che si rendono necessari per affrontare il mutato contesto internazionale. Innanzitutto le gare dovrebbero disputarsi rigorosamente a porte chiuse. Una disposizione necessaria non solo per annullare del tutto il rischio che gli spettatori possano reciprocamente contagiarsi, ma anche per limitare il numero di persone che circolano nel paddock grazie agli appositi pass. Un modo per evitare che i membri delle scuderie possano contrarre il virus avviando un pernicioso effetto domino.
Anche il week end dei GP potrebbe subire modifiche drastiche. Una delle idee dei decisori è quella di abolire l’attività in pista al venerdì che diverrebbe il giorno per le press conference e per le necessarie verifiche tecniche delle monoposto. Al sabato mattina si terrebbero le libere, presumibilmente ridotte a soli due turni. Al pomeriggio le qualifiche. Per chiudere, poi, col canonico Gran Premio domenicale. I team potrebbero sposare questa linea pur di mettere le ruote in pista e vedere così le casse sociali rimpinguarsi.
Più difficile capire quante gare disputare. E soprattutto dove farlo. Regolamento alla mano, servono almeno otto date per omologare il mondiale. Poche per venire incontro alla fame di liquidità delle scuderie. Versomilmente, “striracchiando” il calendario fino a dicembre inoltrato, si potrebbero organizzare una quindicina di eventi. Anche perché non vi sarà più la consueta pausa d’agosto. Quando partire? L’ipotesi Canada (domenica 14 giugno) sembra sempre più irrealistica. Silverstone, programmato per il 19 luglio, potrebbe essere la data buona. Ma siamo anche in questo caso nell’ambito del congetturale perché le Terre d’Albione sono letteralmente funestate dalla pandemia che, colpevolmente, è stata sottovalutata nella sua fase embrionale.
La riunione odierna, dunque, potrebbe dare un’indicazione sulla riorganizzazione logistica dei singoli eventi. Più difficile che possa partorire una lista di date certe. Al massimo potrà offrire delle indicazioni in tal senso. Gli attori protagonisti stanno provando in ogni modo a dare il via ad una stagione arenatasi la mattina del 13 marzo, quando Chase Carey, in una conferenza stampa improvvisata, annunciò la cancellazione del Gran Premio d’Australia. Da lì una catena di abolizioni e rinvii che, di fatto, tiene i tifosi col fiato sospeso. La logica impone che le ostilità sportive, prima o poi, partiranno. Ma se il quadro globale resta il medesimo sarà difficile che la cosa possa capitare a breve. In ogni caso la Formula Uno intende farsi trovare pronta. L’assemblea di questa pomeriggio, le cui risultanze sono ancora ignote, è servita proprio a questo.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1