F1: impossibile l’ingresso da parte di nuovi motoristi
In questa fase critica che il mondo sta attraversando, la Formula Uno ha deciso di prendere una serie di provvedimenti ponendosi l’obiettivo di limitare i costi e aiutare le squadre a resistere alla crisi. Presto sarà approvato il budget cap e successivamente verrà anche validato tutto il discorso inerente allo sviluppo aerodinamico che si potrà portare avanti durante la prossima pausa invernale. Come sappiamo, i nuovi regolamenti che avrebbero dovuto subentrare nel 2021 sono stati rinviati al 2022. Assieme alla loro introduzione, si era inizialmente pensato di andare a semplificare in modo sensibile anche la power unit, con l’intento di risultare più appetibili anche alle case costruttrici interessate ad un ingresso nella categoria come ‘semplice’ motorista o magari addirittura come team factory.
Inizialmente si era perfino presa in considerazione l’idea di eliminare completamente l’MGU-H, cosa che avrebbe semplificato molto l’unità di potenza. Tuttavia, il coronavirus ha messo un freno a tutto. I motoristi oramai conoscono molto bene il loro ‘giocattolo’ e andare ad apportare delle modifiche, anche se nell’ottica di rendere il tutto meno complesso, sicuramente, almeno all’inizio, porterebbe ad un innalzamento dei costi anziché ad una riduzione di essi e ciò non è accettabile.
Il rovescio della medaglia però è che se da un lato, gli attuali costruttori non risultano penalizzati da questa decisione, secondo David Pender Richards (attuale presidente Motorsport Uk, noto anche come ‘The Royal Automobile Club Motor Sports Association Ltd’, nonché ex presidente Aston Martin ed ex team principal BAR e Benetton in Formula Uno), un mancato cambio regolamentare toglierà nei produttori esterni qualsiasi forma di interesse: “L’investimento da fare è semplicemente colossale. Nemmeno le case automobilistiche attualmente presenti sarebbero in grado di sostenerlo” ha affermato ad ‘Autosport’.
“Per far sì che qualcuno abbia la possibilità di entrare e competere sin da subito con gli attuali fornitori, dovrebbero essere fatti un paio di passi indietro. Parliamo dei motori a combustione interna più sofisticati che siano mai stati costruiti”. Dopo le vicende legate alla Power Unit Ferrari (le quali hanno portato anche ad un accordo con la Federazione, leggi qui), la FIA ha deciso di introdurre anche un secondo flussometro, prodotto da una ditta esterna e montato su tutte le vetture. L’ente di controllo ha sempre detto di non essere sicuro dell’illegalità del Cavallino, quindi si augura che attraverso questo provvedimento da ora in avanti tutte le power unit risultino effettivamente regolari.
Tutto ciò, si spera, darà all’esterno l’immagine di una Federazione attenta e garante di una competizione equa. Ma ciò basterà a convincere nuovi fornitori ad investire ingenti somme di denaro per prendere parte alla categoria? “No. Le attuali regole tecniche sono semplicemente troppo complicate e troppo complesse“ ha risposto David Richards al termine dell’intervista.
Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: Alessandro Arcari – @BerrageizF1 – Formula Uno