Ferrari-IndyCar: si inizia a fare sul serio…
Intercettato dai microfoni di SkySport Italia, il team principal della Ferrari Mattia Binotto parla del prossimo futuro, ipotizzando un possibile ingresso dello storico marchio italiano nella categoria statunitense IndyCar. Questa volta però, non si tratta affatto di una minaccia ma bensì di una necessità. L’ingresso della budget cap, che abbasserà ulteriormente il tetto spese scendendo fino ai 145 milioni di dollari fruibili in una sola stagione dalle scuderie, che andrà poi ulteriormente ridotto durante le annate successive, comporta “una completa riorganizzazione all’interno del team” commenta lo svizzero.
Pertanto, un ingresso del Cavallino in Formula Indy in aggiunta al programma di lavoro della Formula Uno, consentirebbe di minimizzare possibili perdite e posti di lavoro.
“Come Ferrari sentiamo una forte responsabilità sociale verso i nostri dipendenti e siamo molto preoccupati per il loro futuro“, racconta il tecnico all’emittente italiana. “Ecco perché stiamo esaminando anche altre alternative oltre alla Formula Uno, come per esempio la IndyCar. Sotto questo profilo cercheremo di fare la scelta migliore per tutti, oltre alla F1 che fa parte della nostra storia.”
L’approccio della Formula Indy al motorsport risulta piuttosto differente, soprattutto a livello tecnologico, se viene equiparato alla Formula Uno. Due sono i competitor, Honda e Chevrolet, a spartirsi il mercato dei propulsori V6 biturbo da 2,2 litri senza componente ibrido. Mentre il telaio fornito dall‘impresa italiana Dallara è standard per tutte le scuderie.
Se a metà degli anni ottanta, la costruzione della Ferrari 637 conforme alle normative IndyCar, fu un chiaro messaggio per “spaventare” la Formula Uno durante una forte disputa regolamentare, l’attuale situazione assume aspetti completamente diversi. Vedremo una Ferrari statunitense? Chissà non sia la volta buona…
Autore: Giuliano Duchessa – @giulyfunoat
