Mancano solo i crismi dell’ufficialità, ma è ormai chiaro che il Mondiale di Formula Uno 2020 partirà nel primo week end di luglio. Location designata sarà l’Austria, con un doppio appuntamento al Red Bull Ring di proprietà di Dieter Mateschitz, gran capo di Chris Horner. Un inedito assoluto per la categoria che si prepara a reagire a quel rimestamento generale del calendario che sarà necessario operare a seguito dalla crisi pandemica di Coronavirus. Una bozza della lista dei Gran Premi sta girando tra i team e presto sarà resa nota a tutti. Dopo la doppietta tra i saliscendi della Stiria sarà l’occasione per Silverstone di vedere sfrecciare i bolidi della F1 per due volte in dieci giorni.
Inizialmente, quando la morsa del Covid-19 stringeva forte, si era addirittura pensato di correre più di due gare su uno stesso nastro d’asfalto. Questo, ovviamente, perché si temeva che vi fossero ben pochi paesi disposti ad ospitare il carrozzone con la sua mole di addetti ai lavori al seguito. Fortunatamente, in alcune aree del pianeta, la diffusione dei contagi sta calando sensibilmente e più nazioni hanno dato l’ok ad accettare eventi. Quindi l’idea di restringere pesantemente il raggio d’azione dell’intera categoria ha perso rilevanza. E con il venir meno di questa necessità si è abbandonata anche la proposta che qualcuno caldeggiava. Ossia di usare le piste al contrario. Un qualcosa che, sin da subito, ha generato dubbi e perplessità sul fronte sicurezza; questione che è in cima alle priorità della FIA che mai avrebbe fatto concessioni in tal senso.
Dello stesso avviso è Chris Horner che ha redarguito chi credeva possibile praticare delle drastiche modifiche del layout delle piste. Tra questi “sognatori” Struart Pringle, direttore del circuito di Silverstone, che aveva espresso giudizi favorevoli sull’opzione “reverse”. Smentendo il suo collega italiano, Angelo Sticchi Daminani, che, nelle settimane precedenti, si era opposto ad un’analoga fattispecie applicata a Monza. “Abbiamo esaminato la possibilità di correre nell’altro senso di marcia sul tracciato di Spielberg – ha detto Horner alla trasmissione in podcast Talking Bull – ma ci siamo avveduti che c’era una grossa quantità di modifiche da fare per soddisfare i requisiti di sicurezza. Abbiamo verificato che tutte le barriere e tutti i guard rail si trovavano in una posizione del tutto errata. Correre al contrario, in un’idea puramente tecnica, sarebbe fattibile. Ma comporterebbe spese ingenti per rifare tutte le barriere e mettere la ghiaia nelle vie di fuga al posto giusto. Tra l’altro in Austria sarebbe più semplice farlo data la lunghezza della pista. Immaginate – ha chiuso il numero uno di Milton Keynes – cosa significherebbe fare l’Eau Rouge al contrario?”.
Oltre alle logiche implicazioni di sicurezza c’è un altro tema che fa ritenere che rimaneggiare così massicciamente i tracciati sia un errore: l’aspetto economico. Questo mondiale si correrà, con buona probabilità, interamente a porte chiuse. Con gli organizzatori che dovranno fare a meno degli emolumenti derivanti dalla vendita dei biglietti e che saranno costretti a far quadrare i bilanci grazie alle sovvenzioni che arriveranno da Liberty Media che ha tutto l’interesse affinché le attività sportive riprendano. Pensare a sprecare danaro per cambiare l’aspetto dei tracciati – in una momento di recessione drammatica e lungi dal risolversi – è follia. La F1 cerca risposte concrete, non voli pindarici che portano a soluzioni estemporanee, esotiche, dispendiose e per giunta sprezzanti della sicurezza passiva; versante sul quale il motorsport ha fatto progressi incredibili riducendo in maniera considerevole il numero dei decessi e degli infortuni gravi tra i piloti.
Autore: Diego Catalano– @diegocat1977
Foto: Red Bull, F1