domenica, Novembre 17, 2024

Jordan profetizza: “Hamilton andrà in Ferrari”. E su Vettel e Mercedes…

Eddie Jordan è un personaggio esuberante. Nato sportivamente come pilota di kart, diventa un dirigente di motorsport fondando un team di F3 nazionale per poi cimentarsi, con successo, nella creazione e nella gestione di una scuderia di Formula 3000 che otterrà due trionfi consecutivi: con Johnny Herbert nel 1988 e con Jean Alesi l’anno successivo. L’esperienza nella serie fu la base per la costituzione dell’omonimo team di Formula Uno che ha scritto grandi pagine della categoria degli anni Novanta e nei primi Duemila. Manager, scopritore di talenti, mecenate. Ma anche discreto chitarrista e oracolo. Sì, le previsioni del settantaduenne irlandese sono famose nell’ambiente perché spesso si sono realizzate.

Jordan ha ancora una volta cercato di anticipare i futuri scenari come fosse la reincarnazione contemporanea della Sibilla Cumana. Ha lanciato la sfida parlando dei destini di Lewis Hamilton, di Sebastian Vettel e della Mercedes. Ma anche della McLaren e della Honda. Un’analisi a tutto tondo che, di fatto, ha smontato quelle che sono le indicazioni che arrivano da “Radio Box”, postulando, dunque, orizzonti parecchio stuzzicanti. D’altro canto è noto che Eddie non sia un uomo banale e prevedibile nelle sue uscite mediatiche. “Ad esser cambiato a causa del Coronavirus – ha riferito il manager a F1-Insider non è solo il Mondo, ma anche i valori che stanno a cuore delle persone. La questione relativa alla salute è ora divenuta di prima importanza. I capi delle aziende devono pertanto ripensare all’organizzazione interna”.

https://www.funoanalisitecnica.com/2020/04/se-la-f1-non-reagisce-alla-crisi-rischia-di-trasformarsi-in-una-super-f2.html
Toto Wolff a colloquio con l’amico Lawrence Stroll

Se le prime parole sono una semplice constatazione di quello che sta accadendo in giro per la Terra, il prosieguo del ragionamento suona come una cannonata alla fondamenta della Formula Uno: “Sono convinto che i produttori come la Mercedes, la Honda e la Renault termineranno il proprio impegno nella categoria nei prossimi due anni”. Una prospettiva abbastanza irrealistica perché il disimpegno simultaneo di tre case automobilistiche genererebbe un vuoto che la F1 non riuscirebbe ad affrontare (leggi qui). Ma Jordan è convinto di questa visione che spiega nel dettaglio: “La Mercedes non ha ancora firmato il nuovo Patto della Concordia. Ancora, Toto Wolff potrebbe non rinnovare il suo contratto da team principal ed andare altrove. La scuderia anglo-tedesca ha vinto tutto quello che c’era da vincere. In questo circostanze è difficile ripetersi. Ecco perchée qui sgancia il missile terra-ariavenderanno tutto a Lawrence Stroll che punta a far diventare Campione del Mondo suo figlio Lance sotto le insegne della Aston Martin”. Una prospettiva onestamente abbastanza ingarbugliata che non supera l’esame della logica poiché imporrebbe al magnate canadese di possedere due squadre in simultanea. Ipotesi praticamente impercorribile.

Il team campione del mondo è un punto centrale del ragionamento di Jordan che ritiene che il disimpegno dalla massima serie non sarà totale: “Immagino che Mercedes stabilirà una collaborazione più stretta con la McLaren come avveniva dal 1996 al 2009”. La Stella a Tre Punte ridurrà l’impegno anche a causa del mutato scenario geopolitico. Materia che evidentemente il buon Eddie padroneggia: “I prezzi del petrolio stanno calando in maniera repentina. Quindi le compagnie petrolifere non possono più permettersi di sborsare cifre a tanti zeri. Petronas terminerà la sponsorizzazione e creerà un buco nel bilancio della scuderia di Brackely”. Anche in questo caso si potrebbero muovere eccezioni. Di carattere finanziario: ciò che Petronas sborsa è una parte veramente risibile del fatturato annuo. Un esborso che, di converso, genera ritorni pubblicitari enormi. Ma Jordan si dice fiducioso delle sue fonti e rimane convinto delle sue idee.

Una Formula Uno senza alcuni costruttori, allora, su cosa si baserebbe? L’ex pilota irlandese ha una risposta anche per questo: “I pilastri della F1 del futuro saranno la Ferrari che per natura non lascerà mai la categoria, la Red Bull (con quale motorizzazione non è dato sapere) e la McLaren – Mercedes”. Che andrebbe rinverdire i fasti dell’era Hakkinen.

Viene da sè che questo sconquasso teorizzato da Eddie Jordan deve necessariamente avere delle ricadute sul mercato piloti che in qualche misura risponderebbe allo tsunami politico-sportivo su descritto. Ebbene, anche in questo caso non mancano le sorprese: “A differenza di Hamilton non conosco bene Vettel. Ma credo che il tedesco abbia solo due opzioni: passare in McLaren dal 2021 o lasciare la Formula Uno. Lewis si trasferirà alla Ferrari perché solo la scuderia italiana ha la forza economica per sobbarcarsi un ingaggio così pesante. Ma a Maranello sanno che ne vale la pena. Per quanto riguarda Verstappen – ha chiosato lo scopritore di Micheal Schumacherrimarrà in Red Bull cercando di battere l’inglese. Ma sarà una cosa difficile”.

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Mika Hakkinen impegnato tra i guard rail di Monaco

Una serie di profezie veramente difficili da ritenere plausibili quelle dipinte dall’ex direttore del team che con Frentzen fu in lotta per il titolo 1999 vinto da Mika Hakkinen davanti ad Eddie Irvine. Anche perché, al di là della mancata firma del Patto della Concordia, l’impegno della Mercedes in F1 è garantito almeno fino al 2025, come più volte ha ribadito Ola Kallenius. Ancora, Hamilton è a un passo dalla firma che sancirà l’allungamento del matrimonio con le Frecce d’Argento e un clamoroso abboccamento con la Ferrari che ha puntato forte sul Leclerc pare assai improbabile. Altrettanto difficile è che Honda possa mollare il Circus dopo aver sfornato power unit di altissimo livello prestazionale. Ma non solo. Il colosso nipponico è direttamente intervenuto nel pagamento dello stipendio mostruoso di Verstappen che ha rinnovato fino al 2023. Dire addio sarebbe, tra le altre cose, legalmente difficile considerando le penali che scatterebbero. Ma Jordan va per la sua strada sicuro che il tempo gli darà ragione. D’altro canto si sente una sorta di oracolo. Quindi avrà strumenti d’analisi che a noi comuni mortali sfuggono.

Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: F1, McLaren

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