Gli appassionati della F1 hanno una data ben precisa segnata col circoletto rosso sul calendario: Venerdì 3 luglio 2020. E’ quello il giorno in cui dovrebbe accendersi il primo semaforo verde in fondo alla pit lane per dare il via alla stagione agonistica. Location del rendez-vous sarà il Red Bull Ring che sorge nei boschi della Stiria. Il Gran Premio d’Austria, dunque, sarà il primo di una serie di appuntamenti europei che dovrebbero rappresentare, nelle idee della FIA e di Liberty Media, la prima parte di un campionato composto da circa 18 – 19 gare. Le manifestazioni che si dovrebbero tenere nel Vecchio Continente sono otto, ma non in altrettanti teatri.
L’ufficialità di questa decisione dovrebbe arrivare nel giro di sette giorni, anche e soprattutto per questioni pratiche. Bisogna dare il tempo ai team e ai fornitori vari di organizzare una logistica complessa che solitamente richiede mesi di lavoro e che è stata stravolta dalla crisi pandemica di Coronavirus. La bozza che al momento gira sulle scrivanie dei team principal e degli addetti ai lavori è la seguente:
– 5 luglio: Austria;
– 12 Luglio: Austria (da confermare)
– 19 Luglio: Ungheria;
– 2 Agosto: Inghilterra;
– 9 Agosto: Inghilterra (da confermare);
– 16 Agosto: Spagna;
– 30 Agosto: Belgio;
– 6 Settembre: Italia.
Inizialmente il doppio GP di Gran Bretagna doveva disputarsi dopo la doppietta austriaca. Poi, causa imposizioni del governo Johnson che ha decretato una quarantena preventiva di quattordici giorni per coloro i quali approdano nelle terre britanniche, si è deciso lo scambio con l’Hungaroring, di concerto con le autorità magiare. In questo modo sarà possibile consentire al carrozzone di osservare le prescrizioni governative senza dover necessariamente intraprendere trattative diplomatiche che sfocino in accordi difficili da concludere quando il tempo è risicato. In ogni caso, se Silverstone dovesse saltare (ipotesi assai improbabile), c’è sempre la pista di Hockenheim pronta a subentrare.
Non è un cosa casuale che nella giornata in cui la bozza è stata definita sia arrivata l’ufficialità dell’annullamento del rientrante GP d’Olanda che doveva tenersi sul riammodernato tracciato di Zandovoort. Un appuntamento rinviato di un anno anche perché la folla orange che supporta Max Verstappen non avrebbe potuto presenziare. Difatti va sottolineato che gli otto GP europei al centro della nostra analisi saranno disputati senza pubblico. Questo è il diktat che le autorità politiche nazionali hanno imposto alla Federazione per dare il lasciapassare. Un compromesso necessario quando le tracce del sono lungi dall’esser sparite.
Naturalmente un calendario così definito sarebbe numericamente insufficiente anche se consentirebbe di assegnare il titolo perché le regole parlano di un minimo di otto gare. Le autorità del motorsport stanno ora ragionando su come dribblare il Covid per organizzare altre 10 – 11 gare e completare lo schema con un totale di 18 – 19 eventi. Una sfida che resta difficile perché alcuni paesi, specie nel continente americano, sono alle prese con una situazione drammatica. In ogni caso le ostilità sportive dovrebbero chiudersi a dicembre inoltrato, il 13 presumibilmente, con la gara in Abu Dhabi che dovrebbe seguire il GP del Bahrein. Un mosaico di difficile realizzazione quello che si trovano tra le mani i vertici della FIA e di Liberty Media. Una parete ripida che comunque andrà scalata perché la F1 non può permettersi di restare ferma al palo. Una reiterata mancanza di introiti derivanti da sponsor e tv non sarebbe sostenibile per alcuni team che già stanno boccheggiando in maniera seria.
Autore: Diego
Catalano– @diegocat1977
Foto: Alessandro
Arcari – @berrageizf1 – F1