La McLaren attraversa un evidente momento di difficoltà finanziaria. Quello inglese non è solo un team di Formula Uno, è anche un’azienda strutturata che opera nel settore della auto di produzione. Ovviamente si tratta di supercar a tiratura limitata figlie di processi produttivi che poco hanno a che vedere con le catene di montaggio dei gradi marchi internazionali. Operando in un mercato in crisi di vendite e generalmente in recessione, è logica conseguenza che il marchio inglese stia soffrendo. E a poco sono bastate le iniezioni di danaro di Liberty Media che ha iniziato ad anticipare le spettanze proprio per evitare che alcuni team che non hanno alla spalle la grande industria globalizzata possano rischiare di sparire.
Woking ha dovuto operare tagli di spesa per far fronte al malessere derivante dalla pandemia di Coronavirus. In queste sforbiciate sono rientrati gli stipendi dei dipendenti che, almeno, hanno potuto contare sulla solidarietà di Lando Norris e Carlos Sainz Jr. che hanno deciso di adeguarsi allo status quo abbassandosi i salari (leggi qui). Un’operazione solidarietà altamente simbolica che di certo ha consentito alle casse della McLaren di respirare. In questo contesto economico va letta la battaglia che Zak Brown sta conducendo sul fronte budget cap. L’obiettivo del manager di Los Angeles è di arrivare a tetti di spesa più bassi per tutti col fine di creare una competizione maggiore e una più elastica scala di valori nella griglia di partenza che da anni vede solo tre team lottare per la vittoria.
Nel frattempo, prima che una decisione definitiva sarà presa, la piccola casa automobilistica britannica deve superare le difficoltà momentanee. Per farlo ha chiesto un prestito statale di 150 milioni di sterline. Una boccata d’ossigeno che però è stata negata dal governo britannico. Una porta letteralmente sbattuta in faccia dal Ministero del Commercio, dell’Energia e dell’Industria che ha ritenuto che Woking non sia stata in grado di dimostrare di aver esaurito altre possibili forme di finanziamento. Tra queste, ovviamente, potrebbero esservi proprio quelle garantite da Maffei e Carey.
Paul Buffin, chief financial officier della McLaren, ha ammesso le difficoltà del momento ai microfoni di Sky Sports Uk: “Come per molte società britanniche, siamo stati colpiti dalla Pandemia in maniera molto seria. Siamo in costante contatto con le banche, con i nostri investitori e col governo per far fronte ai mancati introiti degli ultimi tempi”.
La fine della sofferenza dell’azienda inglese può passare solo attraverso due fasi legate tra esse da un invisibile filo rosso: ripresa del mercato dell’automobile che avverrà quando i paesi ammorbidiranno il lockdown e avvio della stagione di Formula Uno. Un fattore, quest’ultimo, che metterebbe in moto quel circuito di sponsorizzazioni e diritti tv che è la benzina che alimenta il motore di ogni team. Ecco perché le parti spingono disperatamente per creare un calendario ed iniziare il campionato.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Alessandro Arcari – @berrageizf1, McLaren