Ferrari, McLaren e Renault hanno dato vita al gran balletto del mercato piloti con i trasferimenti, dal 2021, di Carlos Sainz che si veste di rosso e di Daniel Ricciardo pronto a metter piede a Woking per onorare quel contratto che dovrebbe rappresentare la svolta definitiva della sua carriera. Naturalmente si è attivato un effetto domino che, giocoforza, coinvolgerà altre scuderie ed altri piloti. Delle opzioni sul tavolo di Sebastian Vettel ne abbiamo parlato nei giorni scorsi, resta da sciogliere il nodo in casa Mercedes che è alle prese con una doppia scadenza contrattuale a fine 2020.
Se il rinnovo di Lewis Hamilton su base pluriennale e con stipendio iper-munifico è solo da ratificare con le rituali firme in favore di fotografi e cameraman, diversa è la situazione di Valtteri Bottas il cui futuro è avvolto in una nebulosa. Le opzioni per il “Boscaiolo”, più o meno concrete, sono tre: rinnovo con Mercedes, l’approdo alla Aston Martin che orbita intorno alla Stella a Tre Punte e un legame con la Renault. Nessuna di queste strade, è bene specificarlo subito, è semplice da percorrere. Vediamole una per volta.
MERCEDES. Bottas, dal 2017, è sempre stato un mezzo precario nel team della Daimler avendo operato con contratti annuali rinnovati in base alle prestazioni sportive. Se nella prima stagione ha chiuso al terzo posto dietro Vettel e al compagno di squadra che si laureò campione del mondo, peggio è andata nel 2018. Un annus horribilis in cui ha terminato al quinto posto con un severo zero nella casella delle vittorie. L’anno passato, nel suo miglior campionato in Formula Uno, s’è laureato vice-campione del mondo, ma ha comunque pagato un pesante dazio in termini di punti (-87) e di vittorie (11 – 4) rispetto ad Hamilton. Una condizione di subalternità tecnica abbastanza evidente che va più che bene al britannico che di Bottas chiede la riconferma. E possiamo immaginare perché. Ma vi sono due spettri che aleggiano sui capannoni di Brackley: il primo è quello di Vettel; l’altro è quello di George Russell che il sedere in una Freccia d’Argento l’ha messo più volte essendo pilota dell’academy Mercedes. Una concorrenza particolarmente agguerrita insomma.
ASTON MARTIN. Premessa: al momento non c’è nulla di concreto. Né un accordo, né una chiacchierata. C’è un semplice ragionamento logico che favorisce il realizzarsi di questo scenario: Wolff ha fatto tanto per la carriera di Bottas; Wolff è altresì un ottimo amico di Lawrence Stroll che farà ritornare il marchio inglese nella massima categoria. Se il posto di Sergio Perez pare saldo grazie a prestazioni di buon livello, meno scontata, nonostante il legame di sangue, è la permanenza di Lance Stroll che dal padre ha avuto una sorta di ultimatum: o cresce nelle performance medie o la porta del team si chiude. Un sedile che scotta. Bottas potrebbe possedere il giusto know-how e la necessaria velocità per aiutare una struttura relativamente giovane – ma molto ambiziosa – ad aumentare la cifra tecnica. Con queste premesse l’affare si potrebbe fare. Ma anche in questo caso, come osservato, sussistono diverse problematiche.
RENAULT. Quella della Losanga è una possibilità che sta prendendo corpo negli ultimi tempi. Ne parlavamo ieri: nei giorni scorsi Dieder Coton, manager del “77”, si è incontrato con Cyril Abiteboul per perorare la causa del suo assistito; per capire se vi sono i margini per avviare una trattativa (leggi qui). La controparte francese non ha chiuso la porta, anzi s’è messa buona buona ad ascoltare interessata. Ma anche in questo caso il muro da scalare è alto e particolarmente liscio. Due sono i “nemici” che il finnico deve sconfiggere. E si tratta di gente con un pedigree da paura. Sebastian Vettel, ancora lui, è il primo visto che il suo nome circola da un po’ in chiave transalpina. E poi c’è la grande suggestione del ritorno di Fernando Alonso col quale la Renault sembra addirittura avere un pre-accordo. Sarebbe la terza esperienza dell’astruriano ad Enstone. Un rinnovo matrimoniale che si consumerebbe con la massima soddisfazione degli sponsor, dei supporters e di tutto il mondo della F1 che fa un tifo spietato per veder concretizzare questa idea più che abbozzata.
Bottas, come dimostrano i colloqui con la Renault, potrebbe decidere di giocare d’anticipo accordandosi prima di rimanere a secco di valide soluzione per le quali optare. Una partita a scacchi che va condotta con sagacia per non restare col cerino in mano. Il finnico cerca una soluzione che lo metta al centro di un progetto e a Brackley, come la storia ha narrato, questo non è avvenuto. Tanto vale contemplare in downgrade tecnico – e passare dalla Mercedes alla Renault lo sarebbe senza ombra di dubbio – che restare a mangiar briciole nel team più forte del momento. Un bel rompicapo per il “Boscaiolo” che non intende lasciare comunque la suprema categoria.
La soluzione a questo enigma dovrebbe aversi a 2020 inoltrato. Toto Wolff, infatti, non ne vuole sapere di replicare la condizione che vigerà in Ferrari, ossia quella di avere un driver dimissionario per troppo tempo. “Decidere la line-up piloti così presto mi fa venire il mal di testa” ha detto il TP viennese in una recente intervista. La volontà di procrastinare la scelta servirà anche a verificare quale sarà l’approccio alla stagione di Bottas che, da questo punto di vista, ha ancora qualche cartuccia da sparare. In che modo? Sciorinando prestazioni convincenti e soprattutto costati. Cosa che è davvero mancata negli ultimi tre anni. Stare vicino, se non davanti, a Lewis Hamilton servirà all’ex Williams per mettersi in vetrina. Solo così l’interesse dei potenziali datori di lavoro si farà concreto.
Autore: Diego Catalano– @diegocat1977
Foto: Alessandro Arcari – @berrageizf1 – Mercedes