Pressione rossa
Ansia, inquietudine, tensione e disagio sono sensazioni spesso associate a conseguenze negative per l’organismo. Valutate altresì deleterie, nocive, e in alcuni casi “letali” per lo stato emotivo dell’essere umano. La parola pressione racchiude il quadretto appena descritto. Tale sollecitazione giunge a noi dall’ambiente che ci circonda, caricando tremendamente il peso da sopportare. Nelle competizioni sportive ad altissimo livello la pressione è il contorno perfetto, ostile e persistente, che accompagna la giornata dell’atleta.
A tal proposito, riflettendo sullo sport dove le decisioni vanno prese talvolta a 300Km/h, immaginare le difficoltà legate alle scelte da mettere a segno risulta alquanto semplice. Eh si… hai capito bene. Stiamo proprio parlando del tuo sport preferito: la Formula 1. Tuttavia, le sollecitazioni esterne andrebbero canalizzate per attivare l’organismo, mobilitando le risorse e le capacità individuali verso un unico scopo: raggiungere l’obbiettivo. Chi ci riesce sarà in grado di accrescere sensibilmente l’efficacia delle proprie azioni, migliorando il proprio status.
Sotto questo aspetto, Sebastian Vettel, sembra aver fatto più di un passo indietro rispetto al passato. Se lo ricordiamo ai tempi della Red Bull, nonostante l’avversario diretto fosse un certo Fernando Alonso, calma e controllo trasparivano dalle sue gesta. Il campione che era in lui, cresciuto anche grazie all’indubbia competitività della sua vettura capace di costruire certezze nelle volontà del tedesco, non avrebbe fatto breccia nella categoria senza una differenza fondamentale nella lotta al vertice: il supporto tecnico e morale all’interno della scuderia, caratteristica indispensabile per vincere.
Vettel si era preso una bella cotta per la Rossa, che donava alle sue gesta una certa epicità nelle vittorie, e la Ferrari era prepotentemente consapevole del vigore che il binomio italo-tedesco imprigiona e conserva, dell’importanza intrinseca dell’accoppiata, e di Sebastian, fulgido e sublime, ostile scudiero di quella battaglia per la gloria. Così, i più romantici, ricorderanno la storia del teutonico alla corte di Maranello.
Verosimilmente, potremmo discutere mesi senza mai trovare la risposta corretta alla domanda che cinicamente conclude il pezzo. Risulta corretto annoverare Sebastian tra le “vittime” dell’asfissiante pressione rossa?
Fatemi sapere…
Autore e foto: Alessandro Arcari – @BerrageizF1