Ricciardo in McLaren: un esame di maturità
La pausa imposta alla F1 dalla pandemia di Coronavirus verrà ricordata anche per le pesantissime manovre di mercato che vi si sono consumate. Di queste, comprensibilmente, i cambiamenti in casa Ferrari hanno fatto da padrone nei commenti della stampa e dei siti specialistici. Quasi sottotraccia è passato, invece, l’approdo di Ricciardo alla McLaren, che ha così occupato il posto lasciato libero da Carlos Sainz. Credo, invece, che questa novità meriti più spazio ed un’analisi attenta, perché costituisce sia una nuova realtà dal potenziale forte impatto sul sistema F1, che un’occasione importantissima dal lato personale per il pilota australiano.
McLaren non ha mai nascosto le proprie ambizioni di tornare ai vertici e, dopo un accidentatissimo percorso con Honda, durato dal 2015 al 2017, lo scorso anno, (secondo della collaborazione con Renault) la musica è finalmente cambiata, arrivando a raggiungere il quarto posto nella classifica costruttori finale. Un concreto rilancio, in cui progettazione e sviluppo vettura sono finalmente tornati ad essere solidi e affidabili. A settembre scorso, l’annuncio decisivo per incoronare questo cambio di passo: il ritorno alla motorizzazione Mercedes dal 2021. Questa volta, le ambizioni di riprendere posto fra i top team non paiono una boutade figlia dell’astinenza dai piani alti o di un eccessivo ottimismo. Le carte ci sono, bisognerà ulteriormente consolidarle e giocarsele al meglio.
Per il team di Woking, Sainz ha rappresentato un investimento riuscitissimo e virtuoso che ha incarnato il rilancio reciproco di scuderia e pilota. Il rapporto ideale, insomma, suggellato dal podio arrivato in Brasile dopo la penalizzazione di Hamilton, in cui lo spagnolo rimontò dall’ultima piazza in griglia. Carlos ha avuto di certo un ruolo fondamentale anche nell’indirizzare positivamente lo sviluppo degli aggiornamenti per la monoposto color papaya.
E’ quindi immaginabile che Zak Brown e soci volessero trattenerlo, vista anche la splendida intesa personale con Lando Norris e la loro competitività di line up. In Formula 1, però, si è (cinicamente) sempre consapevoli che l’unica certezza è il momento presente, quindi di certo la dirigenza McLaren era preparata all’ipotesi di partenza di Sainz. Eccoci arrivati al matrimonio con Ricciardo, annunciato immediatamente dopo quello dello spagnolo con Ferrari, segno che la reazione del team alla rottura con Carlos è stata tempestiva e la scelta è caduta senza alcuna esitazione sull’australiano.
Una decisone facilmente comprensibile per vari fattori: l’esperienza ormai assai consolidata di Daniel, la sua velocità, il (meritato) peso di considerazione che gode nell’ambiente per via della spettacolare abilità nei sorpassi, il ruolo di sostegno che potrà giocare per l’ulteriore crescita di Norris. Con il giovane inglese di Bristol formerà una coppia di sicuro attrattiva per i media, in cui anticonvenzionalità e simpatia andranno ad unirsi ad una lotta in pista in cui nessuno si risparmierà mai per prevalere sul compagno.
Per Lando, misurarsi con uno come Daniel sarà un bellissimo banco di prova, stimolante, su cui verificare (e possibilmente ampliare) le certezze costruite fin qui. Insomma: dal lato McLaren con Ricciardo si conferma la competitività dei piloti, la si amplia potenzialmente, unendo un uomo di talento ed esperienza alla migliore power unit sulla piazza, con un occhio anche all’immagine attrattiva verso nuovi tifosi.
Veniamo ora al versante di Daniel: è indubbio che per lui la McLaren rappresenti una cruciale possibilità di svolta. A Ricciardo, infatti, nelle ultime stagioni è sempre mancata la concretezza della squadra per poter mirare legittimamente e stabilmente in alto. Nel 2018 in Red Bull lo hanno “scaricato” in maniera ingrata sedotti da Verstappen, mentre in Renault…il mezzo non c’è proprio stato, inutile far tanti giri di parole: il progetto diretto da Abiteboul, invece di proiettarsi verso un vero lancio, si è pesantemente arenato nel 2019. Dalla sua Ricciardo, dopo la bella vittoria a Monaco nel 2018, ha sprecato l’occasione di potere contrattuale cresciuto, aspettando a decidere.
Questo nuovo giro di sedili, può condurlo a rimediare a quell’errore. Un’opportunità che, a mio parere, si merita pienamente. In lui abbiamo visto un tale valore e ardimento in pista, con le sue celebri “mosse”, per cui non sarebbe facile digerire che la sua carriera si rivelasse incompiuta. A questo mondo, purtroppo, conta anche il sapere vendersi, ma ciò non deve pesare più del talento e della capacità. Ricciardo, quindi, nel 2021 approderà in una squadra in ascesa (tranne clamorose smentite nella ridotta stagione che ci aspetta da luglio) che potrà contare sul motore Mercedes: spetterà a lui non sprecare questa preziosa materia prima, bensì valorizzarla. Un vero esame di maturità, dove far valere gli anni disputati nella massima serie, prendendosi sulle spalle il team, soprattutto con indicazioni di peso in fase di evoluzioni tecniche e di set up in circuito.
Daniel dovrà incarnare il leader di esperienza che non lavora solo per sè, ma per il bene del team e la crescita del compagno di squadra. Una chiamata all’estrema concretezza, a cui Riccardo deve farsi trovare pronto e determinato senza passi falsi perché difficilmente potrebbero esserci prove di riparazione (o recupero crediti, come si dice nella scuola del presente). Sono certa l’australiano ce la metterà tutta: per gli appassionati di F1 sarebbe una gioia enorme vedere rinascere la McLaren sotto il suo segno e con un Lando Norris sempre più proiettato verso un futuro luminoso.
Autore: Elisa Rubertelli – @Nerys__
Foto: McLaren – Renault