Probabilmente non esiste al mondo un altro pilota che conosca Lewis Hamilton quanto Nico Rosberg. Pur giungendo da mondi sociali del tutto diversi, i due hanno condiviso il percorso di crescita nelle categorie minori; cammino che poi li ha portati in Formula Uno. Un rapporto solido, di sincera amicizia, che è andato incrinandosi quando si sono divisi lo stesso box. Un’intesa che si è spezzata definitivamente nel maggio del 2016 quando, in Spagna, i due si fecero fuori a vicenda nell’incredulità di un Toto Wolff che capì che quella coppia era ormai scoppiata. Il ritiro a fine anno del tedesco tolse le castagne dal fuoco al team principal viennese che a fatica avrebbe gestito un altro anno con due galli a rivendicare il diritto di imperio nel pollaio della Mercedes.
Nonostante le tensioni innegabili e un rapporto diventato glaciale, nessuno dei due, in seguito, ha mai speso parole velenose per l’altro. O ne ha ridimensionato la forza sportiva. Soprattutto Rosberg, una volta appeso il casco al chiodo, ha sovente lodato l’ex amico-rivale elevandolo, nel suo giudizio, ad uno dei più grandi piloti di sempre. C’è un aspetto in particolare sul quale il figlio di Keke si è soffermato ed è la capacità di Hamilton di capire qual è l’esatto limite regolamentare oltre il quale non poter andare. Il britannico viene dipinto come una sorta di maestro di strategia del duello corpo a corpo, una caratteristica che solo i grandissimi posseggono.
“Lewis è fenomenale nella battaglia ruota a ruota – ha riferito Nico al portale ufficiale della Formula Uno – Capisce perfettamente fino a che punto può spingersi con le regole. E’ incredibile come posiziona l’auto, lo fa in maniera estremamente intelligente. Ogni volta che provavo a duellare contro di lui riusciva sempre a rimanere nell’area grigia. Evitava di strafare e di andare nella zona nera che determina la penalità. Quando battagliavamo faceva in modo di non risultare mai il colpevole al 100%. E’ uno dei maggiori punti di forza tra i tanti che ha”. Un Hamilton che, in pista, non ha un comportamento amorale come ha avuto modo di sottolineare qualche settimana fa James Allision che ha esaltato il profilo umano del campione di Stevenage (leggi qui).
A Rosberg, per sfidare e battere il britannico, è servito un allenatore di altissimo profilo: Michael Schumacher. Aver guidato accanto al sette volte campione del mondo ha accresciuto le doti tecniche e mentali del biondo pilota: “Mi sono detto <<Ok ho battuto il più forte>>(Schumacher, nda). Poi mi dicono che sta per arrivare Lewis Hamilton. Avevo contezza di quanto fosse forte perché avevo corso contro di lui nei go-kart. Sapevo che fosse davvero speciale. All’inizio non avevo nessun pensiero negativo circa il suo approdo in Mercedes. Anzi, ne ero felice perché non vedevo l’ora di confrontarmi con lui. Quando è arrivato avevo vinto una sola gara in carriera e lui era già campione del mondo. Ma sono stato subito in grado di giocare al suo livello perché nel frattempo avevo fatto esperienza”.
La rivalità tra i due è stata molto intensa e, come è noto, ha portato all’esplosione della coppia. Roseberg affronta anche questo tema: “Nel 2013 il nostro rapporto era buonissimo. Eravamo gradi amici e non lottavamo per la vittoria del titolo. Poi, dal 2014, abbiamo iniziato a giocare per il mondiale. Entrambi sognavamo di trionfare e dunque abbiamo iniziato a scendere a compromessi: l’amicizia è stata sacrificata sull’altare delle vittoria. La tensione è cresciuta poco alla volta fino ad esplodere. E’ stata dura”.
Probabilmente questa escalation emotiva è stata alla base della decisione clamorosa di dire addio alle corse pochi giorni dopo essersi laureato campione del mondo. Quel 2016 ha rappresentato una vera e propria cesura storia. Per Rosberg che ha appeso il casco al chiodo soddisfatto per aver vinto quell’alloro che aveva sempre anelato. Per Hamilton che da quel momento ha limato qualche deficienza psicologica che lo caratterizzava trasformandolo in una specie di macchina da guerra che ha in mente un solo obiettivo: raggiungere e scalzare Michael Schumacher dalla casella del più vincente di sempre.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Alessandro Arcari – @berrageizf1, Mercedes