La favola di Sebastian, quella che tutti i tifosi della Rossa speravano fosse tale, finisce qui. Malinconicamente. Dopo 6 stagioni, il quattro volte campione del mondo, zainetto rosso in spalla, lascerà la leggendaria località motoristica di Maranello. Il suo prossimo destino, sospeso e incerto, potrebbe addirittura sfociare in qualcosa di definitivo: il ritiro dalle corse. La trattativa per il rinnovo tra il teutonico e la Ferrari é andata avanti per parecchi mesi, senza mai trovare un punto di incontro fino alla clamorosa, chiassosa e definitiva rottura.
“Il mio rapporto con la ScuderiaFerrari terminerà alla fine del 2020. Per ottenere i migliori risultati possibili in questo sport è fondamentale che tutte le parti lavorino in perfetta armonia. Il team e io abbiamo capito che non c’è più un comune desiderio di rimanere insieme oltre la fine di questa stagione. Le questioni economiche (leggasi contratto) non hanno contribuito a questa decisione congiunta. Non è questo il modo in cui penso quando si tratta di fare determinate scelte e non lo sarà mai”.
Le dichiarazioni, le classiche di facciata, fanno compagnia alla montagna di cavolate degli ultimi mesi. In molti, leggendole, hanno chiesto chiarezza. Con il dito puntato hanno detto: “Ma come… dopo cinque anni non avete neanche il coraggio di dire la verità?”
No problem… lo facciamo noi. Secondo informazioni raccolte da Formula Uno Analisi Tecnica, sarebbero stati proprio i quattrini a far saltare definitivamente l’accordo tra le parti. La spaccatura irreparabile infatti, nasce dal desiderio della scuderia Ferrari di rivedere il contratto in essere, tagliando una parte dell’ingaggio al teutonico nel 2020, per tamponare l’emorragia economica provocata dal Covid-19. Sebastian non l’ha presa bene. Spalle larghe e petto in fuori, ha fatto valere i propri diritti. Ad una lettura più attenta, probabilmente, non ne ha fatto una questione economica, anche se quella è stata il “detonatore”. Mi spiego meglio. Forse avrà pensato: se mi tagli lo stipendio (magari equiparandolo a quello di Leclerc) mi valuti come pilota meno importante di prima. Più scarso. Chi lo sa…La reazione di Vettel però non è stata affatto gradita dal presidente della RossaJohnElkann, agitando l’animo di solito pacato dell’industriale italiano.
Mosso da un istinto a lui estraneo, il nipote di Gianni Agnelli veste i panni del dispotico Charles Montgomery Burns sorprendendo tutti, prendendo una decisione ferrea e definitiva: stop, senza retromarcia, alla trattativa per il rinnovo con Sebastian. Chiuso. Finito. Senza nient’altro da aggiungere. Che si tratti di una strategia per motivare la scelta di finalizzare il rapporto con Vettel o no, una nota positiva emerge dalla questione: il rampollo di casa Agnelli, se non altro, ha dimostrato di esistere…