Bernie Ecclestone e Lewis Hamilton, il botta e risposta prosegue. La scorsa settimana Ecclestone aveva dichiarato, nel corso di un’intervista per l’emittente televisiva statunitense ‘CNN’, che “in molti casi, le persone di colore sono più razziste dei bianchi”. Il britannico della Mercedes, tramite una Instagram Stories, aveva etichettato le parole dell’ex boss della Formula Uno come “commenti tristi e vergognosi”.
Di recente, l’ottantanovenne inglese ha replicato alle accuse del sei volte campione del mondo. Domenica, nel corso di un’intervista per la testata britannica ‘The Mail’, ha esposto il suo punto di vista sulla questione, molto delicata, del razzismo.
“Non sono una persona alla quale non piacciono le persone di colore, anzi è l’opposto. Sono sempre stato a favore della presenza di persone nere sport. Tant’è vero che il padre di Lewis Hamilton voleva entrare nel business con me. Ha fatto alcune ottime cose, se fossi stato contro i neri non lo avrei mai preso in considerazione. Se il progetto fosse stato corretto, l’avrei fatto” ha dichiarato Ecclestone.
“Nel corso degli anni, ho incontrato molte persone bianche che non mi sono piaciute per niente – ha evidenziato Ecclestone – ma non ho mai incontrato persone di colore col le quali abbia avuto problemi personali. Sono stato derubato un paio di volte, una di queste da parte di tre uomini neri. Sono finito all’ospedale. Ma anche in seguito a questo episodio non sono mai stato contro nessuno che fosse nero. Non penso a Lewis come persona di colore o altro. Per me è solo Lewis Hamilton” ha precisato Ecclestone.
L’ex direttore esecutivo della Formula One Management ha voluto fare un esempio per far comprendere meglio il suo punto di vista: “se una persona di colore o una persona bianca viene rifiutato per un lavoro devi chiedere il perché. Era per il colore della pelle, o perché non era all’altezza del lavoro che avrebbe dovuto svolgere? E’ quello che stavo dicendo”.
“E poi succede che la gente si riversa nelle strade delle città per queste marce, organizzate da quasi-Marxisti il cui obbiettivo sembra che sia quello di abbattere la polizia, il che sarebbe un disastro per la nazione. Se chiedesse alla maggior parte di quelle persone il motivi per il quale protestano, probabilmente non sarebbero in grado di rispondermi”.
Infine, l’imprenditore classe 1930 ha tracciato un parallelo tra se stesso e il concetto di razzismo: “io non sono una persona alta, ma non è colpa mia se sono più basso del prossimo o se sono bianco. A scuola, a causa della mia altezza, venivo soprannominato ‘Titch’. Ho realizzato che avrei dovuto fare qualcosa a questo proposito. In virtù di questo, penso che la gente nera debba occuparsi di se stessa” ha concluso Bernie Ecclestone.
Autore: Dennis Ciracì | @dennycira
Foto: Formula Uno